UMP sull’orlo di una crisi di nervi. Monsieur Flan ringrazia

La storia tende spesso a ripetersi in maniera se non identica, quantomeno simile.

Era il 2008, a un anno di distanza dalla vittoria elettorale il Parti Socialiste si riuniva a congresso per eleggere il successore di François Hollande alla guida del partito. La sfida tutta in gonnella per la segreteria di Rue Solferino tra la candidata del 2007, Ségolène Royal e l’ex ministro del lavoro, Martine Aubry si concluse in uno stillicidio. Prevalse Martine Aubry, dietro cui si erano raccolti tutti gli aspiranti all’Eliseo (Hollande; Strauss-Kahn e Fabius) timorosi che una vittoria della Royal avrebbe de facto blindato una seconda candidatura della governatrice del Poitou-Charentes, con un margine di circa un centinaio di voti. I sostenitori della Royal parlarono apertamente di brogli e minacciarono azioni legali. Alla fine la sconfitta cedette e si ritirò nella sua regione, ormai ostracizzata e odiata non solo dagli altri “elefanti” ma pure da buona parte della base.

Oggi, 2012, la scena si ripete a parti invertite in casa UMP.

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