Oggi iniziamo, con la collaborazione dell’ottimo Giovanni Rettore, a monitorare la situazione di Padova, città e provincia. Come leggerete la situazione è ancora molto fumosa e non definita. La promessa del nostro amico leghista è quella di continuare ad occuparsi di questa realtà, stendendosi anche alle altre quattro provincie venete al voto, cioè Verona, Belluno, Venezia e Rovigo.
A Padova la tornata elettorale del 6 e 7 Giugno si rivelerà particolarmente importante, andranno a votare sia la provincia che il comune di Padova, la situazione in un Veneto tripolare e con una concorrenza spietata
interna al centrodestra fra Pdl e Lega è molto difficile e tutto dipenderà da cosa deciderà la Lega, se tentare la corsa in solitaria, oppure allearsi col centrodestra già dal primo turno.
Stando alle ultime voci di corridoio il candidato del centrodestra per la provincia, in caso di accordo tra PDL e Lega
(con esclusione dell’UDC), dovrebbe essere il leghista Maurizo Conte, segretario provinciale della Lega Nord, (in alternativa l’assessore provinciale all’Ambiente Roberto Marcato, o il presidente del consiglio provinciale Luisa
Serao, ambo leghisti) la qual cosa lascerebbe il comune di Padova al PDL, dove i candidati più gettonati per la sfida a Zanonato sono Marco Marin, Maurizio Saia ed Elisabetta Casellati. Se invece fosse il contrario (provincia al PDL e
comune di Padova alla Lega) i più papabili sarebbero Marino Zorzato per la provincia, per il comune Flavio Rodeghiero e Mirella Mazzetto.
Nel caso in cui Lega e PDL andassero insieme fin dal primo turno, il pronostico per la provincia sarebbe praticamente scontato, l’unica incertezza sarebbe su chi, tra Lega e PDL sarebbe il primo partito. Nel comune di Padova, da molti ritenuto il test chiave nel Nordest, la situazione è molto più complessa ed intricata, il sindaco in carica, Zanonato (nonostante sia stato travolto dallo scandalo Lehman-Brothers, avendo speso 6 milioni del comune in azioni della banca USA, andati perduti con il suo fallimento, lo scandalo fece addirittura pensare al PD di candidare al suo posto il rettore dell’università di Padova, Vincenzo Milanes), gode ancora di discreta popolarità, ha l’apppoggio, più o meno
esplicito, della curia, e dei due maggiori quotidiani locali “Il Mattino di Padova” (di proprietà del gruppo “Espresso”) ed “Il Gazzettino” (di proprietà della moglie di Casini, quindi spudoratamente anti-leghista), la Lega è molto
più debole che non in provincia, inoltre pesa il pessimo ricordo lasciato ai padovani dalla giunta di Giustina Destro, travolta per 52% a 34% 5 anni fa da Zanonato, a causa della sua totale incapacità nell’affrontare la questione
metro-bus, rimangiandosi la promessa elettorale, e grazie a cui era stata eletta, di cestinare quel bislacco, inutile e costosissimo progetto della prima giunta Zanonato. La sfida sembra probabilmente destinata a concludersi ad un
ballottaggio serratissimo, come nel ’99 (quando la Destro battè Zanonato al ballottaggio col 50,5%).
Ovviamente se l’accordo tra Lega e PDL salta, tutto cambia, in provincia sfida a tre con probabilissimo ballottaggio interno al centro-destra tra PDL e Lega, in comune con concorrenza spietata tra PDL e Lega per poter sfidare Zanonato al secondo turno. Nel tutto si inserisce l’UDC che ormai sta perdendo il retroterra ex-DC, ma è comunque ancora molto influente in quella che nella Prima Repubblica era la regione più bianca d’Italia.
Altro capitolo che potrebbe far pendere la Lega verso la corsa solitaria sono le numerose liste civiche che il PDL sta stilando con i settori ex-DC del PD in moltissimi piccoli comuni della provincia (compreso quello del sottoscritto) in
spudorata chiave anti-leghista.
Insomma, ad Aprile qua nella roccaforte leghista per antonomasia tutto è ancora nella nebbia.
Ci risentiremo i prima possibile per aggiornamenti, e per i pronostici sulle altre quattro province venete al voto cioè Verona, Belluno, Venezia e Rovigo, e soprattutto per le ultime due la sfida si preannuncia infuocata.
interna al centrodestra fra Pdl e Lega è molto difficile e tutto dipenderà da cosa deciderà la Lega, se tentare la corsa in solitaria, oppure allearsi col centrodestra già dal primo turno.
Stando alle ultime voci di corridoio il candidato del centrodestra per la provincia, in caso di accordo tra PDL e Lega
(con esclusione dell’UDC), dovrebbe essere il leghista Maurizo Conte, segretario provinciale della Lega Nord, (in alternativa l’assessore provinciale all’Ambiente Roberto Marcato, o il presidente del consiglio provinciale Luisa
Serao, ambo leghisti) la qual cosa lascerebbe il comune di Padova al PDL, dove i candidati più gettonati per la sfida a Zanonato sono Marco Marin, Maurizio Saia ed Elisabetta Casellati. Se invece fosse il contrario (provincia al PDL e
comune di Padova alla Lega) i più papabili sarebbero Marino Zorzato per la provincia, per il comune Flavio Rodeghiero e Mirella Mazzetto.
Nel caso in cui Lega e PDL andassero insieme fin dal primo turno, il pronostico per la provincia sarebbe praticamente scontato, l’unica incertezza sarebbe su chi, tra Lega e PDL sarebbe il primo partito. Nel comune di Padova, da molti ritenuto il test chiave nel Nordest, la situazione è molto più complessa ed intricata, il sindaco in carica, Zanonato (nonostante sia stato travolto dallo scandalo Lehman-Brothers, avendo speso 6 milioni del comune in azioni della banca USA, andati perduti con il suo fallimento, lo scandalo fece addirittura pensare al PD di candidare al suo posto il rettore dell’università di Padova, Vincenzo Milanes), gode ancora di discreta popolarità, ha l’apppoggio, più o meno
esplicito, della curia, e dei due maggiori quotidiani locali “Il Mattino di Padova” (di proprietà del gruppo “Espresso”) ed “Il Gazzettino” (di proprietà della moglie di Casini, quindi spudoratamente anti-leghista), la Lega è molto
più debole che non in provincia, inoltre pesa il pessimo ricordo lasciato ai padovani dalla giunta di Giustina Destro, travolta per 52% a 34% 5 anni fa da Zanonato, a causa della sua totale incapacità nell’affrontare la questione
metro-bus, rimangiandosi la promessa elettorale, e grazie a cui era stata eletta, di cestinare quel bislacco, inutile e costosissimo progetto della prima giunta Zanonato. La sfida sembra probabilmente destinata a concludersi ad un
ballottaggio serratissimo, come nel ’99 (quando la Destro battè Zanonato al ballottaggio col 50,5%).
Ovviamente se l’accordo tra Lega e PDL salta, tutto cambia, in provincia sfida a tre con probabilissimo ballottaggio interno al centro-destra tra PDL e Lega, in comune con concorrenza spietata tra PDL e Lega per poter sfidare Zanonato al secondo turno. Nel tutto si inserisce l’UDC che ormai sta perdendo il retroterra ex-DC, ma è comunque ancora molto influente in quella che nella Prima Repubblica era la regione più bianca d’Italia.
Altro capitolo che potrebbe far pendere la Lega verso la corsa solitaria sono le numerose liste civiche che il PDL sta stilando con i settori ex-DC del PD in moltissimi piccoli comuni della provincia (compreso quello del sottoscritto) in
spudorata chiave anti-leghista.
Insomma, ad Aprile qua nella roccaforte leghista per antonomasia tutto è ancora nella nebbia.
Ci risentiremo i prima possibile per aggiornamenti, e per i pronostici sulle altre quattro province venete al voto cioè Verona, Belluno, Venezia e Rovigo, e soprattutto per le ultime due la sfida si preannuncia infuocata.
Giovanni Rettore