Elezione Europee 2009 – Analisi del Voto – Veneto (2) e previsione ballottaggio

Analisi amministrative Venete e previsione ballottaggi

Padova

Provincia

Dal Padovano nessuna sorpresa. Barbara Degani, appoggiata da PDL e Lega, ha vinto al primo turno senza alcuna fatica. Alla candidata del centrodestra è andato il 54% dei voti, mentre il diretto rivale, il semisconosciuto Antonio Albuzio (IDV), è andato un misero 30%. Il risultato di cinque anni fa, quando Frigo sfiorò la vittoria al ballottaggio, per le sinistre è solo un pallido ricordo.
Ottima la performance di De Poli (UDC), che essendo nettamente il più noto dei tre maggiori candidati ha raccolto un sorprendente (ma nemmeno troppo) 11%, agli altri le briciole. La sfida per il ruolo di primo partito la vince, di pochissimo, il PDL con il 27%, la Lega si ferma al 25%, il PD è inchiodato al 21%. La provincia di Padova è ancora una volta confermata roccaforte del
centrodestra.

Comune

E’ testa a testa all’ultimo voto tra l’uscente Zanonato (PD), e lo sfidante Marin (PDL).
Il primo turno per la sinistra è un’amara sorpresa, una sinistra che per mesi è stata convinta di vincere a man bassa (più sfruttando il pessimo ricordo della giunta Destro, che altro). Zanonato è lievemente in testa con il 45,7%, Marin lo insidia da vicino con il 44,9%.
Agli altri le briciole, Terranova (UDC) si ferma al 3%, facendo uscire per la prima volta i centristi dal consiglio comunale, Covi (Intesa Veneta), pur avendo due assessori uscenti in lista, si ferma all’ 1,8%, e nemmeno lui raggiunge il quorum, agli altri le briciole.
Da notare che dei 10 assessori della giunta Zanonato, ben 4 sono già stati trombati, oltre ai due “Coviani”, anche gli assessori Boldrin e Ruffini, (l’una a capo di una lista personale che ha raccolto appena lo 0,5%, l’altra capolista di Rifondazione) sono state clamorosamente mandate a casa, non è un bel segnale per Zanonato. Al secondo turno l’UDC e Covi, probabilmente appoggeranno Marin, gli uni per un assessorato, l’altro per un posto in regione. I conti dicono che Marin, con questi apparentamenti abbia il 50,9%, ma si tratta di calcoli arbitrari, come sappiamo in politica 2+2 non fa 4, anzi, talvolta fa 1 (vedi Sinistra Arcobaleno). Zanonato, gravemente trafitto ma non sconfitto, ha già messo in piedi la macchina da guerra. Il triangolo Mattiazzo (vescovo e zio di Zanonato), Monestier (direttore del Mattino), Milanesi (quasi ex rettore dell’università), sta facendo di tutto per aiutare il sindaco preferito dalla Lehman Brothers, dando sfogo a tutta la loro potenza.
Per sbrogliare la situazione, che vede Marin arrembante ma non ancora favorito, urge una capatina di Bossi e Berlusconi. Hanno detto che si sarebbero impegnati ai ballottaggi? Beh, allora vengano a Padova al più presto, altrimenti Marin potrebbe non farcela solo con le sue sole forze.
Già nel ’95 Zanonato sopravvisse al ballottaggio contro il candidato del centrodestra, pur avendo preso ben 7 punti di distacco al primo turno, nel ’99 invece la Destro chiuse lievemente davanti a don Zano già al primo turno, chiudendo con una vittoria al cardiopalmo al ballottaggio. Cinque anni fa invece, non ci fu storia, Zanonato prevalse al primo turno col 52% dei voti, infliggendo un pesantissimo passivo di 18 punti alla Destro.
Ora Zanonato parte con una vantaggio dello 0,8 su Marin, ma potrà contare solo sull’appoggio
dei Verdi e dei grillini, per vincere dovrà dar sfogo a tutta la potenza dell’apparato capillare della sinistra padovana, altrimenti dovrà dire addio a palazzo Moroni, e probabilmente anche alla sua carriera politica.

Verona

Anche qui nessuna sorpresa, Verona si conferma bastione inespugnabile, il Pidiellino Govanni Miozzo sfiora il 60%, il semisconosciuto Piddino Zardini (non appoggiato nemmeno dalla sinistra estrema) si ferma al 23%. Buona performance del candidato dell’ UDC, Rossi, che supera l’8%, mentre il candidato di PRC/SL, Campagnari ottiene appena il 3%, facendo uscire la sinistra estrema dal consiglio provinciale per la prima volta. Il PDL è però costretto a cedere il ruolo di primo partito alla Lega, gli azzurri si fermano al 25%, mentre il Carroccio sfiora il 34%.

Belluno

Sergio Reolon è un osso duro, e questo si sapeva, ma si è rivelato molto più forte di quanto pensassi. Il presidente uscente ha ottenuto il 41%, prendendo ben 6 punti in più di quanto ottenuto dalla sua coalizione alle europee. Il Leghista Bottacin è in testa con il 47%, ma paga la concorrenza dell’UDC (il loro candidato, De Cesaro sfiora l’8%) e degli autonomisti del P.A.B. (che superano di poco il 2%) oltre alla maggior notorietà di Reolon.
Purtroppo il risultato di cinque anni fa non è un ottimo precedente. Nel 2004 Reolon prese, al primo turno, il 40%, contro il 39% del rivale Pra. Il candidato leghista si fermò al 9%. I numeri avrebbero dovuto dar ragione al centrodestra, invece Reolon si impose con un margine superiore alle previsioni, sfiorando il 57% dei consensi al ballottaggio. Ecco perché quella che ritenevo la partita più facile (fra le province del PD) si trasforma in una trappola mortale, è necessario l’apparentamento con l’UDC (sigh), più capatina di Bossi e Berlusconi, altrimenti sarà difficilissimo scalzare la sinistra.

Venezia

Per un pelo. C’è mancato pochissimo alla Leghista Zaccariotto per chiudere i conti fin dal primo turno, e strappare alla sinistra un feudo storico, e che fino a un anno fa sembrava inespugnabile. Il sindaco di San Donà si è fermata al 48,4%, rifilando ben 7 punti all’uscente Zoggia, un margine grande, ma non sufficiente. Anche qui la Zac paga la concorrenza dell’UDC, quasi al 6%, e pure qui bisognerà venire a patti coi centristi, magari dandogli un assessorato. Comunque, qui mi sento più tranquillo che non a Belluno, Zoggia ha messo insieme tutto quello che poteva, un apparentamento del PD con l’UDC è irrealistico, per il semplice fatto che se così fosse i centristi sarebbero immediatamente sbattuti fuori dalla giunta regionale. E questa è un’arma di ricatto molto forte per dei professionisti della poltrona, quali sono i cari vecchi democristiani. Penso che la Zac ce la farà anche senza l’aiuto di Bossi e Berlusconi, ma una visitina di uno dei due non è cosa sgradita.

Rovigo

E anche qui c’è mancato veramente poco. Il leghista Contiero è stato a lungo sopra la soglia del 50%, per poi capitolare all’ultimo fermandosi al 48,7%. La Piddina Virgili è staccatissima, ferma al 36,7%, ma al ballottaggio aggiungerà il 5% di Rifondazione, andata da sola. Mentre Contiero aggiungerà il 6% dell’UDC, che, come ho già detto non può appoggiare le sinistre, almeno qui in Veneto. Credo che Contiero ce la farà, anche senza visite di Bossi e Berlusconi, ma se fanno una capatina male non è.

Giovanni Rettore

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