Gli inciuci del nostro premier godereccio e i perbenisti scandalizzati
Gli inciuci del nostro premier godereccio, sempre alla ricerca di una giovane e attraente donna da sedurre, hanno provocato lo scandalo delle anime belle perbeniste e ipocrite, che vorrebbero un presidente del consiglio fedele alla propria moglie, senza vizi e moralmente impeccabile. Abbiamo origliato e sbirciato dal buco della serratura tutto quello che c’era da vedere e sentire, oltrepassando ogni confine della privacy e poi ci siamo prontamente scandalizzati. Ci siamo scandalizzati per la storiella più antica del mondo, un classico della letteratura: les putaines de cour, le puttane di corte, che desiderano essere sedotte dal re per ottenere favori personali, regalie, denaro ecc. Abbiamo puntato il dito inferociti e mandato al rogo il peccatore impuro!, e poi con la bava alla bocca invocato la moralità perduta del nostro presidente… Proprio noi che adoriamo vivere in modo libertino e spregiudicato la nostra vita e la nostra sessualità, proprio noi ora non ammettiamo che altri sgarrino alla regola morale. E quale sarebbe la regola morale da seguire? Noi che sbandieravano il relativismo etico e l’anarchia morale in contrapposizione ai principi universali contenuti nella fede cristiana e negli insegnamenti di Gesù, adesso ci ritroviamo dalla stessa parte dei chierici a condannare un uomo colpevole di non aver ottemperato rettamente ai principi morali. Siamo o non siamo un branco di squallidi moralisti?
Se non ricordo male, Benedetto Croce in “Etica e politica” scriveva che come un poeta viene giudicato per quello che scrive e come lo scrive – tanto che una poesia sublime resta tale anche se il suo autore è un ubriacone oppure un lussurioso – allo stesso modo va considerata l’arte politica e l’uomo politico. Un uomo onesto e tutto d’un pezzo potrà essere certamente marito fedele, ma non è detto che sia al contempo abile politico. Così come un pessimo marito, un uomo amante delle bella vita e delle belle donne, può rivelarsi in effetti politico geniale e coraggioso, amato dal popolo e stravotato. Il popolo è sovrano secondo la nostra costituzione e l’eletto dal popolo è intoccabile, come l’ape regina.
Fabio Franchi, Spring Street