HAWAII
Capitale: Honolulu
Città maggiore: Honolulu
Abitanti: 1.300.000
Senato statale 23 Dem, 2 Rep
Camera statale: 45 Dem, 6 Rep
Governatore: Linda Lingle
Senatori Daniel Inouye; Daniel Akaka
Affiliazione Partitica
Democratici: 45%
Indipendenti: 35%
Repubblicani: 20%
Etnie
Asiatici: 58%
Bianchi: 37%
Afro-Americani: 3%
Ispanici: 2%
Religioni
Atei/Altri: 44%
Protestanti: 31%
Cattolici: 25%
Le sfide
Governatore
L’arcipelago delle Hawaii, da quando è stato ammesso all’Unione negli anni ’60 ha votato per i repubblicani solo due volte, nel 1972 e nel 1984. Alle ultime presidenziali ha poi dato ai democratici un impressionante 72%, anche se va detto che il risultato è un po’ drogato dal fatto che Obama è originario di queste parti. Contrariamente a quanto accade in quasi tutti gli altri stati, qui i repubblicani tutto sommato tengono ad Honolulu e franano in tutto il resto dell’arcipelago. Il motivo è presto spiegato, la gran parte della comunità bianca risiede ad Honolulu, ed i bianchi votano repubblicano. Nonostante lo status di roccaforte democratica dell’arcipelago, la governatrice in carica è una repubblicana, Linda Lingle, eletta nel 2002 e rieletta a furor di popolo nel 2006 con il 63% dei consensi. La Lingle non può però ricandidarsi per un terzo mandato, e questo da ai democratici la grossa chance di riprendere il governo dell’ “Aloha State”. Il candidato repubblicano, il vice-governatore Duke Aiona, è fortemente svantaggiato contro i candidati democratici, l’ex rappresentante Neil Abercrombie ed il sindaco di Honolulu, Hanneman. Nei sondaggi lo svantaggio di Aiona è praticamente identico contro entrambi, ai repubblicani non serve quindi augurarsi la vittoria dell’uno o dell’altro alle primarie. Salvo scossoni, le Hawaii torneranno blu. Molti analisti classificano ancora la corsa come “leaning”, noi facciamo un passo in più, e diciamo direttamente DNC Solid
L’arcipelago delle Hawaii, da quando è stato ammesso all’Unione negli anni ’60 ha votato per i repubblicani solo due volte, nel 1972 e nel 1984. Alle ultime presidenziali ha poi dato ai democratici un impressionante 72%, anche se va detto che il risultato è un po’ drogato dal fatto che Obama è originario di queste parti. Contrariamente a quanto accade in quasi tutti gli altri stati, qui i repubblicani tutto sommato tengono ad Honolulu e franano in tutto il resto dell’arcipelago. Il motivo è presto spiegato, la gran parte della comunità bianca risiede ad Honolulu, ed i bianchi votano repubblicano. Nonostante lo status di roccaforte democratica dell’arcipelago, la governatrice in carica è una repubblicana, Linda Lingle, eletta nel 2002 e rieletta a furor di popolo nel 2006 con il 63% dei consensi. La Lingle non può però ricandidarsi per un terzo mandato, e questo da ai democratici la grossa chance di riprendere il governo dell’ “Aloha State”. Il candidato repubblicano, il vice-governatore Duke Aiona, è fortemente svantaggiato contro i candidati democratici, l’ex rappresentante Neil Abercrombie ed il sindaco di Honolulu, Hanneman. Nei sondaggi lo svantaggio di Aiona è praticamente identico contro entrambi, ai repubblicani non serve quindi augurarsi la vittoria dell’uno o dell’altro alle primarie. Salvo scossoni, le Hawaii torneranno blu. Molti analisti classificano ancora la corsa come “leaning”, noi facciamo un passo in più, e diciamo direttamente DNC Solid
Senato
Molte voci correvano sul possibile ritiro della mummia uscente, l’86enne Daniel Inouye. La vecchia cariatide, in carica da 8 mandati e rieletto nel 2002 col 75% ha invece deciso di candidarsi di nuovo, anche se forse non riuscirà a resistere alla natura per tutti i sei anni del mandato. Inouye, grazie alla morte di Robert Byrd è inoltre divenuto il decano del senato e presidente della commissione appropriazioni del senato, la commissione più ambita in quanto responsabile per i trasferimenti del denaro federale ai singoli stati, due motivi che pongono ulteriormente a favore di una sua ennesima rielezione a furor di popolo. In caso di ritiro di Inouye, la governatrice Linda Lingle era pronta a candidarsi e tentare di arpionare il seggio, ma la ricandidatura della mummia la costringe a rimandare i propositi di approdo al Campidoglio al 2012 quando l’altra cariatide hawaiana, Daniel Akaka avrà 88 anni e non dovrebbe tentare la sfida a Madre Natura. La Lingle non sembra intenzionata quindi a tentare la sfida contro Inouye, ed anche qualora lo facesse non sarebbe comunque in grado di rovesciare la situazione andando incontro ad una sconfitta onorevole. DNC Solid
Molte voci correvano sul possibile ritiro della mummia uscente, l’86enne Daniel Inouye. La vecchia cariatide, in carica da 8 mandati e rieletto nel 2002 col 75% ha invece deciso di candidarsi di nuovo, anche se forse non riuscirà a resistere alla natura per tutti i sei anni del mandato. Inouye, grazie alla morte di Robert Byrd è inoltre divenuto il decano del senato e presidente della commissione appropriazioni del senato, la commissione più ambita in quanto responsabile per i trasferimenti del denaro federale ai singoli stati, due motivi che pongono ulteriormente a favore di una sua ennesima rielezione a furor di popolo. In caso di ritiro di Inouye, la governatrice Linda Lingle era pronta a candidarsi e tentare di arpionare il seggio, ma la ricandidatura della mummia la costringe a rimandare i propositi di approdo al Campidoglio al 2012 quando l’altra cariatide hawaiana, Daniel Akaka avrà 88 anni e non dovrebbe tentare la sfida a Madre Natura. La Lingle non sembra intenzionata quindi a tentare la sfida contro Inouye, ed anche qualora lo facesse non sarebbe comunque in grado di rovesciare la situazione andando incontro ad una sconfitta onorevole. DNC Solid
Camera
Poche settimane fa un risultato clamoroso alle elezioni supplettive per il primo distretto ha scosso i democratici. Sfruttando l’auto-lesionismo liberal i repubblicani riuscivano a sottrarre il primo distretto, anche se soprattutto grazie alla divisione dei democratici. Il 40% ottenuto dal neo-rappresentante Charles Djou è comunque un risultato ragguardevole, di ben 12 punti superiore rispetto a quello ottenuto da John McCain nel 2008. Se non ripeteranno la sciocchezza, i democratici dovrebbero recuperare il primo distretto, ma comunque il risultato del GOP è molto incoraggiante a livello nazionale. Nel secondo distretto nessun problema per l’uscente Hirono. Direi con buona sicurezza 2-0 per i democratici.
Contiamo
– Senato, da 40–27–2–0 a 41–27–2–0.
– Camera, da 5–3–0–1 a 7–3–0–1.
– Governatori, da 7–9–1–0 a 8–9–1–0.
Giovanni Rettore ed il solito And-L