MAINE
Capitale: Augusta
Città maggiore:Portland
Abitanti: 1.300.000
Senato statale 20 Dem, 15 Rep
Camera statale: 95 Dem, 55 Rep, 1 Ind
Governatore: John Baldacci
Senatori Olimpia Snowe; Susan Collins
Affiliazione Partitica
Indipendenti: 39%
Democratici: 36%
Repubblicani: 25%
Etnie
Bianchi: 96%
Altri: 4%
Religioni
Protestanti: 45%
Cattolici: 37%
Atei/Altri: 18%
Le sfide
Governatore
Il Maine, a causa dei romanzi di Stephen King e dei telefilm di Jessica Fletcher, ha la pessima fama di essere un covo di assassini psicopatici ed assetati di sangue. In realtà invece il “Pine Tree State” è, eccezion fatta per il paesino di Cabot Cove (per i noti motivi dotato d’un tasso di morti per omicidio superiore a quello di Chicago), uno degli stati più sicuri d’America. Un posto tranquillo, abitato da boscaioli e pescatori, senza grandi aree metropolitane (Portland, la città più grande ha 60mila abitanti) ed etnicamente molto omogeneo. Il Maine è stato uno degli ultimi stati del New England ad essersi arreso all’avanzata democratica nella regionen ed è rimasto a lungo uno dei fortini più impenetrabili del GOP. Poi, negli anni ’90, il progressivo slittamento. Se nel ’92 il GOP poteva dar la colpa della sconfitta nel “Pine Tree State” a Ross-Perot, i risultati del ’96 e del ’00 rendevano ormai chiaro che il Maine aveva svoltato a sinistra. L’ultimo repubblicano a prendere i voti elettorali del Maine è stato Bush senior nell’ ’88. Se a livello nazionale il Maine è ormai blu, a livello locale l’alto numero di indipendenti da spesso atto a sorprese clamorose. Sono infatti repubblicane ambo le senatrici dello stato, Snowe e Collins (trattasi però di repubblicane centriste), dal ’95 al ’03 il Maine ha addirittura avuto un governatore indipendente, Angus King, ed è uno dei pochi stati ad avere degli indipendenti nel congresso statale. Il governatore in carica, il democratico Baldacci è stato rieletto per un secondo mandato nel 2006, ma con appena il 38% dei consensi (il 32% degli abitanti del Maine nel 2006 non votò per nessuno dei due principali candidati, sempre per far capire lo spirito d’indipendenza del Maine) e non può ricandidarsi. Nel 2010 si vota per la camera e per il governatore ma non per il senato. Per quanto riguarda la sfida per la poltrona di governatore i candidati sono, Libby Mitchell, presidente del senato statale, per i democratici e Paul LePage, sindaco repubblicano della cittadina di Waterville, a sorpresa vincitore delle primarie GOP. I sondaggi al momento sono scarsini, l’unico che abbiamo a disposizione dopo le primarie è un Rasmussen che da LePage a +9. Dato che RR ultimamente sembra un po’ di parte, attendiamo ulteriori rilevazioni per dare un pronostico. Dato il seggio “aperto”, due candidati non ancora conosciutissimi, e la presenza di candidati indipendenti che, come da tradizione dello stato, porteranno via consensi ai due sfidanti, diamo TOSS-UP, poi si vedrà.
Il Maine, a causa dei romanzi di Stephen King e dei telefilm di Jessica Fletcher, ha la pessima fama di essere un covo di assassini psicopatici ed assetati di sangue. In realtà invece il “Pine Tree State” è, eccezion fatta per il paesino di Cabot Cove (per i noti motivi dotato d’un tasso di morti per omicidio superiore a quello di Chicago), uno degli stati più sicuri d’America. Un posto tranquillo, abitato da boscaioli e pescatori, senza grandi aree metropolitane (Portland, la città più grande ha 60mila abitanti) ed etnicamente molto omogeneo. Il Maine è stato uno degli ultimi stati del New England ad essersi arreso all’avanzata democratica nella regionen ed è rimasto a lungo uno dei fortini più impenetrabili del GOP. Poi, negli anni ’90, il progressivo slittamento. Se nel ’92 il GOP poteva dar la colpa della sconfitta nel “Pine Tree State” a Ross-Perot, i risultati del ’96 e del ’00 rendevano ormai chiaro che il Maine aveva svoltato a sinistra. L’ultimo repubblicano a prendere i voti elettorali del Maine è stato Bush senior nell’ ’88. Se a livello nazionale il Maine è ormai blu, a livello locale l’alto numero di indipendenti da spesso atto a sorprese clamorose. Sono infatti repubblicane ambo le senatrici dello stato, Snowe e Collins (trattasi però di repubblicane centriste), dal ’95 al ’03 il Maine ha addirittura avuto un governatore indipendente, Angus King, ed è uno dei pochi stati ad avere degli indipendenti nel congresso statale. Il governatore in carica, il democratico Baldacci è stato rieletto per un secondo mandato nel 2006, ma con appena il 38% dei consensi (il 32% degli abitanti del Maine nel 2006 non votò per nessuno dei due principali candidati, sempre per far capire lo spirito d’indipendenza del Maine) e non può ricandidarsi. Nel 2010 si vota per la camera e per il governatore ma non per il senato. Per quanto riguarda la sfida per la poltrona di governatore i candidati sono, Libby Mitchell, presidente del senato statale, per i democratici e Paul LePage, sindaco repubblicano della cittadina di Waterville, a sorpresa vincitore delle primarie GOP. I sondaggi al momento sono scarsini, l’unico che abbiamo a disposizione dopo le primarie è un Rasmussen che da LePage a +9. Dato che RR ultimamente sembra un po’ di parte, attendiamo ulteriori rilevazioni per dare un pronostico. Dato il seggio “aperto”, due candidati non ancora conosciutissimi, e la presenza di candidati indipendenti che, come da tradizione dello stato, porteranno via consensi ai due sfidanti, diamo TOSS-UP, poi si vedrà.
Camera
Il “Pine Tree State” ha due seggi alla camera, entrambe rappresentati dai democratici. Il 1° distretto, comprendente l’area metropolitana di Portland, è assolutamente inattaccabile. Non altrettanto si può invece dire del 2° distretto, comprendente le aree rurali e più conservatrici dello stato. I repubblicani sul 2° distretto nutrono speranze, anche se l’uscente Michaud, democratico moderato ed anti-abortista, è piuttosto forte. Per fortuna del GOP però s’è candidata come indipendente Jeanine Bright, sfidante democratica di Olimpia Snowe al senato nel 2006. In attesa di vedere quanti voti la Bright potrà portare via a Michaud, e se quindi la sua candidatura possa riaprire una sfida altrimenti chiusa, diamo un 2-0 per i democratici.
Contiamo
– Senato, 41–27–2–0
– Camera, da 7–3–0–1 a 9–3–0–1.
– Governatori, da 8–9–1–0 a 8–9–1–1.
Giovanni Rettore ed il solito And-L