La grande crisi dei 2 maggiori partiti italiani

Articolo sugli scenari passati, presenti e futuri dell’Italia, by Gpg Imperatrice


2008 – LA NASCITA DEI 2 GRANDI PARTITI – LA SPERANZA

Nel 2008 VELTRONI, lancio’ definitivamente il PD, unione tra i socialdemocratici dei DEMOCRATICI DI SINISTRA ed i cattolico-liberali della MARGHERITA, formazioni accreditate rispettivamente del 20% e dell’11%; il partito si proponeva di diventare uno dei 2 pilastri della Politica Italiana, e per superare la palude dei micro-partitini, lancio’ la teoria dell’autosuffucienza, evitando le alleanze con le formazioni minori (in pratica, grazie al sistema elettorale ed al voto utile, il PD avrebbe drenato voti alle piccolo formazioni politiche riottose ed inconcludenti).

In successione, BERLUSCONI fece un’analoga operazione nel CDX, creando il PDL, unione tra i liberali di FORZA ITALIA e la destra sociale di ALLEANZA NAZIONALE, formazioni accreditate rispettivamente del 25% e del 12%.


ELEZIONI 2008 – IL SUCCESSO DEI 2 PARTITI ED I PRIMI ERRORI

Le 2 formazioni si presentarono alle elezioni del 2008 raccogliendo ben il 71% dei consensi, 37 e mezzo il PDL e 33 e mezzo il PD.

Gia’ allora pero’, commisero 3 errori madornali dal punto di vista strategico:

1)      consentirono l’alleanza ad altre formazioni (ITALIA DEI VALORI da una parte e LEGA NORD ed MPA dall’altra), che di fatto ebbero un grosso successo, in quanto il loro voto risultava utile e decisivo

2)      non vollero o non riuscirono ad aggregare all’interno dei 2 partiti, alcune formazioni storiche (SOCIALISTI e VERDI da una parte, cattolici dell’UDC dall’altra)

3)      i 2 partiti nacquero con una “fusione fredda”, ed al loro interno restavano le correnti e le differenze culturali dei partiti di origine; inoltre dal punto di vista programmatico, erano generici e privi di una Chiara identita’

Se PD e PDL, si fossero presentati alla elezioni senza alleanze, ed aggregando le forze sopra indicate, verosimilmente avrebbero raccolto circa l’80-83% dei voti (sul 43-45% il PDL ed il 37-38% il PD).

Il risultato elettorale avrebbe comunque visto prevalere il PDL, ma comunque si sarebbe sancito una sorta di bipartitismo nel paese, che poteva rimanere stabile, aggiornando le leggi elettorali delle elezioni locali a quella nazionale, mettendo sbarramenti piu’ alti.

Chiaramente, nei 2 partiti, doveva anche esserci un’evoluzione democratica interna che ne rafforzasse le rispettive identita’, ed in parallelo, dovevano mantenere salda la politica delle “non alleanze”


2009 – L’INIZIO DELL’ARRETRAMENTO

Nel 2009, vi sono varie elezioni (locali ed europee). Il PD riprende a fare alleanze “ampie”, ed il PDL conferma le alleanze con LEGA e partitini.

LEGA ed IDV, presenti in parlamento, hanno ampia visibilita’.
L’esito delle elezioni europee e’ scontato: I 2 partitoni crollano e perdono 10 punti, piazzandosi al 35% ed al 26%.

Particolarmente penalizzato il PD, dove la gestione “confusionaria” del segretario FRANCESCHINI, fa pagare al partito una forte perdita verso IDV ed una rinata e frammentata SINISTRA (il cui voto torna “utile” alle amministrative).

Nel CDX la LEGA continua a “mangiarsi” elettori dal PDL e va al Massimo storico.

LEGA ed IDV, appaioni agli elettori come forze il cui voto e’ “utile”, ed al tempo stesso parlano linguaggi piu’ semplici e comprensivi, e tutto sommato sono assai piu’ coese dei 2 partitoni.


PRIMO SEMESTRE 2010 – IL LOGORAMENTO E LA RINCORSA DEL “GAMBERO” TRA PDL E PD

Nel 2010 accadono molte cose.

Nel PD c’e’ un nuovo segretario, BERSANI, di stampo Social-Democratico e D’Alemiano. La strategia e’ nuova: alleanze a largo spettro in funzione anti-Berlusconiana; le prime crepe si intravedono con la “scissione” di RUTELLI, cofondatore del PD, che crea l’API, in polemica con la politica socialdemocratica del Leader.

Nel PDL, il logoramento viene dal cofondatore FINI che ogni giorno, per insoddisfazione personale e politica fa il contro-canto a BERLUSCONI quotidianamente, e ne mina la Leadership.

In parallelo vi sono 2 situazioni mal-gestite: la ribellione “siciliana di Micciche’” con la creazione del PDL Sicilia, nonche’ l’allontanamento dal governo di parlamentari del PDL, cui era stato consentita la creazione di gruppuscoli parlamentari autonomi.

Le Regionali del 2010 segnano un’ulteriore arretramento dei 2 partitoni, tra l’altro in un quadro di astensionismo dilagante, a circa il 57% dei consensi (sul 30-31% il PDL, sul 26-27% il PD), con perdite elettorali dal PDL, ancora una volta in direzione della LEGA al nord, e di partituccoli localisti al Sud.

Il PD resta inchiodato al pessimo risultato delle Europee, e non sfrutta l’agio di essere all’opposizione, nella cui area ormai proliferano e crescono sulla sinistra anche nuovi temibili concorrenti (SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA’ di VENTOLA ed il MOVIMENTO 5 STELLE di GRILLO) in grado di drenare consensi di “sinistra” ed “incazzati” dal PD.


ESTATE 2010 – LE ROTTURE

Nella recente estate si e’ di fatto consumata la scissione dal PDL di FUTURO E LIBERTA’ del cofondatore FINI. Inoltre vi sono evidenti ulteriori scricchiolii localmente (Micciche’ in Sicilia, Pisanu in Sardegna, Galan in Veneto) che preludono a future nuove piccolo scissioni. Il governo e’ in agonia.

Sul fronte opposto, il PD continua a vivere contrasti interni, e non approfitta della situazione eccellente; il leader fondatore VELTRONI e l’anima cattolica ex-popolare di FIORONI, aprono un fuoco di fila in direzione del segretario, che non lascia presagire niente di buono. Anche in questo caso, come per FINI, vi sono motivi di insoddisfazione personale dei protagonisti di queste vicende, associati a divergenze politiche e strategiche.

Nel frattempo i 2 partitoni soffrono, e nei sondaggi si piazzano al 53-56%, 28-30% il PDL, 25-26% il PD.


UNO SGUARDO AL FUTURO – LA DEFLAGRAZIONE

Personalmente, come ritengo da tempo, e’ inevitabile un’ulteriore forte arretramento dei 2 partiti in questione. In questa fase e’ il PDL in tracollo, ma per il PD l’appuntamento e’ soltanto rinviato.

Il PDL tendera’ sempre piu’ ad assomigliare ad una FORZA ITALIA con l’innesto di qualche colonnello di AN, e con un profilo programmatico di fatto inesistente; il logoramento del governo fara’ il resto.

Ma anche il PD tendera’ sempre piu’ ad assomigliare ai DS con l’innesto di qualche colonnello della MARGHERITA, anch’esso con una programma di fatto inesistente ed in preda a dissidi e conflitti interni.

Vi sono 4 fattori da condiderare:

1)    IL LOGORAMENTO DEL GOVERNO: inevitabilmente avra’ conseguenze sul PDL col passare del tempo, ch ne paghera’ un’alto prezzo dal punto di vista dell’immagine e dei consensi.

2)    IL LOGORAMENTO DELLA POLITICA E LA CRISI DEL PAESE: cio’ avra’ conseguenze su TUTTI, ed inevitabilmente spingera’ molti elettori di ambedue gli schieramenti verso l’ASTENSIONE; saranno proprio i partiti piu’ grossi a pagare il prezzo piu’ alto, e se ne avvantaggeranno le forze coese e radicali (LEGA, M5S, SEL).

3)    DIGREGAZIONE: in questa fase il numero di partiti presenti tende ad aumentare, anche in conseguenza della STRATEGIA DELLE ALLEANZE DEI 2 GROSSI PARTITI, che prevede di frenare le emoragie di voti e rendere le coalizioni piu’ competitive, allargando il numero di alleati. Il PDL, oltre alla LEGA, sta creando alleanze con LA DESTRA oggi, e domani magari con PARTITINI CATTOLICI EX-UDC e PARTITINI LOCALISTICI MERIGIONALI, magari nati dal suo seno. Anche il PD, oltre all’IDV, sta guardando a SEL, I VERDI, I SOCIALISTI, e probabilmente anche a RADICALI ed FDS. Si consideri, poi, che UDC, API, FLI ed MPA saranno della partita, come l’M5S. Allargandosi novevolmente l’OFFERTA, si ridurranno I consensi per I 2 grossi partiti.

4)    SCISSIONI: la STRATEGIA DELLE ALLEANZE A LARGO SPETTRO DEI 2 GROSSI PARTITI incentiva le scissioni, in particolare degli scontenti, che cosi’, essendo determinanti ed utili, hanno convenienza a farsi gruppi. Dopo FINI e RUTELLI, a mio avviso, nel breve e medio periodo, vedremo altre scissioni. Nel PDL vedo probabile la scissione di disomogenei GRUPPI DEL SUD E LOCALISTICI (MICCICHE’, MASTELLA, PISANU, GALAN, ROTONDI). Nel PD sono verosimili le scissioni degli EX-POPOLARI di FIORONI, e dei VELTRONIANI, e non escluderei del tutto un domani la scissione dell’anima piu’ LAICO-SOCIALISTA, incarnata da MARINO alle scorse primarie, in direzione di VENDOLA. Poi si sa che le frane, in genere, acquistano vigore andando verso valle, e solo la “convenienza” puo’ frenarle (la convenienza c’e’ se non c’e’ dissuasione).

Il risultato sara’ un’ULTERIORE PERDITA ELETTORALE via via nel tempo dei 2 PARTITONI, che a mio avviso si stabilizzerano nel medio ternime attorno al 20-25%, vale a dire le percentuali che avevano un tempo FORZA ITALIA ed I DS.

E’ chiaro che tale ITALIA sara’ ancora piu’ ANARCHICA di oggi, e sono prevedibili anche fenomeni di RI-AGGREGAZIONE, oggi inimmaginabili.

I 2 partitoni, si solleveranno solo se avranno NUOVI LEADERS e se si sapranno mettere d’accordo su SISTEMI ELETTORALI ANTI-DISGREGANTI (anche alle amministrative) e su un CODICE DI COMPORTAMENTO CAVALLERESCO (evitare di farsi le scarpe a vicenda, incantivando fughe parrlamentari).

Nell’ITALIA DI DOMANI, a meno di eventi traumatici o dell’emergere di nuovi e capaci Leaders nei 2 partitoni, vi saranno altre 3 gruppi che incideranno parecchio, anche perche’ portatori di INTERESSI CHIARI per frange consistenti della popolazione Italiana, che I 2 partitoni variopinti, faticano sempre piu’ a rappresentare:

1)    la LEGA NORD, che inevitabilmente, salvo eventi traumatici, crescera’ ancora, in conseguenza della crisi del PDL (oggi e’ sul 12-13%, ma non escluderei una stabilizzazione sul 15%)

2)    un’AREA CENTRISTA MERIDIONALISTA E NAZIONALISTA, che via via si sta formando (FINI, CASINI, RUTELLI, LOMBARDO, MICCICHE’, FIORONI), che magari non si concretizzera’ in un’alleanza, ma che agira’ in modo anarchico, in difesa di interessi comuni; quest’area e’ destinata a crescere elettoralmente, e verosimilmente, seppur marceranno divisi, potrebbero colpire compattamente. Quest’area ha la priorita’ di svuotare elettoralmente il PDL ed il PD, e contrastare la LEGA NORD e L”AREA GIUSTIZIALISTA E SOCIALISTA (tale area oggia naviga sul 12-15%, ma potrebbe via via ampliarsi fino al 15-20%)

3)    un’AREA GIUSTIZIALISTA E SOCIALISTA, che va da IDV a M5S, da SEL a VERDI a FDS. Tale area gia’ oggi supera il 15%, e seppur e’ divisa al proprio interno, e’ ACCOMUNATA DALL’ANTIBERLUSCONISMO VISCERALE ed ha l’interesse primario comune, di “rubare” consensi al PD, e non escluderei una stabilizzazione al 15-20%.

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