Usa 2010, Massachusetts 36/50

Il Massachusetts è il 36esimo stato di questa corsa, la sua capitale è Boston che è anche la città maggiore. Qui risiedono 6.600.000 persone ed alle Elezioni Presidenziali lo stato assegna 12 EV, spesso ai DEM. Il Governatore è Deval Patrick. I due Senatori sono John Kerry e Scott Brown. Alla Camera hanno diritto a 10 rappresentanti, al momento 100. Camera e Senato statali hanno, rispettivamente, la seguente situazione: 14416 e 355. Nella mappa sottostante, il territorio dello stato, suddiviso in contee e colorato con diverse tonalità a seconda della popolosità.
     Affiliazione Partitica
Democratici: 43%
Indipendenti: 40%
Repubblicani: 17% 

Etnie
Bianchi: 80%
Afroamericani: 7%
Ispanici: 7%
Asiatici: 4%
Altri: 2%

Religioni
Cattolici: 48%
Protestanti: 25%
Ebrei: 4%
Atei-Altri: 23%
Le Sfide del 2 Novembre
Governatore

Probabilmente oggi nessuno stato della federazione è associato al partito democratico come il Massachusetts. Il “Bay State” negli ambienti conservatori è noto con nomignoli spregiativi come “Taxachusetts” o “People’s republic of Massachusetts” eppure il Massachusetts non è sempre stato il bunker liberal che oggi conosciamo. Una volta infatti il “Bay State” era uno stato puritano e conservatore. Pare quasi una sorta di versione americana dell’Olanda passata nel giro di poche decadi dal rango di fortino del bigottismo calvinista a quello di simbolo europeo del lassismo secolarista. Il processo di cambiamento cominciò con l’arrivo degli immigrati irlandesi che si schierarono con il partito democratico in contrapposizione agli inglesi protestanti e, soprattutto, cominciarono a fare moltissimi figli. Nel giro di alcune decadi gli irlandesi democratici superarono in numero gli anglosassoni. Il passaggio venne sottolineato anche dalla sfida interna allo stato che per diverse decadi oppose la dinastia democratica ed irlandese dei Kennedy e quella repubblicana e anglosassone dei Cabot-Lodge. Moltissime le sfide che hanno opposto le due dinastie dagli anni ’20 agli anni ’70.  Come sappiamo, hanno vinto i Kennedy ed i democratici che hanno trasformato il Massachusetts nel loro fortino privato. Dal dopoguerra ad oggi solo due repubblicani, Eisenhower e Reagan sono riusciti ad aggiudicarsi i voti dello stato (Reagan tra l’altro per una manciata di voti in ambo le elezioni). Nel 1972 fu l’unico stato in cui McGovern riuscì a prevalere su Nixon, tant’è che quando scoppiò lo scandalo “Watergate” i liberals del Massachusetts misero sulle loro macchine il celebre adesivo “Non prendertela con me. Io vengo dal Massachusetts!”. Tutto questo per farvi capire cosa sia per i democratici il Massachusetts e per farvi capire che razza di doccia fredda sia stata l’elezione al senato del repubblicano Scott Brown lo scorso anno che è andato a rimpiazzare il defunto Ted Kennedy. Tanto era sicura della vittoria la candidata democratica Martha Coakley che dopo la vittoria alle primarie democratiche, che molti consideravano la “vera” elezione, se ne andò tranquilla in vacanza ai Caraibi per due settimane anziché far campagna elettorale. La politica americana insegna però che non bisogna MAI vendere la pelle dell’orso prima di averlo ammazzato e com’è andata a finire lo sappiamo tutti. Ora, a quasi un anno dalla clamorosa batosta il Massachusetts si avvia alle urne per il governatore e per i suoi 10 seggi alla camera. Il governatore uscente è il democratico Deval Patrick che nel 2006 riuscì ad interrompere un dominio repubblicano durato 16 anni ottenendo il 56% dei voti degli abitanti del “Bay State”. Qualcuno si chiederà come sia stato possibile un dominio così lungo dei repubblicani in uno stato “dark blue”. Il motivo sta nel dominio democratico della legislatura statale. Gli abitanti del Massachusetts sono liberal, ma preferivano mettere un “paletto” ai democratici che controllano il congresso statale onde evitare “eccessi”. Insomma, per conservare la “balance of power” era meglio piazzare sulla poltrona di governatore un repubblicano moderato che ponesse il veto alle iniziative più “spregiudicate” dei democratici. Nel 2006 però il “giochetto” non funzionò, a causa di Bush e delle divisioni interne al GOP e prevalse quindi l’afroamericano Deval Patrick. Nel 2008 molti videro in Deval Patrick, un afroamericano eletto in uno stato in cui gli afroamericani sono solo il 7% della popolazione, una sorta di “precursore” di Obama. La tenuta di Patrick a “Beacon Hill” è stata però burrascosa e molti lo considerano da tempo come estremamente vulnerabile. Alcuni aumenti delle tasse non sono infatti piaciuti in uno stato che ha il cuore a sinistra ma il portafoglio ben ancorato a destra (come tutti i progressistissimi stati del New England, il Massachusetts ha un reddito pro-capite più alto della media nazionale. Per la serie “i ricchi votanto repubblicano” e difatti, come sappiamo, i Kennedy fan la carità fuori dalla chiesa la domenica NDA). Questo ha provocato la defezione dal campo democratico del tesoriere statale Tim Cahill che s’è candidato come indipendente. Il problema per il candidato repubblicano Charlie Baker è che Cahill sta forse togliendo più voti a lui che non a Patrick. Nel campo di Cahill comincia a serpeggiare il sospetto di poter essere “colpevoli” della rielezione di Patrick, cosa che sta convincendo molti suoi sostenitori, tra cui il suo candidato vice, a chiudere baracca e burattini e a passare direttamente nel campo di Baker. I sondaggi danno a Patrick un lieve vantaggio (intorno ai 4 punti) e Baker ha una sola assorbire, per quanto possibile, quel residuo 8-10% che nei sondaggi continua a preferire Tim Cahill. La terrificante prospettiva di dover sopportare Deval Patrick altri quattro anni potrebbe replicare quanto avvenuto lo scorso anno nel New Jersey, quando i sostenitori del “terzo incomodo” Daggett nell’urna si turarono il naso e votarono il repubblicano Christie pur di non avere altri quattro anni di Corzine (Daggett prese il 5% dei voti quando i sondaggi lo davano intorno al 10%). Considerando la scarsa popolarità di Patrick ed il fattore “voto utile” quindi diciamo Toss-Up


Camera
Il Massachusetts invia 10 rappresentanti a Capitol Hill. Questi 10 rappresentanti sono tutti del partito democratico da ormai 14 anni. L’unico distretto che in questa elezione può essere effettivamente preda dei repubblicani è il 10° che è per l’appunto il collegio meno “liberal” dello stato il cui rappresentante democratico ha deciso di ritirarsi. Negli altri 9 collegi non dovrebbero esserci sorprese per i liberals. Pronostico 9 DNC 1 Toss-Up


Contiamo
– Senato, da 444123 a 444123.
– Camera, da 5483011 a
6383012.
– Governatori, da
132213 a 132214.


Giovanni Rettore e And-L

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