Il Missouri è uno dei “termometri politici” della federazione per antonomasia. Dal 1904 al 2008 lo “Show me state” ha sempre votato per il candidato poi risultato vincente, tranne in due occasioni, il 1956, quando preferì Adlai Stevenson a Dwight Eisenhower, ed il 2008 quando John McCain ha prevalso su Obama per una manciata di voti. Proprio per il suo carattere di “termometro” il Missouri è spesso lo stato in cui le varie compagnie fan partire le loro campagne pubblicitarie o i loro nuovi prodotti. Dove va il Missouri va la nazione si dice… o si diceva?. Già, la vittoria di John McCain su Obama nonostante un distacco nazionale di ben 7 punti a favore del candidato democratico fa giungere alla conclusione che, forse, il Missouri non sia più il “termometro” d’America e che, forse, Ohio e Nevada siano oggi più adatti al ruolo. A livello geografico possiamo dividere lo stato essenzialmente in quattro parti. Le due metropoli: Saint Louis e Kansas City, situate ai lati opposti dello stato, votano nettamente democratico. I sobborghi di Kansas City però votano repubblicano, mentre i sobborghi di St. Louis sono più favorevoli ai democratici, infine il resto dello stato vota nettamente repubblicano. Proprio la “svolta” dei sobborghi di Kansas City, passati da “zona swing” a “zona repubblicana”, hanno contribuito alla svolta “conservatrice” dello “Show me State”. Quest’anno il Missouri non vota per il governatore, ma solo per senato e per i suoi 9 seggi alla camera. Il senatore uscente, il repubblicano Kit Bond, s’è ritirato dopo 4 mandati. La sfida è fra due candidati che, sostanzialmente, stan sulle balle a tutti. I repubblicani schierano Roy Blunt, rappresentante del settimo distretto, già vice-capogruppo repubblicano alla camera e padre dell’ex governatore Matt Blunt, governatore disastroso che nel 2008 non si ripresentò nemmeno. I democratici invece mandano la segretaria di stato Robin Carnahan, rampolla di una delle più potenti famiglie del Missouri, è difatti nipote di un ex rappresentante, figlia di un ex governatore e di una ex senatrice e sorella di un rappresentante. Una sfida fra due “insider” in un anno di “outsider” non è il massimo. Tenendo quindi conto che i due sfidanti stanno sui maroni praticamente a tutti l’esito della sfida verterà sull’approvazione delle politiche di Obama e sul modo in cui il vincitore si approccerà alle politiche. Da queste parti l’approvazione del presidente è sempre stata piuttosto bassa ed attualmente è sotto il 40% e di questo ne soffre la signora Carnahan che è passata da un vantaggio di 2-3 punti ad un costante svantaggio nell’ordine degli 8 punti. Nessun sondaggio effettuato da gennaio ha visto la Carnahan in vantaggio sul suo rivale, ed addirittura sondaggisti filo-democratici come PPP o CNN vedono il vantaggio di Blunt molto alto, rispettivamente di 7 e 13 punti. La Carnahan dovrebbe riuscire a recuperare il consenso dei sobborghi di St. Louis e Kansas City per poter riaprire la sfida, ma al momento non sembra in grado di farlo. GOP Leaning, probabilmente questa per i democratici è un’occasione persa.
Contiamo
– Senato, da 44–39–2–3 a 44–40–2–3.
– Camera, da 48–65–0–8 a 51–70–0–9.
– Governatori, da 13–21–1–3 a 13–21–1–3.
Giovanni Rettore e And-L