Usa 2010, Wisconsin 31/50

Il Wisconsin è il 31esimo stato di questa corsa, la sua capitale è Madison ma la città maggiore è Milwaukee. Qui risiedono 5.600.000 persone ed alle Elezioni Presidenziali lo stato assegna 10 EV, spesso ai DEM. Il Governatore è Jim Doyle. I due Senatori sono Herb Kohl e Russ Feingold. Alla Camera hanno diritto a 8 rappresentanti, al momento 53. Camera e Senato statali hanno, rispettivamente, la seguente situazione: 51461 e 1815. Nella mappa sottostante, il territorio dello stato, suddiviso in contee e colorato con diverse tonalità a seconda della popolosità.
  Affiliazione Partitica
Democratici: 39%
Repubblicani: 33%
Indipendenti: 28% 

Etnie
Bianchi: 88%
Afroamericani: 6%
Ispanici: 4%
Altri: 2%

Religioni
Protestanti: 51%
Cattolici: 31%
Atei-Altri: 18%
Le Sfide del 2 Novembre
Governatore
Come molti altri stati del Mid-West il Wisconsin è passato dal rango di roccaforte repubblicana a quello di swing state. Sebbene a livello di elezioni presidenziali non voti per i repubblicani dal 1984, il “Badger State” è e resta uno degli swing state più contesi ed un importante termometro politico della nazione. Sia nel 2000 che nel 2004 la contesa si decise per una manciata di voti a favore di Gore (2000) e Kerry (2004). Nel 2008 invece la landslide nazionale ha consegnato a Barack Obama il 56% dei suffragi di questo stato. A livello geografico il Wisconsin presenta le dinamiche già viste, le due maggiori città, Milwaukee e Madison, votano a grande maggioranza democratico e così anche le zone nord-occidentali in cui abitano i discendenti dei vecchi immigrati di origine scandinava. I sobborghi delle due metropoli, le aree rurali e l’area di Green Bay, terza città dello stato, tendono invece a votare per il GOP. Quest’anno il Wisconsin, come tutta la “Rust Belt” è sotto la lente d’ingrandimento e vota per governatore e senato. Il governatore uscente, il democratico Jim Doyle, rieletto nel 2006 col 53% dei consensi, non correrà per un terzo mandato sebbene le leggi dello stato glielo permettano. Probabilmente influisce la popolarità bassissima del governatore data intorno al 30% nei sondaggi. I democratici inviano il sindaco di Milwaukee, Tom Barrett, i repubblicani invece hanno selezionato il presidente della contea di Milwaukee, Scott Walker. Il fatto di aver selezionato uno sfidante di Milwaukee come Walker, che ha già dato prova di saper attrarre elettori indipendenti e democratici, è una buona scelta per “contenere” quanto più possibile i democratici nella loro roccaforte, i repubblicani devono però stare attenti a non farsi “fregare” nelle zone rurali che già nel 2008 han voltato loro le spalle e che potrebbero non gradire un candidato di Milwaukee. Se però perfino la CNN, che nei suoi sondaggi è imparziale come il TG4 o gli editoriali di Farefuturo, si azzarda a dire che Walker ha 11 punti di vantaggio (tradotto dal “bias” dei cripto-masso-islamico-marxisti della CNN vuol dire che ne ha 15, minimo) vuol dire che effettivamente ci sono problemi. La popolarità di Obama da queste parti non è molto buona e la cosa non va affatto bene in uno stato “termometro” come il Wisconsin. Tra Doyle; Nancy Pelosi in Fini ed Obama è gara a chi fra i tre è più impopolare da queste parti e questo non fa bene ai democratici. GOP Leaning, ma qualcuno comincia già a dare tonalità “scure” alla sfida.

Senato

Russ Feingold, senatore democratico in carica, s’è fatto nei suoi 18 anni passati al Campidoglio la reputazione di anti-casta e c’ha addirittura giocato in campagna elettorale dicendo che la sua tenuta al senato gli ha procurato molti pranzi solitari a Washington D.C. Peccato però che l’idealismo di Feingold abbia prodotto il McCain-Feingold act con cui si proponeva di modificare i finanziamenti. La faccenda è stata solo puro maquillage in stile “Io Fini dico che il fascismo è il male assoluto” (da lì è partita la norma per cui i candidati alla fine dei propri spot dicono l’ormai celebre frase “I’m X and I approve this message”) ed anzi, ha raddoppiato il massimo contributo individuale passato da 1.000 a 2.000 dollari e così le lobby possono versare un po’ più soldi ai lor o prestanome, per il resto, tutto come prima. Feingold non è mai stato un mostro di popolarità nel suo stato e già nel 2004 ottenne un non esaltante 55% contro uno sfidante sconosciuto che in campagna spese la metà di lui. (Il sedicente “nemico delle lobby che pranza da solo a D.C.” nel 2004 raccolse qualcosa come 11 milioni di cui buona parte dalle lobby).  Nonostante questo, sembrava che gli unici due candidati in grado di impensierirlo fossero l’ex governatore Tommy Thompson ed il rappresentante Paul Ryan. Il forfait dei due candidati più forti a disposizione del GOP sembrava aver chiuso la faccenda. Gli osservatori più attenti però non avrebbero dovuto farsi ingannare dal nome poco altisonante del candidato dei TEA Party, Ron Johnson. Come ho detto, in un ciclo “neutro” come quello del 2004 Feingold non esaltò contro uno sfidante oggettivamente poco temibile, e gli osservatori più attenti avrebbero dovuto capire che un democratico rieletto col 55%, chiunque fosse e chiunque fosse il suo sfidante, in questo ciclo elettorale era in pericolo e che quando Rasmussen Reports diceva già verso Marzo-Aprile che Feingold era in pericolo non stava sparando boiate, ma stava dando concreti segnali d’allarme. Ecco quindi che quando i sondaggi han cominciato a dare prima la situazione in parità e poi a mostrare lo smottamento definitivo con Johnson in vantaggio sempre crescente (siamo ormai intorno agli 8-10 punti per tutti i sondaggisti) gli osservatori più attenti non avrebbero dovuto sorprendersi così tanto. Feingold tenta il tutto per tutto, coraggiosamente si fa vedere accanto ad Obama in campagna quando altri lo evitano come la peste ma commette un passo falso clamoroso. Feingold accusa “Johnson vuole promuovere lo sfruttamento dei giacimenti di petrolio nel lago Michigan (attualmente vietato NDA)” peccato però che mentre Johnson dice di essersi sempre opposto, e non c’è prova del contrario, può tirare fuori la “carta che scotta” senza nemmeno bisogno di andare a Saint Lucia. Già, carta canta “signor Feingold, tu, da senatore del Wisconsin, hai votato NO alla legge sulla protezione del lago Michigan dall’estrazione del petrolio”  dice lo spot di Johnson. GOP Leaning, ma ormai solo un miracolo può salvare Feingold dalla disfatta.

Camera
Il Wisconsin ha diritto a dieci rappresentanti a Capitol Hill. Di questi attualmente 5 sono democratici e 3 repubblicani. Due dei cinque rappresentanti democratici hanno deciso di ritirarsi ed entrambe rappresentano distretti “swing” il cui passaggio nelle file repubblicane è assai probabile. Il pronostico è quindi di 53 per i repubblicani con buona probabilità. Da guardare anche la sfida per il congresso statale, passato nel 2006 ad un controllo democratico ma che potrebbe seriamente tornare indietro.


Contiamo
– Senato, da 433823 a 433923.
– Camera, da 395808 a
426308.
– Governatori, da
122013 a 122113.


Giovanni Rettore e And-L

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