La caduta di storiche roccaforti, sfide al cardiopalma decise all’ultimo voto, clamorose sconfitte che hanno lasciato il segno. L’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle ha determinato un ridisegno degli equilibri di forza politico-elettorali in Italia. Fondamentali, da questo punto di vista, sono state le elezioni regionali, svoltesi il 28 e il 29 Marzo, che hanno sancito l’avanzata del centrodestra e un generale arretramento del centrosinistra, che ha dovuto cedere il passo in ben quattro regioni dove era maggioranza. Fra i risultati più eclatanti c’è il Piemonte, dove Roberto Cota si è laureato primo governatore leghista della storia battendo con il 47,3% la presidente uscente Mercedes Bresso, giunta ad un passo con il 46,90%, sostenuta da una vasta coalizione allargata all’Udc. A far pendere la bilancia a favore della compagine berlusconiana ha contribuito l’insperata vittoria in Lazio. Privata della lista Pdl a Roma, Renata Polverini si è imposta con il 51,1% sulla candidata del centrosinistra Emma Bonino, che si è dovuta accontentare del 48,3%. Responso netto in Calabria. Dall’alto del 57,8%, l’ex sindaco di Reggio Calabria Beppe Scopelliti ha avuto vita facile sull’uscente Agazio Loiero (32,2%) e sul candidato dipietrista Filippo Callipo (10%). Un vero e proprio terremoto politico poi ha interessato la Campania. Reduce da un decennio di dominio bassoliniano, l’ex roccaforte rossa è crollata in seguito all’affermazione di Stefano Caldoro. L’ex ministro per l’Attuazione del programma ha conquistato il 54,2% contro il 43% racimolato da Vincenzo De Luca, storico amico-nemico dell’ex re di Napoli. Conferme scontate (ma non per questo meno strategiche) nei due bastioni del nord. La palma di recordman va al leghista Luca Zaia che con il 60,1%, ha sconfitto agilmente Giuseppe Bortolussi. Vittoria in scioltezza anche per Roberto Formigoni. Grazie al 56,1% ha avuto la meglio su Filippo Penati, fermo al 33,3%. Il centrosinistra si è riconfermato con percentuali bulgare nell’area appenninica: in Toscana Enrico Rossi ha agguantato il 59,7% distanziando l’avversaria pidiellina Monica Faenzi al 34,4%, in Emilia Romagna Vasco Errani è tornato sullo scanno presidenziale grazie al 52% dei consensi contro il 36,7% di Annamaria Bernini mentre con il 53,2% Gian Mario Spacca ha vinto nelle Marche la sfida che l’ha visto contrapposto a Erminio Martinelli (39,7%). Sfruttando le divisioni nel campo avversario, è riuscito a ripetersi anche Nichi Vendola: a fronte del 42,2% andato a Rocco Palese e dell’8,7% delle preferenze guadagnate dalla fondatrice del movimento “Io sud” Adriana Poli Bortone, il leader di SeL si è affermato con il 48,7%. E se Claudio Burlando (complice uno schieramento vastissimo comprendente Rifondazione e Udc) è stato confermato numero uno della giunta regionale in Liguria con il 52,1%, ancora meglio ha fatto Vito De Filippo, votato dal 60,8% dei lucani rispetto al 28% di Nicola Pagliuca. Fiocco rosa in Umbria, dove la gara tutta al femminile ha sancito la prevalenza di Catiuscia Marini (57,2%) sulla capogruppo regionale del Pdl Fiammetta Modena (37,7%).
Ma nel 2010 si è svolto anche un test amministrativo di tutto rispetto con il rinnovo di numerose amministrazioni comunali e provinciali. Per quanto riguarda i capoluoghi, l’iniziale 7 a 2 si è tramutato in un 5 a 4. Perse al primo turno Chieti e Andria (dove erano maggioranza) le forze di centrosinistra, oltre a strappare Lecco e Matera, non hanno avuto problemi a confermarsi a Lodi e Macerata. A Venezia Giorgio Orsoni ha raccolto l’eredità di Cacciari sconfiggendo il ministro Brunetta 51 a 42,6. Emblematico, invece, il cambio di maggioranza in due storiche “piazze rosse” finite al ballottaggio: con il 52,2% Nicola Sodano è diventato il primo sindaco di centrodestra a Mantova mentre con il 59,2% Nicola D’Agostino è stato eletto primo cittadino di Vibo Valentia. Pdl e Lega inoltre hanno messo a segno un netto 4 a 0 nelle provinciali. Merito del successo di Luigi Sappa (eletto con il 59%) ad Imperia, Marcello Meroi (al 54,6%) a Viterbo, Domenico Zinzi (64,4%) a Caserta. Inatteso l’epilogo della sfida alla provincia de L’Aquila, dove l’azzurro Antonio Del Corvo ha sopravanzato la popolarissima presidente uscente Stefania Pezzopane con il 53,4%. Il 17 Maggio Luigi Spagnolli, sostenuto da Svp ed alleati, viene rieletto sindaco a Bolzano con 52,4%. Il 24 Maggio sono state le comunali di Aosta, terminate con il 59,7% accreditato a Bruno Giordano, a regalare una novità assoluta: per la prima volta, infatti, è stata chiamata alla guida della città una coalizione formata da Union Valdotaine, Pdl e Lega nord dopo la rottura fra i movimenti autonomisti e il Pd.
A chiudere il lungo ciclo elettorale ecco le provinciali sarde. Il Pdl si è dovuto accontentare di aver sottratto la provincia di Olbia-Tempio e di aver vinto nuovamente ad Oristano mentre il centrosinistra ha dimostrato di essere maggioranza nelle province di Sassari, Carbonia-Iglesias, Nuoro, Medio Campidano, Ogliastra, e Cagliari. Proprio nel capoluogo di regione si è consumato il duello più appassionante. Se in prima battuta l’azzurro Giuseppe Farris era in vantaggio, il presidente uscente Graziano Milia si è rifatto al ballottaggio, risultando vincitore con il 52,4%. Tutto da rifare a Iglesias, dove si tornerà alle urne in primavera nella speranza che non si ripeta “l’anatra zoppa” che aveva determinato una maggioranza comunale di segno opposto rispetto al democratico Pierluigi Carta. Nelle amministrative siciliane di Giugno, infine, il responso elettorale a Gela ed Enna ha sorriso a Pd e alleati.