Praticamente nessuno oggi scommette sulla rielezione di Nicolas Sarkozy nel 2012: è estremamente impopolare perfino nella sua parte politica; la situazione economica e sociale del paese è disastrosa e non dovrebbe migliorare nei prossimi mesi. La disoccupazione non scenderà; le disuguaglianze non saranno ridotte; i tagli alle spese produrranno parecchi malumori, e bisognerà farne ancora di più nel 2012. Senza poi contare le numerose inimicizie che lo stile del presidente ha creato nella sua parte politica, ne dei numerosi scandali che avvelenano l’atmosfera politica. Le condizioni sembrano quindi ottime perché nel 2012, per la prima volta dopo 24 anni, la sinistra vinca le elezioni presidenziali e le legislative che seguiranno. Eppure è verosimile che così non sarà; visto che la sinistra ha ricostruito, ancora una volta, la sua formidabile “machine a perdre” (1) di cui è maestra. Questo per almeno sei ragioni
1) Il Parti Socialiste non avrà un candidato fino ad ottobre e questo li lascerà fino ad allora senza un leader e senza un programma. E la Francia non ha mai votato per qualcuno che non fosse identificato chiaramente come candidato da tempo.
2) Gli stessi dirigenti del Parti Socialiste sono più occupati a sbranarsi tra di loro anziché a costruire una risposta credibile alla crisi. Il Parti Socialiste non ha una linea, o meglio, ne ha 5-6 differenti a seconda di chi parla. (2)
3) L’attuale direzione del Parti Socialiste, decisamente debole, è ostaggio di un’ ala sinistra irresponsabile ed incompetente, che s’esprime a nome del partito, di cui è essa stessa portavoce (3) . Una tale posizione non avrebbe senso a meno che non fosse coerente per la contabilità (4), come quando Mitterand venne eletto su di un programma di unione delle sinistre, radicale ma coerente e studiato nei numeri. Molto diverso dalla situazione attuale. Una linea che non è in grado di prendere voti al centro e allo stesso tempo non in grado di ottenere voti dall’estrema sinistra o dall’astensione.
4) Alcuni notai socialisti potrebbero preferire perdere le elezioni presidenziali per poi vincere le elezioni amministrative successive (5). Perché sacrificarsi tutti per la vittoria di uno solo?
5) I partiti d’opposizione hanno concezioni di politica economica ed ambientale agli antipodi fra loro (6). E non stanno lavorando per definire uno straccio di programma comune, per paura di rivelare al mondo le loro enormi differenze.
6) I Verdi, come i comunisti un tempo, pensano di avere tutto l’interesse a far perdere i socialisti, per aprire la via ad un’altra forma di alternanza tra due modelli e per addossare ai socialisti il ruolo migliori alleati della destra. (7)
Gli elettori di sinistra non possono che disperarsi di fronte ad un tale mucchio di perdenti. Tant’è che una sconfitta della sinistra nel 2012 probabilmente significherebbe un’altra sconfitta nel 2017, data in cui la sinistra sarebbe esclusa dall’Eliseo per un tempo pari a quello tra l’inizio della V Repubblica e l’avvento di Mitterand. La sinistra può ancora liberarsi da questa trappola che tende a se stessa, a patto di affrontare la situazione seriamente. E di non dimenticare che Nicolas Sarkozy è e resta un avversario pericoloso. E che lui, a differenza dei suoi numerosi rivali, non pensa che a questo.
Jaques Attali (8)
(1) Letteralmente significa “Macchina per le sconfitte”. La definizione è coniata apposta per la sinistra francese il cui autolesionismo è leggendario. Ho lasciato l’originale perché decisamente elegante
(2) Se non credete leggete le posizioni diametralmente opposte tra i vari elefanti del Parti Socialiste. Spesso si si chiede che cosa ci facciano Dominique Strauss-Kahn e Ségolène Royal nello stesso partito di Martine Aubry e Benoit Hamon.
(3) La segretaria del Parti Socialiste, Martine Aubry è espressione dell’ala di sinistra del Parti Socialiste, tant’è che molti spesso si chiedono scherzosamente se sia davvero la figlia di Jacques Delors, visto che papà Jacques era espressione dell’ala più moderata del PS. Il portavoce del PS, Benoit Hamon è pure più a sinsitra della stessa Aubry ed in più d’una occasione tuona contro possibili derive “socialdemocratiche” del partito
(4) La frase originale è « Une telle position n’aurait de sens que si elle était cohérente comptablement » io l’ho resa in questo modo ma sono incerto su quale sia il significato. Credo che intenda dire che le posizioni dell’ala sinistra oggi egemone nel PS non siano sostenibili economicamente. Prima fra tutte l’abrogazione dell’aumento dell’età pensionabile da 60 a 62 anni di cui la Aubry è fiera sostenitrice.
(5) Una regola non scritta della politica francese dice che il partito del presidente alle elezioni locali è destinato a perdere. Questo è avvenuto con ogni presidente.
(6) Ve li vedete Besançenot e la Buffet a fare i ministri di Strauss-Kahn? O peggio, ve li vedete alleati di Bayrou e De Villepin?
(7) I Verdi vogliono portare a compimento l’operazione-sorpasso avviata alle europee. E l’eventuale ennesima sconfitta socialista sarebbe l’ideale su cui marciare. Peccato però che finora la loro candidata, Eva Joly, risulti pessima e stia sprofondando nei sondaggi.
(8) Ora fuori dall’agone politico, in passato stretto collaboratore di Mitterand. Ergo non tacciabile di faziosità.
Traduzione e note di Giovanni