Alemanno: l’occasione mancata

Roma, 28 Aprile 2008: Alemanno 53,6% Rutelli 46,3% 7 punti percentuali di differenza, 107.000 voti in più. Gianni Alemanno diventa sindaco di Roma battendo al ballottaggio Francesco Rutelli.

Roma 9 febbraio 2011: dopo quasi tre anni di giunta targata centro-destra, il bilancio è sicuramente tendente al segno negativo. Ciò che rende il mandato del sindaco Alemanno precario è la visibile superficialità e la mancanza di un programma nel metodo di lavoro. Si sono fatti proclami su obiettivi della giunta come la rimozione della teca di Maier dell’Ara Pacis o portare la Formula 1 nella Capitale, tutte situazioni disattese. La pulizia e il decoro della città erano degli obiettivi anch’essi da raggiungere in breve tempo. Fallito anche questo proposito. Oltre alla oramai famosa questione della parentopoli nell’Ama (la municipalizzata che si occupa di rifiuti), la situazione è rimasta la stessa dei mandati Rutelli-Veltroni. Sicuramente qualcosa è migliorato nella gestione dei parchi pubblici, precedentemente abbandonati a loro stessi e che ora possono essere paragonati ad altri parchi europei; ma le strade son rimaste sporche. L’incuria e il degrado in molte aree della città sono addirittura aumentate, mentre esclusivamente il centro storico ha raggiunto livelli di cura del territorio sufficientemente apprezzabili.

Dopo il piano di rientro dall’immenso buco lasciato dalle amministrazioni di centro-sinistra nelle casse comunali, Alemanno non è riuscito a dare una svolta nella crescita delle città. Anzi come ogni bravo amministratore di sinistra in Italia ci ricorda, ha aumentato le tasse non solo per i cittadini con le addizionali comunali (e la collega d’area della destra sociale, Renata Polverini Governatrice del Lazio sta aumentando anche lei le tasse regionali), ma anche istituendo una tassa  di soggiorno per i turisti. Non certo quello che i cittadini romani si sarebbero aspettato da un sindaco di destra. La partita politica è di scala nazionale. L’accordo mancato nella nuova giunta venutasi a creare poche settimane fa, ha escluso gli esponenti di Futuro e Libertà (Umberto Croppi, assessore alla cultura, forse il migliore della giunta), de La Destra di Storace e dell’Udc. Al governo quindi troviamo i soli esponenti del Popolo della Libertà accompagnati da tecnici a volte anche non di area centro-destra.

Alemanno che ha sempre avuto l’ambiziosa aspettativa di ricreare su Roma la Casa della Libertà unendo al Pdl, l’Udc e la Destra, si è ritrovato dopo la scissione dei finiani a ritrattare le sue posizioni. Dall’altra parte a torto o a ragione, l’esponente più in luce è l’attuale Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Senza ombra di dubbio capace, lui sì, di aggregare intorno a se tutte le forze progressiste e di sinistra presenti sullo scenario nazionale. Infatti in Provincia la giunta è formata da tutti i Partiti di centro-sinistra: dal Pd alla Federazione della Sinistra. Tradotto in voti su Roma, in vista delle elezioni comunali del 2013, sarebbe un grande bacino a disposizione della candidatura di Zingaretti. Infatti se prendiamo in considerazione le elezioni regionali di 10 mesi fa, una ipotetica coalizione di centro-sinistra con: Partito democrativo, Sinistra ecologia e libertà, Italia dei valori, Radicali, Verdi, Partito Socialista e Federazione della Sinistra arriverebbe (se confermati rapporti di forza) attorno al 55%. Insomma tempi duri per Alemanno che di certo non spingono a pensare positivo per il futuro, a meno che non ci sia un radicale cambio di rotta.

Jean Philippe Zito

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