Maggioranza democratica nel 2012?

Subito dopo la batosta patita dai democratici alle elezioni di metà mandato, molti pensano che i liberal potranno sfruttare l’effetto traino delle elezioni presidenziali per recuperare la maggioranza. In effetti i democratici debbono recuperare 25 seggi ai repubblicani, molti meno dei 39 che erano richiesti ai repubblicani a novembre e le elezioni presidenziali porteranno alle urne molti elettori che si sono astenuti alle ultime elezioni per la camera. Se però si guarda più nel profondo, si capisce che l’impresa per i democratici sarà molto più difficile di quanto non possa sembrare ad un primo sguardo. A questo concorrono diversi fattori che cercherò di esporre
1) L’effetto traino non sempre basta
Guardando le elezioni presidenziali dal 1948 al 2008 si nota come spesso il voto alla camera non coincida con quello delle presidenziali. Guardando le ultime sedici elezioni presidenziali in ben sette occasioni il presidente eletto si ritrovò con una maggioranza di segno opposto alla camera bassa. Diamo un’occhiata a questi sette casi
Presidente
Camera
D
R
D
R
1956
42%
57% 
234 
201
1968
43%
44% 
243 
192
1972
38%
61% 
242 
192
1980
41%
51% 
243 
192
1984
41%
59% 
253 
182
1988
46%
53% 
260 
175
1996
49% 
41%
206
228 
Tra questi sette precedenti ne troviamo alcuni di veramente clamorosi. Sebbene in quasi tutti i casi (unica eccezione il 1988) il partito del presidente eletto guadagnò seggi questi guadagni non furono sufficienti a rovesciare le maggioranze di segno opposto alla Camera bassa. Le landslide di Reagan (’80-’84), Nixon (’72) ed Eisenhower (’56) non bastarono a rovesciare le maggioranze democratiche alla camera mentre la netta vittoria di Clinton non riuscì a scalzare la maggioranza repubblicana. A favore di queste maggioranze giocò il “vantaggio dell’uscente” che storicamente favorisce il candidato in carica nel collegio alla camera, un vantaggio che spesso riesce a tamponare l’effetto-traino delle presidenziali. E’ vero che il voto si sta sempre più “politicizzando”, almeno alla Camera, e che gli intrusi in ambo i partiti sono sempre più scarsi, ma il fattore-uscente è sempre influente.
2-Omogeneità della maggioranza repubblicana e disomogeneità democratica
Dei 66 seggi sottratti dai repubblicani ai democratici a novembre solo 29 hanno votato per Barack Obama nel 2008 e solo 13 sono collegi in cui l’indice COOK (1) è a favore dei democratici. Contrariamente alla maggioranza democratica uscente, che si reggeva de facto sulla pattuglia di “intrusi” dei Blue-Dog Democrats (2), la maggioranza repubblicana in carica è composta quasi in toto da rappresentanti provenienti da collegi conservatori o da collegi “swing”. Esattamente l’opposto di quanto avvenuto nel biennio 2006-2008 quando i democratici hanno guadagnato moltissimi collegi in campo avverso, collegi che ora sono tornati ai repubblicani. Se i democratici vorranno quindi guadagnare questi collegi dovranno trovare almeno venticinque candidati in grado di superare il risultato di Obama. Inoltre i Blue Dog sono stati duramente colpiti ma non del tutto distrutti. Ne rimangono 27, molti di loro si sono salvati per un pelo a Novembre e l’effetto traino delle presidenziali li penalizzerà essendo i loro collegi conservatori. Ci sono quindi buone possibilità che questi collegi passino al GOP
3-Effetto “gerrymandering”
Nei prossimi mesi i governatori e le legislature statali saranno impegnati nel processo di ridisegno dei collegi alla Camera, denominato “gerrymandering”. Questo delicato processo, per l’appunto gestito di concerto tra governatori e parlamenti statali, è spesso in grado di favorire il partito del governatore e della legislatura statale che ridisegna i collegi ad uso e consumo del loro partito. Inoltre, dopo le elezioni di Novembre, i democratici solo in tredici stati controllano governatore ed ambo i rami del parlamento statale e sono quindi in grado di ridisegnare i collegi senza incorrere in veti conservatori. I repubblicani invece hanno la “tripletta” (governatore-camera statale-senato statale) in 22 stati, tra questi ci sono Texas, Arizona e Florida che nel 2012 guadagneranno parecchi collegi ed in cui i governatori ed i congressi repubblicani influenzeranno il processo pesantemente a favore del GOP.
Ad oggi è difficile fare un pronostico, d’altronde a questo punto nel 2009 tutti gli analisti statunitensi sentenziavano in maniera perentoria che le possibilità repubblicane di riconquista della Camera erano vicine allo 0, ma è altrettanto vero che per i democratici potrebbe essere molto più difficile conquistare 25 seggi nel 2012 rispetto a quanto è stato per i repubblicani guadagnarne 39 nel 2010.
Giovanni
Note
1-L’indice COOK PVI stabilisce quanto è conservatore/liberal un collegio. Se un collegio nel 2008 ha dato ad Obama il 51% e a McCain il 48% questo ha un indice COOK di +2 per i repubblicani in quanto McCain ha preso 2 punti in più rispetto alla media nazionale.
2-Corrente centrista del partito democratico che raccoglie i rappresentanti democratici eletti in collegi conservatori
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