Francia 2012, a che punto siamo

Il clamoroso sondaggio di Harris Interactive per “Le Parisien”, che da Marine Le Pen in testa, ha acceso i riflettori sulla sfida presidenziale francese del 2012. La seconda potenza europea andrà a votare per il presidente tra poco più di un anno. L’elezione per il prossimo inquilino dell’Eliseo si terrà come di consueto in due turni. Diamo un’occhiata ai candidati dichiarati e potenziali dei vari schieramenti



UMP

Il presidente uscente Sarkozy è in grossa difficoltà nei sondaggi, tant’è che si comincia a dubitare sulla sua ricandidatura. Da parte dello stato maggiore dell’UMP al momento ci sono attestati di stima per il presidente, ma le cose potrebbero muoversi. Se nei prossimi mesi dovessero continuare i sondaggi disastrosi che circolano negli ultimi mesi, l’ipotesi di un ritiro di Sarkozy ed una sua eventuale sostituzione con il primo ministro François Fillon o l’ex ministro dell’ambiente Jean Louis Borloo potrebbe non essere così improbabile

PS

Mai come quest’anno la “Machine à perdre” è convinta di farcela. Forse troppo convinta. Il PS è però diviso sulla candidatura, comme d’habitude. E comme d’habitude le primarie saranno un calvario di vendette reciproche, colpi bassi, veleni etc. etc., insomma, il “Parti Socialiste” è il solito covo di serpi e chi riuscirà ad ottenere la nomination dovrà raccogliere i cocci della solita lotta intestina. Tra i “pezzi grossi” sono già in gara gli ex fidanzatini di Francia Ségolène Royale e François Hollande. La candidata sconfitta da Sarkò nel 2007 ed il suo ex mentore ed ex fidanzato François hanno deciso di giocare d’anticipo. Si attendono indicazioni sui due candidati più attesi, il presidente dell’FMI, Dominique Strauss-Kahn, e la segretaria del Parti Socialiste, Martine Aubry. I sondaggi che vedon pure Martine Aubry nettamente vincente su Sarkò potrebbero essere letali per DSK nella sfida delle primarie. L’argomento principe dei sostenitori di DSK è sempre stato “solo lui può battere Sarkò”, ma ora che viene a cadere quest’argomento, che pure Martine sembra vincente, perché optare per un liberista, fautore della famigerata riforma delle pensioni, che non ha esitato a farsi dare poltrone da Sarkò e non invece lanciare una socialista dura e pura come Martine?

FN

Il Front National, rilanciato dalle regionali, ha già scelto su chi puntare. Marine Le Pen ha vinto il congresso, battendo il suo rivale, Bruno Gollnisch. Marine gioca d’anticipo, e questo forse spiega la curva dei sondaggi in rialzo. Le macchine da guerra golliste e socialiste ancora non sono attive e lei spopola. Riuscirà a reggere anche quando socialisti e gollisti colpiranno con tutta la potenza di fuoco a loro disposizione?

Mo-Dem

L’astro cadente di François Bayrou non ripeterà l’expoit del 2007, e questo è ormai assodato. Certo il suo risultato potrà anche stavolta essere decisivo. Sicuramente molto più striminzito del 18,6% del 2007, ma ugualmente vitale per chi giungerà al secondo turno. I sondaggi lo danno tra il 6 e l’8%, ma potrebbe fare pure peggio.

Verdi

Dopo l’exploit delle europee 2009 gli ecologisti sembrano già in fase regressiva. La loro candidata, Eva Joly, non esalta. Pur ottenendo dati dignitosi, la Joly è comunque ben al di sotto dell’exploit ambientalista dell’ultimo biennio. Va però detto che i Verdi alle presidenziali vanno sempre in difficoltà (miglior risultato finora il 5% di Mamere nel 2002). Gli ecologisti hanno comunque un’arma “segreta”, Nicolas Hulot. La Licia Colò d’Oltralpe, da sempre simpatizzante ecologista, sarebbe un candidato eccezionale e potrebbe proiettare i Verdi molto, molto in alto.

PCF

L’ex partito comunista più forte dell’Europa Occidentale (dopo il PCI ovviamente) attraversa un periodo buio. I fasti di Duclos e Marchais sono lontani ricordi. I comunisti sembrano destinati a rimanere in una nicchia, tra un passato glorioso ma irripetibile, un presente grigio ed un futuro incerto. Al momento l’eurodeputato Jean Luc Melenchon sembra il candidato più accreditato. Obiettivo? superare lo scarno 2% ottenuto da Marie George Buffet nel 2007 e raggiungere la fatidica soglia del 5% che permette il rimborso delle spese di campagna elettorale. E dire che il 15% di Marchais nell’ ’81 era considerato dai comunisti francesi un risultato deludente…

NPA

Nel 2007 Besançenot fu l’unico candidato a sinistra di Ségolène Royal ad ottenere un risultato di rilievo con il suo 4,1%. La nuova formazione del giovane leader trotzkista si propone di passare dalla lotta al governo ed arrivare ad un’alleanza con la sinistra. Accreditato nei sondaggi di percentuali tra il 5 e l’8% Besançenot sarà sicuramente una riserva di voti preziosa per i socialisti al ballottaggio. Besançenot ha però fallito il suo primo obiettivo, non è riuscito a farsi accettare come candidato unico dei trotzkisti. L’altra formazione trotzkista, “Lotta Operaia”, andrà infatti in solitaria.

REPUBLIQUE SOLIDAIRE

Questa nuova formazione gollista, capitanata dall’ex premier Dominique De Villepin, si propone di raccogliere tutti gli elettori conservatori delusi da Sarkozy. Le analogie con FLI si sprecano. Però non si sa ancora che farà De Villepin alle legislative, molti ritengono che De Villepin non tenterà di formare un terzo polo con Bayrou ma che resterà comunque nell’alveo della tradizione gollista e quindi sarà comunque alleato dell’UMP. Nei sondaggi De Villepin oscilla tra il 4 ed il 7%, voti che per Sarkozy saranno vitali al ballottaggio.

ALTRI

Oltre a questi candidati principali ed intermedi, ne menzioniamo altri che però finora non vanno oltre l’1-2%. Nell’area di centro-destra troviamo l’ex ministro della difesa, Hervé Morin, leader del “Nuovo Centro” ed alleato di Sarkò, l’ex ministro dell’urbanistica Christine Boutin, candidata per il piccolo partito cristiano-democratico, ed il deputato Nicolas Dupont-Aignan, un gollista con marcate tendenze euro-scettiche, simile a Philippe De Villiers (probabilmente mi sa che voterei per lui NDA) che potremmo piazzare a metà strada tra Sarkozy e Marine Le Pen. Infine abbiamo già accennato a “Lotta Operaia”, la storica formazione trotzkista non ha accettato il progetto di Besançenot e corre in solitaria anche questa volta. Al posto della leader storica, Arlette Laguiller, ritiratasi dalla vita politica dopo la sua sesta candidatura all’Eliseo nel 2007, ci sarà la giovanissima pasionaria Nathalie Arthaud. Al momento queste le candidature emerse e chiaccherate. A risentirci a prossimi aggiornamenti.

Giovanni
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