Circola una battuta in Inghilterra secondo la quale i laburisti’ in questo momento, vincerebbero un’elezione perfino candidando Hannibal Lecter, il noto cannibale del cinema interpretato dal britannicissimo(anzi gallese) Anthony Hopkins.
Un sano esercizio di humour tipicamente oltremanica, ma con un fondo di verità.
Prendiamo il caso della byelection(elezione suppletiva) di martedì in quel di Barnsley nella Contea del South Yorkshire. L’uscente, Eric Illsley, rieletto comodamente lo scorso maggio, è stato costretto alle dimissioni pochi mesi dopo l’insediamento causa coinvolgimento nel noto scandalo delle spese gonfiate che ha travolto la carriera di molte altre decine di parlamentari. Non solo. Dopo un processo rapido, come il caso imponeva, il malcapitato veniva condannato ad un anno di galera con la condizionale ed, ovviamente, l’interdizione, seppur temporanea, dai pubblici uffici.
Ma l’elettorato della constituency, prevalentemente laburista dagli anni ’30, ha deciso di affidarsi una volta ancora all’usato sicuro inviando sugli scranni di Westminster un ex-Maggiore dei parà, tal Dan Jervis, che vanta trascorsi in Irak ed Afghanistan. Forse con la consapevolezza che i prossimi mesi di attività politica saranno davvero simili ad un campo di battaglia con la spada di Damocle dei drastici tagli alla spesa pubblica e della ricetta lacrime e sangue patrocinata dall’esecutivo Cameron.
A farne le spese, in un collegio di ex-minatori, è stata proprio la ruling coalition Liberal-conservatrice. I Tories, con una scelta di ripiego, dopo il rifiuto di Darren Gough, star del cricket, raccolgono un misero 8% piazzandosi in terza posizione. I Libdem, dal canto loro, subiscono un’onta quasi senza precedenti precipitando dalla piazza d’onore al sesto gradino, addirittura alle spalle di un indipendente e non riuscendo nemmeno a recuperare le 500 sterline depositate come cauzione all’atto della presentazione della candidatura. Non la principale preoccupazione per Nick Clegg che dovrà fronteggiare problemi ben maggiori nei prossimi mesi.
Da notare l’ottima performance degli euro-scettici guidati dal vulcanico Nigel Farage: Joan Collins(solo un’omonima dell’eroina di “Dynasty”) rappresentante dell’UKIP in loco è riuscita a triplicare i consensi per la propria formazione mettendosi dietro i succitati rivali ben più blasonati. Il 12 e passa per cento raggranellato dalla Collins è la spia del malessere che cova in casa conservatrice dove il rigore del messaggio thatcheriano di “Fighting bull” Farage inizia davvero a far breccia.
In gravi ambasce, per contro, gli ultranazionalisti del BNP che, in una delle loro culle, non riescono a rinverdire i fasti del recente passato: abbondantemente oltre il 10% all’inizio della scorsa decade, si fermano ad un modesto 6, conferma di un trend calante.
Ora, poche settimane di tregua prima dell’ordalia di maggio allorquando si rinnoveranno , oltre al Parlamento scozzese ed alle assemblee legislative di Galles e Ulster, molti Consigli di Contea ed Autorità Locali inglesi. E, ultimo ma non ultimo, si voterà un referendum sul sistema elettorale dall’esito assai incerto che rischia di provocare un sisma politico di prima grandezza in terra d’Albione.
Lafayette 70
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