Terza ed ultima puntata delle “premesse” sulla politica francese. Questa volta trattiamo in maniera estremamente sintetica i principali partiti della Francia contemporanea, cerchiamo di andare partire con i partiti maggiori, per poi considerare gli intermedi ed i (numerosi) nanetti
Partiti Maggiori
Union pour un Mouvement Populaire: Nato nel 2002 dalla fusione dei due maggiori partiti della destra, RPR ed UDF, l’UMP in realtà conserva oggi poco del gollismo originario. In economia ha un approccio meno statalista rispetto al gollismo tradizionale, ed ha una visione più europeista ed atlantista rispetto a quella euroscettica, sovranista e terzopolista del primo gollismo. Dal 2002 è il primo partito della Francia. In Europa aderisce al PPE. De iure il segretario attuale è Jean François Copè, de facto il leader è il presidente Nicolas Sarkozy. Aderiscono all’UMP anche gli ex presidenti Chirac e Giscad-D’Estaing e l’ex premier Balladur. Tendenzialmente molto forte nella parte orientale della Francia. Contrariamente ad altri partiti conservatori europei è piuttosto radicato anche nelle grandi città, anche se va meglio nei comuni medi e piccoli. Molto forte tra professionisti ed imprenditori. Con 317 deputati è il primo partito dell’assemblea nazionale
Risultati Recenti
Presidenziali 2007: 31,2%
Legislative 2007: 39,5%
Europee 2009: 27,9%
Regionali 2010: 26,0%
Cantonali 2011: 17,0%
Parti Socialiste: Nato nel 1969 dalle ceneri del vecchio SFIO e dalla convergenza di elementi provenienti dal vecchio partito radicale, dal 1978 è il primo partito della sinistra. In Europa aderisce al PSE. E’ storicamente diviso al suo interno fra un’ala centrista, blairiana, europeista e aperta al centro, e un’ala di sinistra dirigista, euroscettica e aperta ai trotzkisti. Stando alle ultime legislative è il secondo partito del paese, ma alla ultime consultazioni regionali e cantonali è risultato essere il primo partito. Dal 2008 la leader del partito è Martine Aubry, prima donna a ricoprire tale carica. Tra le figure “storiche” si ricordano François Mitterand, finora unico presidente socialista, l’ex premier Lionel Jospin e l’ex presidente della commissione europea Jacques Delors. Molto forte nelle realtà urbane e nelle regioni del sud-ovest come Aquitania, Midi Pyrénées e Limousin. Con 186 seggi è il secondo partito dell’assemblea nazionale
Risultati Recenti
Presidenziali 2007: 25,9%
Presidenziali 2007: 25,9%
Legislative 2007: 24,7%
Europee 2009: 16,5%
Regionali 2010: 29,1%
Cantonali 2011: 24,9%
Partiti Medi
Front National: Dopo la fine del II conflitto mondiale la destra radicale in Francia era praticamente scomparsa. I forti flussi migratori che hanno colpito l’esagono negli ultimi decenni, rendendo la Francia un paese da 6 milioni di islamici, hanno aiutato la riemersione della destra radicale guidata da Jean Marie Le Pen. Il sistema uninominale a doppio turno e l’isolamento dall’arco costituzionale hanno finora impedito al Front National di ottenere una rappresentanza pari al suo consenso effettivo. Da pochi mesi la leader del partito è Marine Le Pen, la quale sta tentando di de-fascistizzare il partito e di isolare gli elementi più estremi che ne impediscono la normalizzazione. In Europa non aderisce a nessun gruppo ed è visto con un certo sospetto anche dagli altri movimenti euroscettici. E’ molto forte nelle regioni dell’est, nelle città medie e piccole ed in particolar modo in Provenza, nella Rhone Alpes e nel Nord-Pas-de-Calais. Molto seguito sia fra i piccoli imprenditori che fra gli operai. Pur avendo un consenso quasi sempre in doppia cifra è quasi sempre privo di rappresentanza parlamentare.
Risultati Recenti
Presidenziali 2007:10,4%
Legislative 2007: 4,3%
Europee 2009: 6,3
Regionali 2010: 11,4%
Cantonali 2011: 15,1%
Mouvement Démocrate: Nato dalle ceneri del vecchio UDF la formazione di Bayrou raccoglie essenzialmente i rappresentanti dell’UDF che hanno rifiutato la confluenza nell’UMP. In Europa aderisce al gruppo dell’ALDE. Si pone al centro dello spettro politico francese, chiede una legge proporzionale e la fine del bipolarismo. Un tempo alleato della destra, ora si ritiene equidistante da UMP e PS. Non è prevenuto ad alleanze con la gauche, ma richiede come conditio sine qua non l’esclusione del PCF e dei trotzkisti. Fortemente europeista in politica estera, abbastanza dirigista e critico del capitalismo in politica economica. Leader incontrastato è François Bayrou. Molto forte nella regione dell’Aquitania, feudoe personale di Bayrou. Ha 3 seggi all’assemblea nazionale.
Risultati Recenti
Presidenziali 2007: 18,6%
Legislative 2007: 7,6%
Europee 2009: 8,5%
Regionali 2010: 4,2%
Cantonali 2011: 1,2%
Europe Ecologie; Les Verts: Il primo embrione ecologista in Francia sbocciò con la candidatura di René Dumont alle presidenziali del 1974. La decisione della collocazione del movimento nell’arco bipolare francese è stata a lungo fonte di dibattito interno ed ha provocato scissioni e dissensi. La decisione di agganciarsi alla sinistra è avvenuta solo nel 1995, quando la candidata ecologista Dominique Voynet ha appoggiato Jospin al ballottaggio. L’area che faceva capo ad Antoine Wechter non accettò la collocazione a sinistra e fondò Il Mouvement écologie indepéndant. Rispetto ai cugini tedeschi, gli ecologisti francesi hanno un consenso molto più instabile ed alternano prestazioni esaltanti a risultati estremamente deludenti. Non fatevi quindi impressionare troppo dal 16% delle europee, già in passato i Verdi francesi hanno ottenuto degli exploit poi non confermati nelle elezioni che contano (presidenziali e legislative). De iure la leader del movimento è Cécile Duflot, de facto è Daniel Cohn-Bendit. Tra gli esponenti più noti anche il popolare conduttore Nicolas Hulot di cui si vocifera una possibile candidatura presidenziale. Ha attualmente 4 seggi all’assemblea nazionale.
Risultati Recenti
Presidenziali 2007: 2,9% (Dominique Voynet+José Bové)
Legislative 2007: 3,3%
Europee 2009: 16,3%
Regionali 2010: 12,2%
Cantonali 2011: 8,2%
Parti de Gauche: Questo soggetto politico, in realtà non ancora nato, sarà la fusione tra il Parti Communiste Français e il Parti de Gauche. Il PCF è stato dal 1946 al 1978 il maggior partito della sinistra francese. Dagli anni ’80 però, l’elezione del socialista Mitterand, l’egemonia socialista sulla sinistra transalpina ed il tracollo dell’Unione Sovietica l’hanno relegato in un ruolo di secondo piano. Notoriamente il Parti Communiste è piuttosto debole alle presidenziali mentre continua ad ottenere risultati discreti nelle altre elezioni. Dal 2009 a confluenza di socialisti dissidenti hanno rinvigorito il partito che ora dovrebbe diventare “Parti de Gauche”. Da sempre alleato del PS ha preso parte a molti esecutivi di sinistra ed è stato parte integrante della “Gauche Plurielle” di Jospin, anche se non ha lasciato particolari ricordi nelle sue collaborazioni al governo. Da giugno 2010 il leader è Pierre Laurent, alle presidenziali il candidato dovrebbe essere l’ex socialista Jean-Luc Mélenchon. Tra le figure storiche ricordiamo Maurice Thorez, Jacques Duclos e George Marchais. A livello geografico si ricorda la forza nel dipartimento dell’Allier (Alvernia), in cui il partito detiene la maggioranza relativa. Nonostante la decadenza, con 15 seggi è il quarto partito dell’assemblea nazionale.
Risultati Recenti
Presidenziali 2007: 1,9%
Presidenziali 2007: 1,9%
Legislative 2007: 4,3%
Europee 2009: 6,5%
Regionali 2010: 5,8%
Cantonali 2011: 8,9%
Nouveau Parti Anticapitaliste: Già nei primi anni ’70 comparvero in Francia le prime formazioni trotzkiste. Ispirati dall’idea di rivoluzione permanente i trotzkisti contestavano la linea del PCF, a lor dire troppo filo-borghese e filo-democratica. Potremmo paragonarli a quello che in Italia fu Democrazia Proletaria. Dagli anni ’80 i movimenti trotzkisti hanno approfittato del tracollo del PCF per avanzare. Il picco di questa avanzata o si toccò nel 2002 quando i due candidati trotzkisti, Arlette Laguillere ed Olivier Besançenot raggiunsero insieme il 10% dei suffragi al primo turno delle presidenziali. Finora i movimenti trotzkisti sono comunque rimasti esclusi dalle alleanze con la sinistra. Questo movimento, capitanato dal giovane Olivier Besançenot, si propone di passare dalla lotta al governo e di arrivare ad un’alleanza col PS. Lo status dei rapporti tra la sinistra e l’NPA non è ancora chiaro. Finora, nonostante un consenso piuttosto rilevante, i trotzkisti son rimasti fuori dall’assemblea nazionale. Il 2012 sarà la volta buona?
Risultati Recenti
Presidenziali 2007: 4,1%
Presidenziali 2007: 4,1%
Legislative 2007: 3,4% (NPA+Lutte Ouvrière)
Europee 2009: 4,9%
Regionali 2010: 3,4% (NPA+Lutte Ouvrière)
Cantonali 2011: 0,6% (NPA+Lutte Ouvrière)
Partiti Minori
Mouvement Pour la France: Piccola formazione personale di Philippe De Villiers. Partito con tendenze euroscettiche ed identitarie ma più moderato del Front National. E’ stabilmente inserito nella coalizione di centro-destra. In Europa aderisce al gruppo euroscettico dell’ Europa per la Libertà e la Democrazia, lo stesso gruppo della Lega Nord. A livello di consenso viaggia intorno al 2%, è particolarmente forte nella Vandea.
Chasse Peche Nature et Tradition: Movimento conservatore tradizionalista e ruralista, critico dell’ecologismo e dell’ambientalismo. A lungo s’è definito fuori dai poli, ma da diversi anni ha ormai cominciato a stringere alleanze con la destra. In particolar modo s’è parlato di una fusione con l’MPF, il risultato poco incoraggiante della lista comune presentata alle europee dai due movimenti sembra però aver fugato questa prospettiva. Attuale leader è Frédéric Nihous.
République Solidaire: Movimento personale di Dominique de Villepin che contesta la leadership di Sarkozy nella destra francese. Aderisce al PPE, ma non è ancora ben chiara la sua collocazione ideologica, e non è ancora chiaro se alle legislative si alleerà con l’UMP o se rimarrà autonomo.Hanno aderito al movimento 9 deputati dell’assemblea nazionale di provenienza UMP
Nouveau Centre: Formazione nata dai transfughi del partito di Bayrou che, pur condividendo l’autonomia dall’UMP, non condividevano la scelta di rompere l’alleanza con la destra. Capitanato da Hervé Morin, aderisce al PPE. Alle ultime legislative ha raccolto il 2% dei suffragi. Pur avendo ottenuto solo il 2% dei voti, in virtù dell’alleanza con l’UMP è il terzo partito dell’assemblea nazionale con 22 seggi.
Mouvement Ecologie Indépendant: Piccola formazione ecologista indipendente nata da una costola dei Verdi. Contestano alla casa-madre l’alleanza con la sinistra e rivendicano l’autonomia delle idee ambientaliste rispetto ai poli. Non disdegnano alleanze con la destra. Fondatore del movimento è Antoine Waechter, già tra i fondatori dei Verdi. Leader attuale è Jacques Lançon
Cap 21: Formazione ecologista di Corinne Lepage, ministro dell’ambiente nel governo Juppé. Inizialmente classificato come un movimento ecologista di destra, a seguito della creazione dell’UMP s’è avvicinato alle posizioni di Bayrou. Il movimento ha però deciso, dopo il fiasco del Mo-Dem alle regionali, di tornare ad esser un partito autonomo.
Parti Radical de Gauche: Costola di sinistra del vecchio Parti Radical, uno degli ultimi rimasugli del partito che dominò la “Terza Repubblica”, staccatosi in contestazione con la linea filo-gollista del Parti Radical (sostanzialmente la divisione dell’atomo). In verità questo microbo politico sarebbe già scomparso se non fosse per la bontà del PS che concede gentilmente alcuni collegi alle legislative. Alleato stabile del PS che però ha la mera funzione di attrarre consensi moderati o nostalgici.
Mouvement Républicain et Citoyen: Piccolo movimento di sinistra di ispirazione euro-scettica capitanato da Jean Pierre Chevènement. Nato da una costola euro-scettica del PS è ora alleato stabile dello stesso. Molti attribuirono al 5% di Chevènement l’esclusione di Jospin dal ballottaggio nel 2002 e da allora il consenso del movimento è evaporato.
Loutte Ouvriére: Un tempo la principale formazione della sinistra trotzkista ed anticapitalista, ora ridotta ad un nanetto. Dagli anni ’70 al 2007 leader del partito, a lungo in semi-clandestinità, è stata Arlette Laguillere. Paradossalmente il successo della Laguillere nel 2002 (6%) è stato la condanna del movimento, additato tra i responsabili del fiasco di Jospin. Dopo il ritiro della leader storica la nuova portavoce del partito è la giovane Nathalie Arthaud che però finora non sembra avere lo stesso appeal della leader storica e patisce la concorrenza del movimento di Besançenot. Contrariamente all’NPA, Lutte Ouvriére rifiuta qualsiasi collaborazione con la gauche ufficiale.
Giovanni