Il Pugno del Partito: Una storia vera

Gli editor di SP.com ringraziano (sinceramente) Nunzio per la sua seconda fatica, questa settimana le ha tentate tutte per essere censurato, purtroppo per lui non ce l’ha fatta ma siamo certi che ritenterà. Vi invitiamo quindi a leggere la seconda puntata de “Il Pugno del Partito”.
 
Italia, anno 201x.

Grazie alla riforma fiscale del governo Berlusconi, quest’anno ho risparmiato un bel po’ di soldini, e quindi mi concedo una bella vacanza. Con mia moglie abbiamo deciso di fare un giro al Sud, che grazie al piano Fitto è diventato una delle zone più prospere d’Europa. Partiamo da casa di buon mattino. Ci fermiamo a comprare i giornali; da quando è stata finalmente rivelata l’identità della fidanzata di Berlusconi (Pippa Middleton) mia moglie non si perde un numero di Chi.
La strada dell’Eur è intasata, perché al palaCisalfa è in corso il Consiglio dei Ministri (sono in tutto 2400 dopo il decimo rimpasto del mese scorso). Decidiamo quindi di prendere i Raccordi. Costeggiamo con la macchina il luogo ove una volta sorgeva Tor Bella Monaca, prima che il sindaco Alemanno la facesse demolire e la sostituisse con l’Ara Pacis di Meyer. Usciamo dal primo raccordo e ci dirigiamo verso il secondo. Questa grandiosa opera di ingegneria rimarrà senz’altro il lascito più duraturo degli anni della giunta Alemanno. Come si ricorderà, quando ci si rese conto che intorno a Roma non c’era abbastanza spazio per far passare la nuova tangenziale promessa dal sindaco in campagna elettorale, si decise di costruirla tutta sopraelevata ad un’altezza di 50m sopra la cintura dei Castelli romani. Da quassù si gode un panorama magnifico. Imbocchiamo la Pontina verso sud. A Latina fervono i lavori della nuova centrale nucleare, affidati a trattativa privata alla ditta Anemone.
Giunti a Napoli ne approfittiamo per ritirare dei soldi al bancomat della Banca del Sud, la creatura dell’ingegno del ministro Tremonti i cui sportelli capillarmente diffusi sono stati fondamentali nel rilancio del Mezzogiorno. La città appare pulitissima e completamente sgombra dalla mondezza. I camion della nettezza urbana si avviano in colonne ordinate verso il cratere del Vesuvio, in applicazione delle direttive del capo della protezione civile Nicole Minetti.
Imbocchiamo la Salerno-Reggio Calabria ed in men che non si dica arriviamo in vista del Ponte sullo Stretto, la più straordinaria tra le Grandi Opere del governo Berlusconi. Siamo molto emozionati al pensiero di giungere in Sicilia, una terra che vive un periodo di straordinaria fioritura economica e culturale.
Come si ricorderà, la guerra in Libia e la rivoluzione in Egitto avevano dapprima creato seri problemi in Trinacria. Le migliaia di profughi in fuga dal nord Africa avevano a lungo bivaccato sotto il sole di Lampedusa e Pantelleria creando anche gravi problemi di ordine pubblico, fino a che la geniale soluzione ideata da Alemanno (assumerli tutti all’Atac) non aveva sbloccato la faccenda. Nel frattempo la guerra si trascinava, e si sarebbe trascinata ancora a lungo senza il diktat della Lega, che con padana efficienza impose la fine delle ostilità entro 4 settimane, al termine delle quali Gheddafi ed i suoi figli si consegnarono spontaneamente alle Camicie Verdi guidate da Roberto Calderoli.
A Tripoli era stato insediato un governo d’occupazione alla cui guida era stato posto Francesco Pionati, non solo perché era rimasto escluso da tutti e dieci i rimpasti, ma perché la sua esperienza nel trattare con tutte le correnti interne ai Responsabili lo rendeva il più adatto a gestire i complessi rapporti tra le tribù libiche.
Al Cairo invece i ribelli vittoriosi non erano riusciti a trovare l’accordo per un nuovo governo, e dopo mesi di scontri sanguinosi si era alfine giunti alla decisione di richiamare alla guida del paese la dinastia Mubarak, nella persona di sua nipote Ruby.
Da quel momento, la Sicilia aveva riassunto il suo storico ruolo di crocevia del Mediterraneo.
Alloggiamo a Taormina, nel magnifico grattacielo costruito sulla spiaggia gestita con contratto novantennale dalla famiglia del governatore siciliano Matteo Messina Denaro, che gode anche dell’appoggio esterno del PD.
Molti VIP hanno costruito il proprio grattacielo in questo lembo di Sicilia, non a caso soprannominato la Manhattan del Mediterraneo.  Dalle nostre finestre possiamo scorgere quello del Guardasigilli Cosentino, del Ministro dei Beni Culturali Lele Mora e quello costruito a sua insaputa per l’onorevole Scajola.
Per il giorno successivo è in programma una gita a Lampedusa, città insignita del Telegatto dopo che inspiegabilmente la giuria di Oslo aveva bocciato la candidatura al Nobel per la Pace avanzata dal premier italiano.
Viaggiamo in perfetto orario su un volo della Nuovissima Alitalia, la compagnia sorta sulle ceneri del fallimento della Nuova Alitalia. Ancora una volta Berlusconi era riuscito a costituire una cordata di patrioti (Silvio Pellico, Carlo Pisacane, i fratelli Bandiera ed Air France) che grazie ad alcuni piccoli aggiustamenti quali la deportazione alla Cayenna dell’intero personale dell’azienda e la sua sostituzione con lavoratori cinesi era riuscita finalmente a risollevare le sorti dell’impresa.
A Lampedusa il tempo vola, tra una partita a golf ed una puntata al casinò. Ma l’emozione più grande deve ancora arrivare: al ritorno dalla spiaggia incontriamo Silvio in persona, che rientra nella sua lussuosa villa. Davvero, ci sembra di sognare.

Nunzio


Se vi è piaciuto questo post, se vi piacciono i post di Nunzio, cliccate su MI PIACE qui sotto. Vi segnaliamo anche la prima puntata, se ve la siete persa.
Tags: