Cronaca di un’articolo immaginario che potrebbe essere scritto nel 2013, nel caso in cui la crisi Greca prendesse una brutta piega.
Il Presidente del Consiglio Tremonti e’ salito al colle a rassegnare le dimissioni, oggi 4 Febbraio 2013, chiudendo la sua esperienza di governo iniziata pochi mesi fa alla guida di un governo di unita’ nazionale, nato all’indomani del fallimento a catena di Grecia, Irlanda e Portogallo e della crisi successive che aveva portato Bruxelles ed il FMI a chiedere all’Italia una manovra da 120 miliardi e la simultanea privatizzazione di beni per 400 miliardi, considerando che gli interessi sul Debito Italiano erano volati al 13%.
La manovra conseguente, conteneva misure draconiane, come la riduzione del 10% dei salari della PA, il blocco degli aumenti per 2 anni delle pensioni, tagli straordinari alla spesa pubblica ed una crescita della tassazione diretta ed indiretta.
Il crollo dei consumi fu immediato ed a Settembre 2012 la Produzione Industriale era scesa dell’11% su base annua. Come noto la disoccupazione ha raggiunto a Dicembre l’11,3% e le proteste sociali e gli scioperi si sono diffusi paralizzando il paese.
Il Default Spagnolo avvenuto appena 26 giorni fa a seguito dell’ennesimo rifiuto Tedesco e della BCE di emettere Eurobond, aveva spinto Madrid alla decisione di reintrodurre la pesetas con una svalutazione del 40%, cosa che la Spagna preparava da mesi, visto che aveva iniziato a stampare il contante 4 mesi fa; l’Italia non ha potuto seguire la Spagna immediatamente, visto che non disponeva di sufficiente carta moneta della nuova Lira, visto che ha visto schizzare I Tassi al 41%, ha adottato appena 9 giorni fa il Dollaro Americano come moneta nazionale transitoria, attuando pero’una conversione che implica una svalutazione de facto del 40% di ogni spesa pubblica. L’enorme caos successivo, la manifestazione con 3 milioni di persone a Roma e le conseguenti tensioni nella maggioranza hanno causato fratture insanabili nella maggioranza.
Il paese ha di fronte a se’ la prospettiva di elezioni politiche in un clima incandescente. Il Partito Democratico e’ dato al 20% e Forza Silvio al 10%. I sondaggi segnalano il boom delle formazioni rimaste fuori dal Governo, come il movimento 5 stelle di Grillo al 12%, ed I comunsiti al 5%, mentre al Nord, la nuova formazione nata dalla scissione della Lega e capeggiata da Zaia e’ data al 45% in Veneto. Il futuro dell’Italia appare di estremo caos, e l’esercito e’ stato dipiegato nelle citta’ dal Governo, dopo aver sentito il capo dello stato.
Come noto, in Germania nel frattempo, il Governo ha varato un piano di ulterior 400 miliardi, coperti da Debito Pubblico per ripianare il buco enorme prodotto nel sistema bancario, a seguito dei default di Spagna ed Italia. La misura avviene dopo analoga misura presa dal governo Francese. Nel frattempo il fallimento del Belgio e’ dato per imminente ed il differenziale dei tassi tra Francia e Germania e’ a 576 punti base, lasciando presagire che il peggio della crisi non s’e’ ancora riversato sul vecchio continente.