Proposta operativa per l’Italia: a mali estremi, estremi rimedi.

L’Italia ha necessita’ di una scossa, e di ristrutturarsi rapidamente, non solo per dare rapidamente risposte ai mercati, ma anche per fare cio’ che troppo a lungo e’ stato rimandato.
Voglio lanciare una PROPOSTA OPERATIVA concreta agli editor ed ai lettori di RISCHIO CALCOLATO e di SCENARI POLITICI, sperando che non siate troppo severi, e che qualcuno di voi voglia collaborare, dare suggerimenti ed integrare, questo mio manifesto.
Chiaramente, mi scuso anticipatamente, perche’ dovevo fare qualcosa che non fosse un “bigino” e neppure una “enciclopedia”, per cui spesso vi sono argomenti trattati con superficialita’, e spesso vi sono dettagli che oltrepassano una veloce lettura.
Il mio scopo e’ innescare una riflessione in voi, e farvi consapevoli che questo non e’ un paese necessariamente morto, economicamente e culturalmente.

Il primo caposaldo e’ una RIDUZIONE DRASTICA DELLA SPESA PUBBLICA, CON ULTERIORI MISURE OLTRE A QUELLE DECISE DALLA MANOVRA DI TREMONTI PARI A 60-80 MILIARDI ENTRO IL 2014, come sommatoria di:

1) Ristrutturazione dell’assetto dello stato e riduzione drastica delle spese della politica (a tal riguardo si veda il dettaglio nel post Taglia la Casta qui); la stima dei proventi diretti e’ pari a 12 mld.
La riduzione drastica del numero dei centri di spesa locale (comuni, regioni, etc), nonche’ una radicale riduzione degli enti pubblici, portera’ economie di scala negli acquisti, appalti e nelle consulenze (altra voce imponente del bilancio pubblico) valutabile in 10-15 mld, da tenere strettamente monitorate, tramite una ferrea disciplina, l’applicazione dei costi standard nella sanita’, e l’applicazione del Federalismo fiscale.

2) Interventi sulle Pensioni: anticipo transitori su eta’ pensionabile, con eta’ di pensionamento donne come uomini entro il 2020, introduzione immediata del vincolo d’eta’ minima a 61 anni (con 40 anni di contributi) e 63 anni (con 35 anni di contributi) valido senza eccezioni. Gli adeguamenti triennali delle eta’ e dei coefficienti partiranno gia’ dal 2012. Attualmente coloro che vanno in pensione, ci vanno essenzialmente coi vantaggiosi sistemi “retributivo” o “misto”: costoro potranno avere una pensione calcolata con tali sistemi solo se si pensionano a 65 anni (se vogliono andare prima, coi criteri sopra esposti, il calcolo e’ contributivo). I proventi sono valutabili in 5-8 mld nel 2014.

3) Riduzione Personale della Pubblica Amministrazione: in Lombardia vi sono 430.000 dipendenti pubblici, pari a 1 dipendente pubblico ogni 23 abitanti, con numero dirigenti ragionevole, elevata efficienza ed un costo di 22miliardi; nel complesso Italiano vi sono 3.500.000 dipendenti pubblici, pari a 1 dipendente pubblico ogni 17 abitanti, con numero dirigenti percentualmente maggiore,minore efficienza ed un costo del solo personale di 190miliardi. L’intervento consistera’ nel portare il numero di dipendenti di tutte le regioni al livello della Lombardia entro il 2018 (con l’escusione del Lazio ove sono presenti i ministeri, su cui e’ legato un capitol a parte), agendo parimenti sul costo del lavoro e sui dirigenti, con una riduzione di 800.000 dipendenti nella PA e di 55 miliardi nel costo del Lavoro (Lordi), da ottenersi col blocco del turn over e per quadri e dirigenti col licenziamento. Entro il 2014 cogliere almeno il 50% del target (25-30 mld lordi, corrispondenti a 17-22 mld netti).

4) Interventi sulle Pensioni d’invalidita’ e sull’Assistenza: Stesso discorso visto al punto 3) per le pensioni di Invalidita’, che coi relativi accompagnamenti assorbono 16 miliardi all’anno; in Lombardia vi sono un terzo delle pensioni di invalidita’ che ad esempio vi sono in Umbria; e’ necessario un controllo a tappeto su tutti coloro che hanno una pensione, e portate il numero di pensioni erogate in Italia, al livello della Lombardia entro il 2014. Tagli anche alle assistenze. Il risparmio per la sola voce invalidita’ e’ pari a 5-7 miliardi all’anno.

5) Ritiro progressivo di tutti i militari dalle missioni estere, e riduzione delle Spese militari all’1% del PIL: il Target e’ da raggiungere in modo progressivo entro il 2014. Il risparmio previsto (non considerando le spese di riduzione del personale gia’ incluse al punto 2) e’ di 5-6 miliardi all’anno.

6) Rinvio investimenti con ritorni dubbi e di realizzabilita’ incerta: stop a progetti come il Ponte sullo Stretto ed opere simili. Se ne riparlera’ quando ce lo potremo permettere e se e quando vi sara’ una condivisione che dia certezza agli investimenti. Risparmi per  2-4 miliardi all’anno.

7) Saldo Dare-Avere con UE: assurdo che l’Italia, che ha un PIL procapite in perfetta linea con la media UE, riceva circa 3-4 mld in meno di quanto versi: cio’ va ridiscusso. Risparmi per  2-3 miliardi all’anno.

Il SECONDO caposaldo e’ una RIDUZIONE DRASTICA DEBITO PUBBLICO, CON FORTI DISMISSIONI  PARI A 250 MILIARDI ENTRO IL 2014, come sommatoria di:

8) Dismissioni massiccie di Societa’ Partecipate dallo Stato e dagli enti locali : le partecipazioni degli enti locali, le municipalizzate, etc verranno privatizzate massicciamente (salvo il settore Acqua, dove un referendum ha decretato il NO). Idem per le partecipazioni pubbliche, a partire dalla RAI. A seguire le poste e le ferrovie. Nel piano non sono prevista la dismissioni delle quote ENI ed ENEL, finche’ il valore dei dividendi supera il rendimento del debito corrispondente. Il Target e’ ricavare 50 miliardi.

9) Dismissioni massiccie di immobili e terreni pubblici : Il patrimonio pubblico teoricamente dismettibile e’ valutabile tra i 450 ed i 650 miliardi. Il Target e’ vendere e cartolarizzare, per un ricavato pari a 200 miliardi.

Il TERZO caposaldo e’ un RIORDINO DEL FISCO, anche i cosiderazione di extra-proventi ai punti da 1 a 7, superiori al necessario per ottenere il pareggio di bilancio (costo complessivo punti da 10 a 12, pari a circa 20 mld)

10) Applicazione seria del FEDERALISMO, con chiarezza per i 3 livelli su competenze su entrate (Stato: entrate DIRETTE e giochi –   Regioni: entrate INDIRETTE –  Comuni: imposte varie e su immobili) e sulle uscite (Stato: difesa, esteri, etc –  Regioni: sanita’, scuola, etc –  Comuni: servizi locali, etc), e vincolo costituzionale del pareggio di bilancio a livello statale e locale

11) Riduzione tassazione su Famiglie ed Imprese e possessori di titoli di Stato:
– Sistema IRPEF a 3 aliquote e con Quoziente Familiare (nessuna azione di ridizione delle detrazioni e deduzioni)
– Detassazione IRAP per quota corrispondente a costo del Lavoro
– Detassazione per le Rendite legate agli acquisti da parte di privati Italiani di Titoli di Stato e che li detengono per almeno 24 mesi (lo scopo e’ ampliare la quota di debito pubblico in mano alle famiglie Italiane, e quindi la stabilita’ del debito stesso)
I costi stimati sono di rispettivamente 18, 8 e 2 mld.
Tali riduzioni sono strategiche, perche’ incentivano la famiglie e le imprese, e stabilizzano il Debito.

12) Inasprimenti  e Riorganizzazioni in altri settori
– Aliquote su Rendite unificata al 20% (senza bolli e registri)
– Inasprimenti IVA mirati unicamente ai settori ad elevatissimo Import (e non ai settori dominati dalla produzione nazionale) o a consumi molto energivori e che causano elevati rifiuti.

Il QUARTO caposaldo e’ LA RIMOZIONE DI UNA PER UNA LE CAUSE CHE OSTACOLANO GLI INVESTIMENTI:

13) Abolizione Ordini e Licenze

14) Liberalizzazioni a vasto spettro:
– Liberalizzazioni su: orari apertura negozi e professioni,
– Lotta serrata alle rendite di posizione corporative ed oligopolistiche, etc
– Norme antitrust piu’ stringenti
– Eliminazione del tacito assenso per il rinnovo della tessera sindacale
– Eliminazione progressiva delle agevolazioni fiscali e normative di comodo (es. cooperative)

15) Liberalizzazione del Mercato del lavoro:
– Eliminazione Distinzioni per i lavoratori (ad esempio per dimensione aziendale, o per tipologia di contratto) con eliminazione Art. 18 (sostituito da indennizzo legato all’anzianita’); eliminazione anche della distinzione dei contratti TD e TI (anche qui vale la regola dell’indennizzo in proporzione all’anzianita’); il Datore di Lavoro puo’ licenziare liberamente (dietro indennizzo; salvo donne incinta e disabili)
– Anche lo stato puo’ licenziare (valgono le stesse regole del settore privato)

16) Sburocratizzazione massiccia ed Iter autorizzativi per investimenti chiari e con tempi certi (se non arriva risposta dagli enti, vale il silenzio assenso, e l’investimento e’ garantito)
17) Termini di pagamento perentori e garantiti (lo Stato stesso deve entro il 2014 rimettersi in pari sui rimborsi e pagamenti, se no scattano penali prestabilite, e valide per legge)

18) Riforma della Giustizia (non vado oltre, visto che lo sanno anche i sassi, che con l’attuale giustizia Italiana, nessun Investitore al mondo vorrebbe avere a che fare, visti i tempi infiniti, i forti esborsi, i blocchi degli investimenti stessi, e l’aleatorieta’ delle decisioni delle condanne-assoluzioni, che regolarmente mutano nel corso dei 3 gradi di giudizio; i concetti base sono: responsabilizzazione PM, semplificazione gradi, incentivo al patteggiamento, certezza su tempi e su pena, separazione carriere, etc.)

Con tali misure, il DEFICIT sara’ ZERO gia’ nel 2013, ed il DEBITO arrivera’ entro il 2014 al 99% sul PIL (senza intaccare le attuali riserve e partecipazioni, che ammontano a 200 mld)

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