(diamo un futuro ai nostri figli)
Nota per i Lettori
Funny King e Martino hanno lanciato una proposta per una riduzione di 200 miliardi di Spesa Pubblica. Completate le proposta, andiamo avanti con le RIFORME e di seguito vedremo la riduzione e riorganizzazione fiscale.
Parte 1 – Proposte per ridurre di 200 miliardi la Spesa Pubblica (cliccate sulla voce per vederli)
Parte 2 – Le Riforme (cliccate sulla voce per vederli)
Premesse
(Situazione del Mercato del Lavoro)
– L’Italia ha un tasso do occupazione complessivo inferiore del 7,2% alla media Europea (equivalente a quasi 3 milioni di lavoratori). Nel 2010 il tasso di occupazione femminile in Italia e’ stato del 56,9% contro una media della UE a 27 del 64,1%.
– In Italia si stima vi siano ben 2,6 milioni di lavoratori in nero.
– L’Italia ha il primato negativo in Europa nel rapporto tra la disoccupazione giovanile e quella complessiva. A giugno 2011 l’Italia aveva una disoccupazione all’8,0% contro il 9,4% della UE a 27, ma tra i giovani sotto i 25 anni siamo al 27,8% contro il 20,5% della UE a 27.
– L’Italia ha il primato negativo in Europa nel rapporto tra la disoccupazione femminile e quella complessiva. Nel 2010 il tasso di occupazione femminile in Italia e’ stato del 46,1% contro una media della UE a 27 del 58,2%
Ma perche’ questa siuazione disastrosa, penalizzante proprio le categorie piu’ deboli (donne, giovani, etc)? Semplice, il sistema Italiano, presenta rigidita’ incredibili, per cui la flessibilita’ (necessaria in ogni sistema) e’ incanalata sulle micro-imprese (legali e non) e sulle categorie deboli. Le imprese cosi’ restano condannate al nanismo, ed un intera generazione, condannata al precariato.
(Il Contesto: i contratti)
– Normative e codici intellegibili: le normative che regolano il mercato del Lavoro, sono complesse e spesso illeggibili. Oggi un codice del lavoro completo richiede 2700 pagine: è illeggibile senza il consulente.
– Normative che regolano la flessibilita’ in uscita che obbligano alla reintegrazione e non al risarcimento (cosa che non ha pari nel mondo). La legge e i contratti prevedono in quali casi si può licenziare. L’art 18 – che si applica per le aziende sopra ai 15 dipendenti, quando si è accertato in giudizio che il licenziamento è ingiusto – prevede che il lavoratore abbia il diritto di riavere il proprio posto di lavoro, la copertura previdenziale dal licenziamento alla reintegrazione, nonché un risarcimento pari alle retribuzioni perse che non può comunque essere inferiore a 5 mensilità. Il lavoratore inoltre, se ha perso fiducia nel datore e non intende più tornare nel proprio posto, può chiedere – in sostituzione della reintegrazione – ulteriori 15 mensilità.
– I sistemi contrattuali sono stati riformati negli ultimi 20 anni (tra cui Legge Biagi in ultimo) cercando di regolare le nuove forme di contratto, quelle flessibili, nate e cresciute, e viste quali necessarie “valvole di sfogo” per le imprese, vista la rigidita’ di fondo che le stesse subiscono dalla normativa per i lavoratori.
– L’Italia presenta un sistema del Lavoro con ampie rigidita’ anche sul fronte della diffusione del Part Time, con dati nettamente peggiori della media Europea, nonche’ sul fronte della Flessibilita’ nell’orario di Lavoro e sulla Flessibilita’ Organizzativa.
– Rappresentanze e Relazioni Sindacali all’insegna della scorrettezza: le normative sul tema sono frutti di compromesso con le corporazioni sindacali storiche. L’intero quadro normativo non e’ limpido. I sindacati stessi, godono di privilegi incredibili, che vanno dalla trattenuta automatica in busta paga, all’iscrizione automatica di anno in anno, ad agevolazioni di ogni ordine e grado, a ruoli di queste organizzazioni spesso fuori riga. Ricordiamo anche le normative sui distacchi sindacali, nonche’ il ruolo sindacale in tanti settori (es. patronati) che garantiscono forti flussi di denaro ai sindacati per attivita’ sconnesse dal ruolo degli stessi)
In pratica il contesto di riferimento e’ poco chiaro, preda di interessi corporativi, con fortissime rigidita’ sui licenziamenti (ed in altri aspetti che regolano il lavoro), scarsamente aperto alle innovazioni. E’ evidente che le imprese sono incentivate al “nanismo” ed ad ampliare a dismisura “consulenti” e “precari”.
(Il Contesto: ammortizzatori sociali)
– Lo Stato investe assai meno degli altri paesi UE in ammortizzatori sociali e formazione: in pratica il “disoccupato” e’ lasciato a se’ stesso, senza alcuna formazione, con un aiuto a ricollocarsi praticamente nullo, e con un sostegno economico alla disoccupazione (cassa integrazione, mobilita’, sussidi alla disoccupazione) modesti nel confronto col resto d’Europa. I numeri sono impietosi. Inoltre, ancora una volta, i beneficiari teorici, non sono trattati tutti allo stesso modo.
(Le Caste)
– Metà abbondante dei nostri lavoratori dipendenti non hanno alcuna protezione per il caso di perdita del posto, o ne hanno una molto debole. Parliamo di: lavoratori a termine, “a progetto”, co.co.co., “partite Iva” fasulle, che hanno perso il lavoro in questi ultimi tre anni di crisi, senza un giorno di preavviso e senza alcun trattamento di disoccupazione. Inoltre parliamo dei milioni di lavoratori operanti in imprese sotto i 15 dipendenti, in cui l’art. 18 non e’ applicabile. Ricordiamo inoltre i 2,6 milioni di “fantasmi” in nero, per i queli le protezioni sono nulle in tutti i sensi.
– L’altra metà dei lavoratori protetta o intoccabile (gli statali). La vecchia protezione forte contro il licenziamento – il famoso articolo 18 dello Statuto del 1970 – è molto difettosa. Essa di fatto consiste in una sorta di ingessatura del rapporto di lavoro; ma quando viene l’acquazzone anche il gesso si scioglie, e anche il lavoratore protetto dall’articolo 18 si trova con un pugno di mosche in mano.
(Proposte in campo)
– La proposta governativa presentata nella Legislatura 2001-2006 proponeva di “derogare” l’applicazione dell’art 18, quale conseguenza del licenziamento ingiustificato, prevedendo il risarcimento in alternativa alla reintegrazione. Le imprese che escono dal sommerso assumendo più di 15 dipendenti, e quelle già “regolari”, ma sotto i 16, che assumono, così superando la soglia dei 15 dipendenti, sono esonerate (per 4 anni, ma prorogabili) dall’applicazione dell’art 18, in quanto non sono computabili tali “unità lavorative”: dunque si applica loro la cd tutela obbligatoria prevista per il licenziamento illegittimo di datori di lavoro sino a 15 dipendenti. Quindi sarebbe garantita solo la cd tutela obbligatoria, cioè il solo risarcimento danni nella misura da 2.5 a 6 mensilità. La proposta all’epoca fu accantonata a causa dell’opposizione totale di sindacati ed opposizione. Oggi e’ stata ripresa dal governo e richiesta dall’Europa, ma le possibilità che venga attuata realmente sono scarse, visto il contesto ostile e la debolezza del governo.
– Vi sono sul tavolo numerose proposte in campo, in particolare da Pietro Ichino, giuslavorista del PD. Vi rimandiamo ai link sotto.
Proposta Operativa di Liberalizzazione del Mercato del Lavoro
NUOVO CODICE DEL LAVORO SEMPLIFICATO
- Approvazione immediata del D.D.L. N. 1873 che semplifica fortemente il Codice del Lavoro, introducendo un Codice del Lavoro semplificato composto di 70 articoli molto chiari e facilmente traducibili in inglese, suscettibili di applicarsi a tutta l’area del lavoro sostanzialmente dipendente. Così si supera il dualismo fra protetti e non protetti nel mercato del lavoro.
NUOVO CONTRATTO DI LAVORO: TUTTI A TEMPO INDETERMINATO, MA NESSUNO INAMOVIBILE
- La nuova disciplina si puo’sintetizzare così: tutti a tempo indeterminato (tranne, ovviamente, i casi classici di contratto a termine, per punte stagionali, sostituzioni temporanee, ecc.), a tutti le protezioni essenziali, in particolare contro le discriminazioni (donne in maternita’, invalidi, etc), ma nessuno inamovibile.
- E a chi perde il posto una garanzia robusta di assistenza intensiva nella ricerca della nuova occupazione, di continuità del reddito e di investimento sulla sua professionalità.
- In caso di licenziamento, l’azienda dovra’ versare al lavoratore un ammontare in termini di mensilita’ che tiene conto del numero di anni di lavoro effettuati nell’azienda stessa, variabili da 3 mensilita’ (per persona assunta da 1 anno in contratto TI) e 15 mensilita’ (lavoratore con 25 anni di anzianita’ aziendale)
- AMMORTIZZATORI SOCIALI RAFFORZATI: Verrà introdotta un’indennità di disoccupazione «generalizzata», destinata a chi ha perso il lavoro (ma non ai disoccupati lungo corso) e finanziata con i contributi versati (senza alcun peso, quindi, sulla fiscalità generale), le cui risorse sono reperibili (vedi post su spesa sociale extraprevidenziale). La stessa indennita’ verra’ revocata in caso di non accettazione di occupazione da parte del lavoratore, o se il lavoratore non si sottoporra’ a corsi di formazione, o se non dimostrera’ che attivamente sta ricercando una nuona occupazione. Questa sara’ pari al 90% dell’ultimo salario il primo mese, e scendera’ al 60% al sesto mese; sara’ applicabile fino ad un massimo di 24 mesi.
- Applicazione delle Normative contenute nei contratti privati anche alla PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
IMPRESE. INCENTIVI, CONTRATTAZIONE DI SECONDO E TERZO LIVELLO E FLESSIBILITA’
- Incentivazione fiscale per le IMPRESE che propongono forme di compartecipazione agli UTILI AZIENDALI per i dipendenti; meglio cio’ delle STOCK OPTION, che invece vanno disincentivate (gli Utili sono reali, i valori di Borsa sono aleatori).
- Incentivazione fiscale per le IMPRESE che adottano il Part Time (ad esempio per le donne con bimbi piccoli).e la flessibilita’ dell’orario di Lavoro per tutte le categorie.
- Promozione della contrattazione LOCALE e di quella AZIENDALE, per tener conto non solo della specificita’ del settore, ma anche della specificita’ dell’Area di appartenenza e della Ditta. Resta chiaro che la contrattazione Individuale sarebbe comunque preminente.
- Superamento di ogni divisione normativa per aziende sopra e sotto i 15 dipendenti
SINDACATI
- Stop alla trattenuta automatica: i sindacati gli iscritti se li dovranno conquistare anno per anno (l’iscrizione sindacale va rinnovata volontariamente anno x anno, e non in automatico)
- Il Diritto di Sciopero resta inalienabile, ma nei settori dei trasporti ed i quelli dove si creano disagi alla collettivita’, va regolato ancor piu’ in modo stringente
- Regolamentazione e stretta ai distacchi sindacali, strumenti abusati in diversi settori
Conclusioni
La sostanza e’ compiere i seguenti passaggi:
· Normativa: da intellegibile a semplice
· Flessibilita’ in ingresso ed uscita: dal sistema a caste (flessibilita’ concentrata su meta’ della forza lavoro) al sistema con tutti a Tempo Indeterminato ma nessuno inamovibile (flessibilita’ distribuita)
· Ammortizzatori sociali: rafforzamento degli stessi compatibilmente al bilancio
· Imprese: fine di ogni differenza tra pubblico e privato, tra impresa sopra e sotto i 15 dipendenti
· Incentivazione: incentivazione dei comportamenti aziendali volti verso la compartecipazione degli utili aziendali ai lavoratori, al part time ed alla flessibilita’ dell’orario
· Contrattazione Locale e Aziendale: va rafforzata
· Sindacati: fine dei potentati ideologici ed economici; i sindacati devono tornare ad essere tali
Le conseguenze prevedibili saranno le seguenti:
· Forte crescita dell’occupazione giovanile e femminile
· Crollo dell’occupazione precaria
· Fine delle Caste e trionfo del merito
· Crescita dell’occipazione regolare
Link utili