Crisi d’astinenza da elezioni, percentuali e sondaggi? Non vedete l’ora, dopo un’intera estate trascorsa a discutere lungamente di Bot e spread, di poter tornare finalmente a parlare di voti reali e numeri? Niente paura. Dopo la doppia scorpacciata elettorale legata all’abbinamento fra le elezioni amministrative della scorsa primavera e i 4 referendum di Giugno, tornano a riaprirsi le urne. Il 16 e 17 Ottobre, infatti, verrà rinnovato il consiglio regionale del Molise tramite l’elezione del nuovo governatore. Una sfida poco appassionante, si dirà! Nulla a che vedere con le intense tornate elettorali che hanno portato al rinnovo di decine di amministrazioni comunali e provinciali poco meno di cinque mesi fa. Eppure anche una contesa elettorale che, a prima vista potrebbe sembrare priva di spunti, non manca di suscitare interesse.
Innanzitutto si tratta del primo appuntamento di carattere elettorale all’indomani di un’estate politicamente torrida, in cui maggioranza e opposizione si sono date battaglie sul terreno economico incrociando le lame anche su temi quali le ultime inchieste giudiziarie riguardanti diversi esponenti politici e le intercettazioni. Per la guida della più piccola regione italiana (Valle d’Aosta esclusa) si daranno battaglia in quattro, a cominciare dal padre padrone del centrodestra locale, Michele Iorio. Il governatore uscente è riuscito nella non facile impresa di compattare l’intera coalizione (tranne La Destra di Francesco Storace) attorno alla sua ennesima ricandidatura. 7 le liste in campo: Pdl, Alleanza di centro, Udc, Molise civile, Progetto Molise, Grande Sud, Udeur. A capo della coalizione di centrosinistra c’è invece Paolo di Laura Frattura. Candidato alle precedenti regionali nella lista di Forza Italia, è riuscito ad imporsi nelle primarie tenutesi lo scorso Settembre. Ad appoggiare la corsa del presidente della Camera di commercio di Campobasso saranno: Pd, Idv, Sel, Costruire democrazia-Partecipazione democratica, Api, Federazione della sinistra, Psi. Due gli outsider: il grillino Antonio Federico e Giovancarmine Mancini, candidato presidente de La Destra. Se da un lato la maggioranza uscente punta al grande slam, dopo aver vinto tutte le elezioni in programma negli ultimi anni che hanno trasformato il Molise in una roccaforte azzurra, la speranza dello schieramento riunitosi attorno alla candidatura di Frattura è quella di ribaltare il pronostico della vigilia. Stando ai sondaggi, infatti, l’aspirante governatore pidiellino sarebbe lanciato verso la riconferma alla guida della giunta regionale. Il 64,9% dei molisani si dice certo della conferma di Iorio mentre il 35,1% crede nell’exploit del suo sfidante. E’ quanto emerge dall’ultimo Monitor sulle elezioni regionali diffuso dal settimanale “La Voce del Molise” che attribuisce il 49,9% delle preferenze all’esponente azzurro contro il 46% assegnato al presidente della Camera di Commercio di Campobasso. Distanziati gli altri due pretendenti alla guida della Regione Federico (2,3%) e Mancini (1,8%). Più netta la forbice fra le coalizioni con il centrodestra al 51,3% (Pdl 20,2%, Adc 7,2%, Udc 6,9%, Progetto Molise 6,8%, Udeur 4,2%, Grande Sud 3,9%, Molise civile 2,1%) e il centrosinistra al 44,8% (Idv 12,5%, Pd 11,6%, Alternativa 8,3%, Costruire democrazia 4%, Sel 3,6%, Partito socialista 3%, Federazione della sinistra 1,8%). Non male il movimento 5 stelle al 2,2%, seguito da La Destra all’1,7%. Se per quanto concerne la notorietà Iorio primeggia 97,2% a 68,5%, sul terreno della fiducia è Frattura ad avere la meglio con il 79,5% rispetto ad un più modesto 55,5%. Anche per l’ultimo Digis (la società che per l’intera campagna elettorale ha fornito rilevazioni statistiche a diversi quotidiani molisani) l’attuale inquilino di Palazzo Moffa è in testa con il 52,5% rispetto al 44,2% del diretto rivale. Gap ancora maggiore fra i due schieramenti: Pdl e alleati sono al 54%, 12 lunghezze in più del centrosinistra. Riuscirà dunque il re del Molise a battere l’amico-nemico Frattura laureandosi ancora una volta vincitore? O sarà la volta dell’opposizione che, approfittando del vento di scontento che spira in ottica nazionale, centrerà il non facile risultato di conquistare uno dei feudi del centrodestra? Per saperlo non resta che aspettare l’esito dello scrutinio.
AL