Riflessioni e proposte per la DIFESA

Nota per i Lettori
Funny King e Martino hanno lanciato una proposta per una riduzione di 200 miliardi di Spesa Pubblica. L’obiettivo mi trova d’accordo, e vorrei dare un contributo, visto che da molti mesi faccio proposte in tal senso, corredate da proposte operative a mio avviso piuttosto serie.
Nel presente post parleremo di Difesa, e premetto che rintracciare dati coerenti e’ un’impresa titanica (mi sono permessa di inserire nella sezione LINKS i dati piu’ interessanti), e lancero’ un post di Proposta Operativa in tal senso, semplificata, ma chiara, mettendo in evidenza gli sprechi e le storture che non ci possiamo permettere. I vostri spunti sono graditi.
Premesse
          SPESE – In Italia spendiamo per la Difesa oltre 24 miliardi all’anno (la cifra e’ una stima seria, cche non coincide con il bilancio del ministero della difesa, ma include anche alcune spese accollate al ministero dello sviluppo economico ed a quello dell’economia); escludendo l’arma dei Carabinieri siamo comunque a quasi 19 miliardi. 
          SPAGNA e GERMANIA: nel 2008 la spesa della Difesa sul PIL (esclusi i carabinieri) vede l’Italia all’1,4% del PIL e Germania e Spagna (paesi non “nucleari” a noi comparabili dimensionalmente e come sistema di alleanze) all’1,0%
          PERSONALE – Il personale (carabinieri esclusi) ammonta a 190.000 unita’; ufficiali e sottoufficiali rappresentano oltre il 50% del totale. Le spese del personale sono pari al 70% del totale.
          MISSIONI ESTERE – Abbiamo circa 8.500 soldati in missioni all’estero, distribuiti spesso in paesi in cui i conflitti sono terminati da decenni. I risultati di tali missioni spesso sono modesti o nulli. I costi ufficiali di tali missioni ammontano ufficialmente a circa 1,5 miliardi di euro l’anno, ma sommando i costi nascosti dovuti all’usura mezzi, vite umane, munizioni, ecc. e’ ragionevole ipotizzare in 2 miliardi il costo complessivo.
          INVESTIMENTI E MEZZI – Gli investimenti in mezzi, sono pari a circa 3,2 miliardi all’anno (aerei, sistemi, mezzi, logistica, etc), le spese rimanenti, poco sopra i 2 miliardi,  sono legate all’esercizio (edilizia, manutenzione, abbigliamento, agroalimentare, equipaggiamenti, etc). Per tali spese, la domanda è spesa pubblica , l’offerta è di natura imprenditoriale. Non tutta la spesa militare ha impieghi esclusivi, la trasparenza spesso e’ scarsa, l’inefficienza e’ presente e spesso manca trasparenza.
          MODELLO MILITARE – Le nostre spese per la sicurezza sono fortemente squilibrate a favore di un modello militare anacronistico, insostenibile, incentrato sul costo del personale mentre i problemi della sicurezza oggi esigono una pluralità di strumenti in prevalenza preventivi e non militari. Il contesto mondiale, inoltre vede l’Italia stabilmente in alleanze, con gli USA con ruolo preminente: spendere oltremisura in periodo di vacche magre non e’ un’investimento che consente di avere vantaggi o ruoli interessanti, ma e’ semplicemente uno spreco. Il minimo che bisogna fare è riequilibrare e’ ridurre drasticamente tale apparato, mirare sulla qualita’ di un sistema piccolo ed efficiente, puntare sull’intelligence e su investimenti che possono avere ricadute anche sul settore civile.
Proposta Operativa
         Riduzione del personale anche drastica. Possiamo tranquillamente vivere con un’esercito di 100-120.000 unita’. Vanno ridotti sprechi e privilegi nelle carriere.
         Razionalizzazione dei beni militari, con dismissione di caserme ed aree militari in eccesso.
         Riduzione missioni estero, fino ad un sostanziale azzeramento delle stesse (massimo 1.000 militari all’estero entro il 2013)
         Miglioramento dei contratti per le armi, trasparenza appalti e puntare su appalti ad imprese italiane ed europee, che possano trasferire know how nel civile. Ci sono tagli che si possono fare subito: ragionevolmente si può partire dalla cancellazione del programma di acquisto dei 131 cacciabombardieri F-35 (costo complessivo di 20 miliardi di euro) e dalla completa revisione di tutti i 71 programmi di ammodernamento e riconfigurazione di sistemi d’arma che ipotecano la nostra spesa militare fino al 2026.
L’insieme di queste misure possono consentire alla spesa pubblica per la Difesa (esclusi carabinieri) di ridursi da 19 a 12 miliardi di euro all’anno, con un risparmio di 7 miliardi (dei quali 3 miliardi gia’ contabilizzati nel post della PA). Per cui nel programma di riduzione della spesa pubblica possiamo contabilizzare altri 4 miliardi.
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