Slovacchia e Finlandia, due grane per l’Europa

L’Eurozona si sveglia con due grosse grane. La prima viene da Bratislava. Il parlamento slovacco ha infatti bocciato il fondo salva-stati. Con 55 voti favorevoli, 9 contrari e 60 astenuti, l’ESFS non ha ottenuto la maggioranza assoluti dei voti favorevoli necessari per l’approvazione. Una brutta grana, figlia di un litigio nella coalizione di centro-destra al governo. Il partito liberale “Libertà e Solidarietà” non ha infatti partecipato al voto, in aperta polemica col fondo salva stati e con gli alleati della coalizione governativa, facendo mancare alla maggioranza i suoi 24 voti e portando così alla bocciatura, almeno momentanea, del fondo salva-stati. I socialisti all’opposizione si sono astenuti e non escludono un prossimo voto favorevole. In cambio però l’opposizione socialista chiede le dimissioni della premier democristiana, Iveta Radicova, e nuove elezioni. Contrari solo i nazionalisti. Il voto verrà probabilmente ripetuto, ma nel frattempo l’UE suda freddo. La seconda grana per l’acciaccata UE arriva da Helsinki. Sarkozy ha recentemente detto che l’Europa farà di tutto per ricapitalizzare le disastrate banche europee, dando il via così a speculazioni sul possibile utilizzo di fondi europei. Dalla Finlandia e dal suo ministro dell’economia, la social-democratica Jutta Urpilainen, arriva però un altolà. Tra gli applausi unanimi del parlamento di Helsinki la Urpilainen tuona che la responsabilità della ricapitalizzazione delle banche è solo ed esclusivamente degli azionisti e dei singoli governi, non dell’UE. Nessun soldo finlandese finirà a ricapitalizzare banche non finlandesi e su questo l’esecutivo del conservatore Katainen non transige. “Su questo combatteremo con le unghie e con i denti”, promette minacciosamente la vice-premier finnica. Anche il nazionalista Timo Soini applaude alla vice-premier, ma promette che viglierà sul mantenimento dei propositi espressi in parlamento dal ministro delle finanze. Helsinki e Bratislava, due brutte grane per la sempre più malandata Unione Europea e presto rischiano di aggiungersene altre, specie ad Est del muro.

Giovanni
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