Forse non è il momento più adatto, ma ogni tanto cerchiamo di dare un’occhiata alla situazione politico-elettorale nelle tre maggiori potenze europee. Per la Spagna, ci risentiamo sabato. Partiamo con il nostro mini-tour dalle capitali del continente da Berlino.
GERMANIA
Cominciamo da Berlino e dalla nostra neo-premier Frau Merkel (1), nella foto con Peer Steinbruck, ministro delle finanze all’epoca della Grosse Koalition e più quotato tra i potenziali sfidanti della cancelliera in casa SPD. Ripartiamo quindi dalla media della scorsa settimana e aggiorniamola al 13.11.2011. Tra parentesi la differenza con la scorsa settimana, prima e quella con le elezioni 2009 poi
CDU-CSU 33,3% (+0,6) (-0,5) 215 seggi
SPD 29,3 (=) (+6,3) 189 seggi
GRUNEN 15,7% (+0,4) (+5,0) 101 seggi
LINKE 7,7% (+0,3) (-4,2) 50 seggi
PIRATEN 6,7% (-1,3) (+4,8) 43 seggi
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FDP 3,7% (=) (-10,9)
Altri 3,7% (=) (-0,4)
Rispetto alla scorsa settimana poche variazioni di rilievo. Si sgonfiano un po’ i Pirati a vantaggio di Verdi e Linke. La CDU-CSU resta in testa e allunga lievemente sulla SPD. La coalizione rosso-verde rimane abbastanza distante dalla maggioranza assoluta a prova di Linke. L’opzione più probabile resta quindi la Grosse Koalition, possibile anche una coalizione CDU-Grunen, anche se il “grande inciucio volume 2” resta l’opzione più quotata. Chi sono e cosa vogliono questi Pirati? Dalle poche informazioni che son riuscito a raccogliere credo che questi possano occupare una posizione simile a quella della FDP e in Europa vicina all’ALDE. Il leader federale, il ventottenne Sebastian Kurz, è stato per tre anni tesserato della CDU. Di mio credo siano una sorta di FDP un po’ più a sinistra, ma vediamo come evolveranno nel futuro. Che conclusione possiamo trarre? Direi che possiamo affermare che si, il governo attuale è decisamente impopolare. CDU-CSU ed FDP sommate non arrivano nemmeno al 40%, cosa mai avvenuta nella storia della federazione, ma allo stesso tempo il fatto che una formazione neo-nata come i “Pirati” faccia saltare i conti è indice di come i tedeschi non sembrano ritenere i rosso-verdi un’alternativa credibile. Sul futuro della FDP, faccio una mia previsione, forse azzardata ma che ritengo fondata. I liberali teutonici hanno sempre avuto al loro interno un’ala nazionalista. Qualora si avverassero i pronostici che vogliono la formazione di Philippe Rosier fuori dal Bundestag credo che quest’ala, chiamiamola haideriana, possa prendere il sopravvento. Come ho scritto sopra i “Pirati” sembrano occupare uno spazio politico molto simile a quello della FDP, mentre si sa che in Germania l’ala destra è al momento libera. Una FDP fuori dal Bundestag cosa potrà inventarsi per ritornarvi, se non seguire le orme della ex cugina austriaca FPO e trasformarsi, come la FPO, da partito liberal-moderato in formazione populista-conservatrice? Una formazione così avrebbe il vantaggio di avere già un giornale di riferimento, la temutissima e cattivissima “Bild” che da tempo incarna il populismo ormai non più tanto lantente in quel di Crucconia. Basta solo trovare un Haider tedesco e il gioco è fatto…
FRANCIA
I cugini d’Oltralpe saranno le prossime vittime della speculazione? Moriranno anche loro di differenziale (2) ? La forte esposizione su Grecia e Italia delle banche francesi, la scarsa solidità delle stesse, un deficit e una disoccupazione più alte rispetto all’Italia rendono la Francia un paese potenzialmente a rischio, forse pure più a rischio di Spagna e Belgio. Il terribile numeretto che indica il differente rendimento tra titoli di stato tedeschi e francesi viaggia ormai verso la soglia dei 200 punti. Inevitabile quindi che l’argomento economico sarà il piatto principale del prossimo confronto presidenziale. François Hollande è sempre in testa, ma le ultime rilevazioni danno Sarkozy in rimonta. Hollande è sempre distante, ma la sbornia post-primarie comincia a sgonfiarsi. Ce la farà Sarkoleon a rimontare il distacco che lo separa dal Veltroni d’Oltralpe? Ricordiamo che Hollande, come ha più volte ricordato Martine Aubry, non ha nessuna esperienza di governo nazionale e ricordiamo anche che fino a non molto tempo fa l’ex compagno di Ségolène era spesso ricordato come il peggior segretario che il Parti Socialiste abbia mai avuto nella sua tormentata storia (3). La domanda che molti francesi si porranno nei prossimi mesi sarà quindi la seguente, “può un uomo che non è stato in grado di governare un partito governare un paese?” Tra qualche mese la risposta. Apro una parentesi su Marine Le Pen. La Marianna populista a mio avviso è sottovalutata e spiego perché. Alle primarie socialiste il vincitore morale è stato Arnaud Montebourg, giovane deputato del dipartimento di Saone et Loire. Montebourg ha sorprendentemente sfilato la medaglia di bronzo dal collo di Ségolène Royal, ottenendo il 17% dei suffragi quasi il doppio di quanto gli attribuivano i sondaggi. Su che temi ha battuto l’enfant terrible del PS? Protezionismo contro la Cindia, multe salate per i delocalizzatori, lotta alla speculazione e nazionalizzazione della banche salvate con denaro pubblico. Praticamente la copia in carta carbone del programma di Marine Le Pen con una spruzzatina di salsa rossa. Ora, vuoi mai che pure Marine sia un pelino sottovalutata? Non dico che prenderà il doppio delle rilevazioni come Montebourg ma vuoi mai che ottenga quel tanto che basta per approdare al secondo turno? Di mio comunque ritengo che se accadrà ciò che si prospetta, ovvero insolvenza (4) francese come riflesso della bancarotta italica nell’estate 2012, la possibilità che Marine Le Pen diventi l’inquilino dell’Eliseo entro il 2017 (5) sia estremamente concreta. Parola ai sondaggi e ricordate che a gennaio ’95 Balladur era già all’Eliseo. Come andò a finire, lo sappiamo.
BVA
Hollande 36% (-3)
Sarkozy 25% (+2)
Le Pen 18% (-1)
Bayrou 6% (-1)
Mélenchon 5% (-1)
Joly 5% (+1)
De Villepin 3% (+3)
Altri 2% (=)
II Turno
Hollande 61% (-3)
Sarkozy 39% (+3)
Ifop
Hollande 32,5% (-2,5)
Sarkozy 25,5% (+0,5)
Le Pen 19% (+2)
Bayrou 7% (+0,5)
Mélenchon 6% (=)
Joly 4,5% (=)
De Villepin 2% (=)
Altri 3,5% (-0,5)
II Turno
Hollande 57% (-3)
Sarkozy 43% (+3)
Allego anche i dati sulla popolarità di Hollande e Sarkozy. Hollande sopravanza Sarkò, ma il presidente in carica sembra invertire la rotta registrando i dati migliori da un anno e mezzo, mentre il suo sfidante perde diversi punti.
CSA
Hollande 51% (-5)
Sarkozy 40% (+8)
Opinion Way
Hollande 53% (-3)
Sarkozy 34% (+4)
Ipsos
Hollande 52% (-4)
Sarkozy 37% (+2)
REGNO UNITO
Rubo il mestiere al mio collega “Lombardo” che da un po’ non tiene la sua rubrica “It’s Thursday”. Anche nella perfida Albione la crisi dell’Eurozona è argomento di scottante attualità. Si sa che da quelle parti sia i Conservatori che i Laburisti son sempre stati piuttosto tiepidini con l’Unione Europea, soprattutto i primi (6). Mai però s’era arrivati al punto di vedere un drappello di 81 deputati conservatori ribellarsi al loro premier e chiedere direttamente l’uscita dal labirinto dell’Unione Europea. I ribelli chiedevano a Cameron un referendum in merito, ma il premier, che pure ha sempre rimarcato un certo euro-scetticismo, s’è opposto all’idea. Penso non ci sia nemmeno il bisogno di fare sondaggi per ipotizzare l’esito di codesta consultazione popolare. Cameron al momento chiama tutti all’unità, e non chiede provvedimenti disciplinari per la carica degli 81. Quanto ai sondaggi, i dati non cambiano molto rispetto all’ultima rubrica di Lombardo, se si tenessero le elezioni il Labour di Ed Miliband sopravanzerebbe di poco i Tories di Cameron
Qui sotto la media degli ultimi sondaggi disponibili, tra parentesi la variazione rispetto al 2010.
Labour 38,7% (+9,7) 355 seggi
Conservative 35,3% (-0,8) 252 seggi
Lib-Dem 9,3% (-13,7) 18 seggi
Altri 16,7% (+4,8) 25 seggi
Ho messo di fianco la proiezione dei seggi di UK Polling Report, ma attenzione. Anche il Regno Unito è impegnato nel censimento e con il censimento verrà cambiato l’assetto dei collegi elettorali. Il programma della coalizione giallo-blu prevede una riduzione dei 650 parlamentari che rendono la House of Commons la camera bassa più affollata d’Europa (7) e c’è da scommettere che i conservatori vorranno vendicarsi dello scherzetto giocato dai laburisti ridisegnando i collegi ad uso e consumo (8). Da non escludere quindi che un risultato come quello dei sondaggi attuali possa consegnare al Labour un parlamento impiccato, o addirittura una maggioranza relativa ai Tories. Da segnalare comunque che Cameron rimane più popolare del rivale Ed Miliband e che se ci fosse l’elezione diretta del premier questa sarebbe nettamente vinta dal premier uscente. La questione potrebbe avere un peso in una campagna elettorale e ribaltare gli attuali valori. Sperando che questa capatina fuori porta nonostante la lunghezza sia stata di vostro gradimento vi auguro una buona giornata sopra con rendimento dei BTP decennali sopra la soglia del 7%, nonostante il Pétain dei poveri e il governo di Vichy all’amatriciana. Ci sentiamo sabato con la Spagna
Giovanni
(1) Il consulente dei taroccatori dei conti ellenici, Mario Monti, sta alla Merkel come Pétain a Hitler. A ‘sto punto che venga direttamente lei a Palazzo Chigi e la facciamo finita con la farsa del Pétain dei poveri e del governo di Vichy all’amatriciana.
(2) Abbiamo una lingua? Allora cerchiamo di usarla, grazie. Capisco che differenziale sia meno “fashion” di “spread”, ma c’è un limite all’invasione dell’albionico.
(3) Potrei annoiarvi raccontandovi di come Martine Aubry si ritrovò la sede di Rue Solferino all’epoca del passaggio di consegne. Quando nel 1997 Hollande divenne segretario del “PS” questo era il primo partito di Francia, undici anni dopo era quasi il terzo, era un covo di serpi con l’hobby di sputtanare i propri leader sui giornali pro-Sarkozy, ed era pure coi conti più in rosso delle mutande di Besançenot. Affidereste un paese a quest’uomo, specie in una turbolenza come questa?
(4) Vedi la nota (2). Mi spiegate cosa c’è di brutto a usare l’italiano? “Insolvenza”, “bancarotta” e “fallimento” suonano così male al confronto di “default”?
(5) Qualora Hollande o Sarkozy dichiarasse bancarotta ritengo per costui una mossa alla De La Rua, con fuga precipitosa verso qualche esilio dorato sia estremamente probabile. In tal caso l’ingresso all’Eliseo della Le Pen verrebbe anticipato.
(6) Non che i secondi brillino per europeismo, comunque. Di facciata sono più concilianti, ma per l’appunto, il maggior europeismo del Labour è solo facciata.
(7) Contrariamente ai luoghi comuni non è il nostro il parlamento più corposo del vecchio continente, bensì quello britannico che detiene il primato in ambo i rami. Tra House of Commons (650) e House of Lords (789) il parlamento di Elisabetta II conta ben 1.439 membri risultando di gran lunga il più corposo d’Europa.
(8) Come suffragare questa affermazione? Beh, il Labour di Tony Blair nel 2005 ottenne il 35% contro il 32% dei Tories e il 55% dei seggi contro il 31% dei Tories. Alle elezioni del 2010 i Tories di David Cameron ottengono il 36% dei voti contro il 29% del Labour ottenendo però il 47% dei seggi contro il 40% del Labour. Credo basti per far capire come l’attuale divisione dei collegi favorisca abbastanza spudoratamente il Labour.