L’Europa presente e futura: spunti e discussioni

Di suguito riporto alcuni commenti di nostri utenti circa l’Europa di oggi e quella di domani.
L’argomento e’ di attualita’, dopo il recente vertice, l’Europa a 26 e l’isolamento del Regno Unito.
Il presente post, non ha alcun carattere informativo, ma intende solo essere di spunto per riflessioni ch svilupperemo piu’ dettagliatamente nei commenti.
E’ bene porci delle domande sull’Europa di Domani:
a) l’Europa del futuro deve assomigliare all’Europa di oggi?
b) Quale dev’essere il processo per i prossimi passi nell’integrazione?
c) Come e cosa deve essere l’Europa di domani?
d) Quest’Europa deve guardare agli USA o alla Russia?
e) Quale modello deve avere l’Europa?

Di seguto alcuni interventi di nostri utenti, che non rispondono a queste domande pienamente, ma sono spunti parziali, in parte slegati tra di loro, ma che qui riporto.

Intervento dell’Utente A:
Personalmente ritengo che l’Europa, o la si fa seriamente ed in un certo modo, o e’ meglio non farla (lasciando solo uno spazio di libero commercio in comune).
L’ibrido attuale, con in comune alcune cose (moneta, burocrazia verticistica, banca centrale, pseudo-disciplina di bilancio), senza confini precisi (siamo in 17, 26, 27 o quanti?), senza alcuna seria democrazia (chi comanda? di certo non l’Italia) e’ una iattura ed una scemenza.
Personalmente ritengo che la UE si debba strutturare in modo CONFEDERALE, con un vertice eletto dal popolo (un presidente che possa governare), ed un’assemblea legislativa eletta anch’essa dal popolo (con una sorta di proporzionale alla spagnola), ed una sorta di senato, composto dai capi di governo, che possa opporre veti a maggioranza assoluta numerica, su decisioni rilevanti.
Il governo centrale dovrebbe avere potere in poche e chiare materie (difesa e politica estera inanzitutto). Le materie centrali dovrebbero essere finanziate con una tassa (ad esempio una porzione dell’IVA).
I paesi che vogliono partecipare, dovrebbero indire referendum popolari per ratificare l’ingresso. Ulteriori ingressi, dovrebbero essere accettati previo referendum popolare tra i cittadini UE.
Con tali semplici regole, accetterei la devoluzione di poteri verso la UE.

Intervento dell’Utente B
Ci stiamo dimenticano che francesi e olandesi hanno pure bocciato sonoramente i referendum per quella orrenda costituzione europea che era un ammasso di roba indigeribile e soprattutto incomprensibile.
Si deve partire dalle comunità nazionali e in alcuni casi anche dalle comunità regionali.

Interventi dell’Utente C
Il discorso è più esteso, riguarda il modello di Europa che vogliamo.
Vogliamo un’Europa politicamente forte o debole? Militarmente forte o debole? Economicamente forte o debole? Sono queste le domande a cui bisogna rispondere, e Cameron ha risposto, lui ha detto che vuole stare in Europa per fare gli interessi del Regno Unito, non per rendere più forte questo organismo sovranazionale. Idem la Germania che non vuole fare alcune concessioni agli Stati più deboli di lei. Non parliamo della Francia che vuole un’Europa franco-centrica.
Siamo arrivati ad un punto della storia europea dove tutti devono fare un piccolo passo indietro per fare insieme un grande passo in avanti. Ma tutto ciò sarà possibile farlo solo quando avremo delle istituzioni europee maggiormente democratiche, con poteri reali, non questi papocchi di accordi intergovernativi che si creano ad ogni vertice europeo. Serve un’idea di Europa che in questo momento non c’è nei sogni di nessun leader europeo. Abbiamo perso la spinta propulsiva di Maastricht, l’occasione giusta era a portata di mano, ma si scelse u compromesso al ribasso permettendo al Regno Unito di non entrare nell’Euro, poi alla Danimarca e alla Svezia. Poi Con l’apertura all’Est europeo è diventato tutto più difficile, le decisioni da concordare fra 15 Stati sono diventate decisioni da concordare fra 27 Stati, con la Croazia 28. Occorre riformare integralmente il processo decisionale europeo, garantendo maggiori poteri a Commissione ed Europarlamento per quanto riguarda questa unione fiscale, la difesa, la diplomazia, le reti energetiche, i corridoi che attraversano l’Europa, etc.
Il primo passo per un maggior peso politico dell’Europa nel mondo sarebbe quello di uniformare il modello istituzionale dei vari Stati membri. Prevedere un sistema parlamentare con forte autonomia regionale potrebbe essere il modello ideale per ogni Stato europeo. Ma dirò di più, un qualcosa che mi costa tantissimo: in cambio di un’Europa veramente forte, con istituzioni votate dai cittadini, con peso politico reale e una normale dialettica fra posizioni differenti, potrei anche accettare una Europa delle Regioni e non delle Nazioni. Cosa voglio dire? Voglio dire la creazione di entità regionali di una certa rilevanza, tipo la Lombardia e non tipo la Basilicata, e la soppressione degli Stati nazionali. Introdurrei però un sistema per eleggere un Presidente della Nazione Italiana coinvolgendo quelle Regioni che saranno intenzionate a farsi rappresentare da questo Presidente, al fine di salvaguardare la peculiarità dell’Europa che si basa sul grande numero di differenti Nazioni che la compongono.

Intervento dell’Utente D
Vedo che in GB c’è ancora chi ha una vaga idea di cosa sia l’interesse nazionale ed il rispetto per l’elettore.
Non capisco come un italiano possa ritenere sensato questo fantomatico “sogno europeo” come se ci garantisse chissà cosa quando ci sta solamente portando alla distruzione economica.   Tutti hanno sempre parlato che Europa è bello ma non ha mai detto perche e per come. nel frattempo la realtà dei fatti negli ultimi vent’anni ha invece dato ragione agli scettici.

Intervento dell’Utente F
Personalmente non sono in grado di vedere nessun futuro per l’Italia (e non solo), se non attraverso l’Europa. Per cui quel prima Italia o prima Europa è un confronto che non esiste. Ovviamente le cose vanno fatte bene secondo il motto “patti chiari, amicizia lunga“, mentre soprattutto per colpa di alcuni si è sempre ripiegato sul compromesso viscido..e sono proprio queste cose ad esporre il fianco alla (o alle) crisi.
I conservatori inglesi dal loro angolo sognao l’ UK come una sorta di “swiss with nukes” (terminologia presa in prestito dall’economist) con la sua Sterlina, tralasciando il fatto che anche per l’UK è un sogno assai dubbio, in Italia non c’è nessun svizzera, niente nukes e niente sterlina. In questo scenario l’Italia sarebbe solo una sorta di “moderno” Regno delle Due Sicilie, il medioevo tra l’acqua santa e l’acqua salata il cui futuro viene deciso a qualche tavolo lontano, al quale non si è invitati.

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