Operazione Caos reloaded

Dite e pensate quello che volete di Mitt Romney. Frigido, robotico, ammanicato ai peggiori mafiosi di Wall Street, voltagabbana capace di cambiare opinione su qualunque cosa, fatto sta che l’ex governatore del Massachusetts ha sette (o nove che dir si voglia) vite come i gatti. Ancora una volta era finito, ancora una volta è riuscito a risorgere e a mostrare all’ala destra del partito repubblicano di essere l’unica carta giocabile contro Barack Obama a novembre. L’unico che può avere qualche flebilissima possibilità di vittoria a novembre, o quantomeno l’unico che può limitare i danni. Doppia sconfitta per Rick Santorum in Michigan e Arizona e il vantaggio di Mitt aumenta sui rivale. Certo, un front-runner che vince di tre punti nello stato in cui è nato e di cui il padre è stato governatore non è proprio un gran segnale. Mitt Romney è un candidato debole e s’è capito, ma perlomeno ha una invidiabile capacità di rialzarsi e uscire dalle situazioni critiche decisamente invidiabile. Che Romney sia l’unico in grado di insidiare Obama s’è capito e allora che s’inventano i democratici? Si infiltrano nelle primarie repubblicane “aperte” e vanno a votare per Rick Santorum. Già, secondo gli exit-polls il 53% degli elettori democratici recatisi alle primarie aperte (1) in Michigan hanno votato per Rick Santorum. Essendo Santorum decisamente repellente al partito dell’asinello è ipotizzabile che i democratici, capita l’aria che tira, abbian deciso di tentare di replicare l’operazione caos a parti invertite. Nel 2008, quando sembrava che ormai Barack Obama viaggiasse verso la nomination, i repubblicani idearono l’operazione caos per aiutare Hillary Clinton, la quale secondo i sondaggi risultava più debole di Obama nei match-up contro McCain. Grazie all’operazione lanciata da Rush Limbaugh Hillary Clinton vinse Texas e Ohio e l’agonia dell’ex first lady venne prolungata fino a giugno.  

(1) In sostanza aperte a chiunque e non solo agli elettori repubblicani

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