Booker T. Washington |
In risposta alle leggi di Jim Crow cominciano i primi abbozzi di risposta della comunità di colore. Molti decidono di lasciare il sud e andare al nord.
Nelle grandi metropoli del Nord la popolazione di colore aumenta così in maniera vertiginosa. Fin dal principio però la coabitazione con la popolazione bianca locale non è per nulla semplice. Gli afroamericani incontrano fin da subito l’ostilità della popolazione locale. Se al Sud c’è la segregazione de iure, al Nord la segregazione è de facto. La comunità nera viene confinata nei ghetti e gli operai neri sono assai malvisti dai colleghi bianchi per la loro tendenza ad essere “crumiri”.
Durante questa delicata fase la comunità di colore conosce due figure di spicco, Booker T. Washington e William Du Bois.
Booker T. Washington, preside dell’istituto per afroamericani di Tuskegee (Alabama) è nei primi del ‘900 il massimo leader di colore. Secondo Washington la comunità afroamericana deve rimboccarsi le maniche e raggiungere prima di tutto la parità economica coi bianchi. Una volta raggiunta questa, la parità di diritti sarà automatica.. Secondo Washington solo l’emersione di una autentica classe media di colore può far raggiungere parità di diritti.
In quegli anni Washington viene spesso consultato dalle amministrazioni statali e federali sulla questione afroamericana e riesce a far entrare un afroamericano nell’amministrazione federale come sottosegretario alla giustizia durante la presidenza del repubblicano Theodore Roosvelt.
Alla linea “moderata” di Booker T. Washington si oppone l’intellettuale di Boston William DuBois. Secondo DuBois prima di tutto alla comunità di colore servirebbe una classe di umanisti per guidare questa lotta. Du Bois è però un nordista che non vive la segregazione nel sud e il suo elitismo lo porta a continui fallimenti. Il suo Niagara Movement naufraga velocemente.
Nel 1908 nel centenario nasce la NAACP che nel corso del tempo diventerà una delle più importanti associazioni afroamericane. Lotta alla segregazione e ai linciaggi i primi obiettivi della neonata associazione. I primi risultati però saranno assai scarsi.
I piccoli progressi compiuti durante le amministrazioni repubblicane di Theodore Roosvelt e William Taft vengono comunque annullati dal ritorno dei democratici alla Casa Bianca. La divisione del partito repubblicano porta alla vittoria il democratico Woodrow Wilson. Wilson è originario del sud, precisamente della Virginia e dal suo stato natale ha ereditato la cultura della segregazione che applica scientemente durante il suo mandato.
Il presidente Wilson reintroduce la segregazione nell’amministrazione federale e con il meccanismo dello “spoil system” licenzia buona parte degli afroamericani nell’amministrazione federale. L’entrata in guerra degli USA nella I Guerra Mondiale costringe Wilson a una parziale marcia indietro. La propaganda interna, che dopo l’incidente del Lusitania ha convinto i repubblicani isolazionisti e un’opinione pubblica riluttante a entrare in guerra, infatti cerca di dipingere lo scontro con gli Imperi Centrali come uno scontro tra democrazie e sistemi autoritari.
Appare però evidente la contraddizione degli USA stessi che ufficialmente si dipingono democrazia ma nei fatti privano di diritti una consistente minoranza di cittadini. Sicché Wilson è costretto a pronunciarsi verbalmente contro la pratica del linciaggio, pur non procedendo a far diventare reato federale lo stesso.
I leader della comunità di colore vedono nella IGM una grande opportunità per far vedere il valore e il patriottismo degli afroamericani e incitano i giovani neri ad arruolarsi nell’esercito. Circa 400mila soldati di colore partono per l’Europa ma l’esercito applica la segregazione e ai soldati di colore vengono affidate le mansioni più umili.
Di ritorno dalla IGM comunque la comunità di colore comincia a prendere coscienza e a reagire. Dopo la Prima Guerra Mondiale cominciano i primi veri scontri etnici.
Johnny88
Precedenti Puntate