USA 2010, New Hampshire 11/50

NEW HAMPSHIRE

Capitale: Concord
Città maggiore: Manchester
Abitanti: 1.300.000
Senato statale 14 Dem, 10 Rep
Camera statale: 220 Dem, 176 Rep
Governatore: John Lynch
Senatori Judd Gregg; Jeanne Shaheen
Camera: Carol Shea-Porte, Paul Hodes


Affiliazione Partitica

Indipendenti: 45%
Democratici: 29%
Repubblicani: 26% 

Etnie
Bianchi: 94%
Altri: 6%
 
Religioni
Protestanti: 36%
Cattolici: 37%
Atei/Altri: 27%
 
Le sfide
Governatore
Il “Granite state” quest’anno mette in pista la grande tripla. Si vota per governatore, senatore e camera. Un piatto elettorale, succoso e ricco in uno degli swing states più strani e bizzarri. Dunque, il New Hampshire è ormai l’unico stato del New England che può fregiarsi del rango di swing state, anche qui però, il vento di sinistra ha colpito parecchio. Fino al ’92 infatti solo tre democratici avevano preso i voti di questo stato, ovvero Wilson, Roosvelt e Johnson. Negli anni ’90 invece avvenne il passaggio da roccaforte repubblicana a swing state. Nel 2000 il New Hampshire fu, insieme alla Florida, lo stato decisivo per la vittoria di Bush. Se Nader non avesse rosicchiato il 4% a Gore qui infatti, l’allora vice-presidente si sarebbe aggiudicato quei quattro decisivi voti e sarebbe diventato presidente. Che quei voti fossero roba sua, è palesato dal risultato del 2004, con Nader quasi inesistente il New Hampshire quell’anno è l’unico stato a passare dai democratici ai repubblicani, anche se per un pugno di voti. Il 2004 è comunque l’inizio di una lunga serie di clamorosi rovesci per i repubblicani, un filotto impressionante e abbastanza pesante. Nel 2004 i democratici si prendono i 4 voti elettorali ed il governatore. Nel 2006 strappano i due seggi alla camera, e prendono il controllo di ambo le camere del congresso statale per la prima volta dopo un secolo. Nel 2008, oltre alla conferma degli EV, anche la sottrazione del seggio al senato di John Sununu. Una tendenza che quest’anno i repubblicani vorrebbero invertire. Il New Hampshire è, insieme al Vermont uno dei due stati in cui il mandato del governatore non è quadriennale ma biennale, e non sono previsti limiti di mandato. Dal 2004 il governatore è il democratico John Lynch, rieletto nel 2008 per il suo terzo mandato con il 70% dei consensi. Anche Lynch però, come tutti i governatori uscenti soffre la crisi economica che, secondo PPP ha fatto scendere il suo gradimento sotto il 50% per la prima volta in sei anni. Gli ultimi sondaggi, pur dandogli margini in doppia cifra sui potenziali rivali repubblicani, lo vedono comunque sotto la soglia “psicologica” del 50%. Sinceramente però, non mi sento di definire a rischio la quarta conferma consecutiva di Lynch, e quindi metto DNC Solid. Se però il declino di Lynch nei sondaggi continuasse, si potrebbe passare ad un azzurro chiaro di Leaning.
Senato
In questo stato può essere sintetizzato il dilettantismo politico di Obama e della sua corte dei miracoli mancati. Già, quanto combinato da “The One” e soci in questo stato ha veramente del comico. Allora, come saprete, Oba-Oba ha cercato di far compere dal lato opposto per le nomine dell’amministrazione. Nella lista della spesa c’era il senatore repubblicano del New Hampshire, Judd Gregg, a cui Oba-Oba aveva promesso la poltrona di ministro del commercio. Gregg era però restio a lasciare il suo seggio, sapendo che sarebbe toccato al governatore democratico Lynch nominare il suo successore. S’era così arrivati all’accordo. Gregg accettava la nomina ai trasporti, in compenso la sua protetta, Bonnie Newman, in passato a capo del suo staff personale, sarebbe stata nominata senatrice al suo posto nelle file del partito repubblicano. Poi però il voltafaccia. Gregg all’improvviso decide di far saltare il banco, annunciando che non avrebbe accettato la nomina, sostenendo che era impossibile per un conservatore convivere con un presidente radicale (tradurre il termine “liberal” con “liberale”, come fanno spesso i commentatori italiani ed i doppiatori delle produzioni hollywoodiane è un’operazione abbastanza scorretta. Il termine “radicale” è assai migliore per tradurre il termine americano “liberal” ndr). Insomma, un vero smacco per il salvatore del mondo. Per i democratici rimaneva comunque la possibilità di prendere il seggio in via elettorale, dato che Gregg annunciava in contemporanea che non si sarebbe comunque ripresentato. Comincia quindi la sfida per il seggio. Inizialmente i democratici sembravano piuttosto convinti di vincere, candidando il rappresentante del secondo distretto, Paul Hodes. Nel frattempo però, monta la rabbia verso l’amministrazione Obama pure da queste parti, ed i repubblicani trovano una candidatura forte e credibile nella persona di Kelly Ayotte, procuratrice generale dello stato. La Ayotte dal momento della sua discesa in campo ha cominciato a condurre costantemente in tutti i sondaggi, dapprima con margini ridotti (1-4 punti), per poi arrivare ai sondaggi attuali, che la vedono prevalere con margini in doppia cifra (media RCP +11,4. Previsione di Silver +8,8). La Ayotte deve però affrontare un ostacolo, le primarie. Il milionario populista Bill Binnie, partito come candidato folcloristico sta recuperando terreno, ma è ancora molto indietro. Come accadrà spesso, il rating della sfida sarà deciso dalle primarie repubblicane. Con la Ayotte candidata le possibilità che il GOP confermi il seggio sono molto alte, con Binnie invece i liberal avrebbero comunque qualche piccola chances di spuntarla, ma partirebbero comunque sfavoriti. GOP Leaning
Camera
Il New Hampshire invia due rappresentanti a Capitol Hill. Ambo i distretti sono in mano democratica dal 2006, e fra i due collegi elettorali non  c’è grossa differenza di orientamento politico, entrambi vengono classificati difatti come “Even” (ossia pari) dall’indice Cook. In ambo i distretti il GOP sembra avere ottime possibilità di vittoria. Nel primo distretto la democratica Carol Shea-Porter cerca una difficile conferma. A sfidarla il sindaco repubblicano di Manchester, città più popolata dello stato, Frank Guinta. La Shea-Porter è stata confermata nel 2008 con il 52% dei consensi, un risultato assolutamente non a prova di bomba, dato che ormai tutti i senatori/rappresentanti democratici rieletti con  meno del 60% sono considerati a rischio. Per qualcuno la signora è già una “dead-woman-walking” ed i sondaggi non sono confortanti. Va però detto che, se i sondaggi americani sulle altre “sfide” (senato-governatori-presidente) sono molto precisi, sulle sfide dei distretti alla Camera spesso sbagliano, forse a causa delle ridotte dimensioni di questi collegi. Abbiamo già detto che il secondo distretto è “libero”, dato che il suo rappresentante, Paul Hodes, tenterà la scalata al Campidoglio. A questo punto, senza un uscente che difende e con il vento che va nella direzione che sappiamo, possiamo considerare anche questo seggio molto vicino al passaggio da blu a rosso. Pronostico 2-0 per il GOP, non certo, ma molto molto probabile.

Contiamo 
Senato, da 412720 a 412820
Camera, da 9301 a 9501.
Governatori, da 8911 a 9911.

Giovanni Rettore ed il solito And-L

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