Usa 2010, Colorado 29/50

Il Colorado è il 29esimo stato di questa corsa, la sua capitale è Denver che è anche la città maggiore. Qui risiedono 5.000.000 persone ed alle Elezioni Presidenziali lo stato assegna 9 EV, è uno classico stato swing. Il Governatore è Bill Ritter. I due Senatori sono Mark Uddall e Michael Bennett. Alla Camera hanno diritto a 7 rappresentanti, al momento 52. Camera e Senato statali hanno, rispettivamente, la seguente situazione: 37271 e 2114. Nella mappa sottostante, il territorio dello stato, suddiviso in contee e colorato con diverse tonalità a seconda della popolosità.
Affiliazione Partitica
Democratici: 39%
Indipendenti: 39%
Repubblicani: 31%

Etnie
Bianchi: 78%
Ispanici: 15%
Afroamericani: 5%
Altri: 2%

Religioni
Protestanti: 50%
Cattolici: 25%
Atei-Altri: 25%
Le Sfide del 2 Novembre
Governatore
Il Colorado a lungo è stata una roccaforte repubblicana quasi inespugnabile. Dal 1920 al 1992 i democratici hanno vinto solo 4 volte (’32; ’36; ’48 e ’64) contro 10 successi repubblicani. Perfino Roosvelt è stato battuto da queste parti per due volte di fila. Dalla vittoria di Bill Clinton nel 1992 qualcosa ha cominciato a cambiare. L’aria della svolta s’era intuita già nel 2004 quando il margine tra Bush e Kerry era dimezzato rispetto a quello inflitto ad Al Gore nel 2000. Tra 2006 e 2008 si sono verificate una lunga serie di batoste. I repubblicani perdevano 3 seggi alla camera, il seggio di governatore, il seggio al senato loro rimasto, la maggioranza al congresso statale ed infine i voti elettorali dello stato che ha dato ad Obama il 54% dei suffragi. Il motivo di questo cambiamento va ricercato nell’immigrazione ispanica i cui voti sono andati per due terzi ai candidati democratici. A livello geografico la roccaforte democratica è la capitale Denver, i repubblicani invece dominano nella seconda città, Colorado Springs. A decidere spesso sono i sobborghi di Denver. Quest’anno il Colorado, che vota sia per il senato che per il governatore, è un osservato speciale per vedere se il neo-nato dominio democratico si consoliderà o se è solo un fuoco di paglia. Il governatore democratico uscente Bill Ritter, eletto nel 2006 col 56% dei consensi, come molti suoi colleghi, ha visto la sua popolarità colare a picco a causa della crisi economica ed ha quindi deciso di ritirarsi. Se solo avesse saputo cosa sarebbe successo di lì a pochi mesi non l’avrebbe mai fatto ed in questo momento si starà mangiando le mani (fermatelo prima che arrivi ai gomiti). Il partito repubblicano era confortato dai sondaggi ed era convinto di riuscire a strappare il seggio ai democratici. Il front-runner, l’ex rappresentante Scott McInnis era nettamente in testa sul sindaco democratico di Denver Denis Hickenlooper. Succede però che spuntano diversi scandali si corruzione sul conto di McInnis che nei sondaggi viene i conseguenza scavalcato da Hickenlooper. Le accuse nei confronti di McInnis si fanno sempre più pesanti, ed i tempi tecnici per trovargli un oppositore credibile alle primarie non ci sono, quindi che fare? Si arriva ad una sorta di accordo sottobanco. McInnis vince le primarie ed il giorno dopo si ritira ed annuncia l’appoggio all’ex rappresentante Tom Tancredo che, non avendo più i tempi tecnici per candidarsi alle primarie, annuncia una campagna come indipendente. Accade però l’imprevisto, sull’onda dello scandalo a sorpresa, McInnis perde per una manciata di voti le primarie che vengono invece vinte da Dan Maes, senatore statale considerato vicino ai TEA Parties. Maes nei giorni seguenti la sua vittoria si rivela un candidato imbarazzante, non solo il partito repubblicano, ma pure i TEA Parties, ai quali Tancredo piace parecchio e che sono pure loro imbarazzati dalle gaffes di Maes, lo scaricano ufficialmente invitandolo a ritirarsi ed appoggiare Tancredo. Nulla da fare, testardo come un mulo Dan Maes vuole il suo quarto d’ora di celebrità e si rifiuta di fare un passo indietro depositando definitivamente la sua candidatura come candidato “ufficiale” dei repubblicani al segretario di stato. Più passa il tempo, più le gaffes di Maes si fanno imbarazzanti e più i membri sia del GOP che del TEA Party si accodano a Tancredo. Intanto, tra i due litiganti il terzo gode. Dennis Hickenlooper è costantemente in testa su Tancredo con margini di 10 punti, a causa di quel 12-15% di Maes. L’ultima flebile speranza è che Astolfo recuperi sulla Luna il senno di Maes che di conseguenza smonti definitivamente la campagna ed appoggi definitivamente Tancredo. Anche se lo facesse però rimarrebbe comunque il suo nome sulla scheda, che toglierebbe un 4-5% a Tancredo decisivo. Insomma, un pastrocchio in piena regola che con ogni probabilità regalerà lo stato ai democratici quando poteva essere una vittoria tranquilla. L’ultima rilevazione di Rasmussen lascia qualche piccola speranza a Tancredo, dando ad Hickenlooper il 44%, a Tancredo il 34% e a Maes il 15%. Tancredo per riaprire la corsa deve erodere tutto il consenso residuo di Maes, ma questi dovrebbe appunto smontare la sua campagna, cosa che non sembra intenzionato a fare. DNC Solid, a meno di clamorosi ed improbabili passi indietro da parte di Maes.

Senato

Il senatore uscente, Ken Salazar, eletto nel 2004 col 51% dei consensi, è stato nominato da Obama ministro dell’interno. In conseguenza il governatore Ritter ha nominato al suo posto Michael Bennett, all’epoca assessore comunale all’istruzione di Denver. La nomina non lasciava soddisfatti molti ambienti del partito democratico e subito gli si opponeva una sfida molto convinta alle primarie da parte dell’ex presidente della camera statale Andrew Romanoff. La sfida interna s’è “nazionalizzata” ed ha riproposto il duello Obama-Clinton, con Obama che parteggiava per Bennett ed i Clinton a far campagna per Romanoff. Ha vinto Bennet-Obama, per un soffio, il segnale della riapertura della frattura coi Clinton ed il loro clan è però arrivato in maniera prepotente. Da parte repubblicana le divisioni sono state altrettante. Da una parte lo sceriffo della contea di Weld, Ken Buck, supportato dai TEA Parties, dall’altra l’ex vice-governatrice Jane Norton supportata dall’establishment neo-con. Han prevalso Buck ed i TEA Parties. I sondaggi sono stati a lungo incerti ma ora sembrano aver preso una direzione ben precisa, quella di Ken Buck. Nonostante la campagna democratica cerchi di farlo apparire come un estremista, Buck riesce a riappacificare l’elettorato repubblicano che al contrario è molto diviso nell’altra sfida. Smentiamo subito il luogo comune che i neo-con avevano diffuso dopo la sua vittoria. La Norton nei sondaggi andava esattamente come Buck, la sua candidatura non era mai decollata, anzi, la mancanza di carisma e l’elitismo della signora potevano essere letali. Forse rischio troppo, ma il vento, dopo un’indecisione estiva, ha cominciato a soffiare in una direzione ben precisa e quindi GOP Leaning.

Camera
Sette i rappresentanti a cui il Colorado ha diritto a Capitol Hill. Attualmente cinque democratici e due repubblicani. Probabilmente i repubblicani manderanno a casa “l’intrusa” Betsy Markey, eletta nel 2008 nel quarto distretto. collegio storicamente conservatore, contro una sfidante travolta da pesantissime accuse di corruzione. La sfida vera e propria sarà il terzo distretto dove John Salazar, fratello dell’attuale ministro dell’interno, rischia molto grosso. Dato che negli altri cinque collegi non dovrebbero esserci scossoni pronostico: 3 DNC 3 GOP 1 Toss-Up


Contiamo
– Senato, da 433723 a 433823.
– Camera, da 315207 a
345508.
– Governatori, da
112012 a 122012.


Giovanni Rettore e And-L

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