Ayn Rand, Utopia Capitalista

In un momento in cui la società civile in Italia fa fatica a distinguere fra ciò che significa l’essere di Destra rispetto all’identità della Sinistra (ormai le facce di una stessa medaglia), è necessario, ancora una volta, come è successo molte volte nella storia moderna italiana, fare riferimento agli Stati Uniti e in questo caso ad un caposaldo della loro letteratura. Un caposaldo, certo, perché Ayn Rand è stata capace di tracciare nei suoi romanzi una figura di eroe capitalista quasi romantica, andando a rappresentare ancora oggi un’ispirazione per milioni di persone, soprattutto appartenenti al ceto medio, che vedono trasparire nei suoi personaggi la lotta, tipicamente americana, per l’affermazione di se stessi.
Una lotta continua, positiva, che molti hanno tacciato di egoismo. Ma è forse egoismo ricercare la propria felicità e la propria affermazione? Si può anche classificarlo così, ma è un “egoismo razionale” nei confronti di uno Stato di massa! Un sano, ed onesto, individualismo, insomma.
Non a caso Ayn Rand è quasi sconosciuta in Italia, mentre in America la sua opera più nota, la trilogia “La Rivolta di Atlante” è da sempre un bestseller, letto da milioni di persone, e secondo solo alla Bibbia (sondaggio del Book of the Month Club) come libro ispiratore di una vita.
I personaggi di Ayn Rand sono artisti, architetti, imprenditori e inventori, costantemente in lotta con un burocrazia schiacciante, e non fanno altro che rappresentare se stessi fino in fondo, eroicamente e, appunto, da titani, in avversione a tutto ciò che comporta la subordinazione di loro stessi alla collettività, che si tratti di partito, Stato o Chiesa.
La sua concezione politica si basa sui diritti , dei quali il più rilevante è quello di proprietà, e sulla visione del capitalismo come unica possibile scelta utopica per una società coerente con la libertà e la prosperità. Il governo non potrà che essere ridimensionato notevolmente e limitato ai soli compiti della difesa, dell’ordine interno e della risoluzione delle controversie. In particolare, nella sua ottica liberale, la Rand reputa intangibili i risultati del lavoro degli individui derivanti da titoli di proprietà legittimi, non tollerando interventi da parte dello Stato secondo lei aggressivi, primo fra tutti il prelievo fiscale. Andando oltre, neppure le risorse per mantenere lo Stato al minimo devono venire dalla tassazione, ma, nella sua utopia capitalista, le spontanee donazioni di individui illuminati risolveranno questo inconveniente.
La Destra di Ayn Rand va però circoscritta all’ambito morale, sarebbe errato e arrogante il tentativo di appropriarsene da parte delle Destre attuali. Infatti, considerando una ideale scala di valori, lo sviluppo e la realizzazione delle potenzialità dell’individuo vanno collocate al gradino più alto di questa scala, e solo libero da ogni forma di controllo collettivo l’uomo può sprigionare tutta la propria forza creativa, in ogni campo.
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