2,6 miliardi ai polli

Successone del Btp day: le banche si sono liberate di un bel pò di titoli tossici

Gli italiani ci sono cascati. Ma (forse) non è tutta colpa loro. Almeno non direttamente.
Ci sono giorni in cui anche solo semplicemente mettendo in ordine – o anche in ordine sparso – le cose che accadono, si ha l’impressione che veramente si stia vivendo in un incubo. Che non vi possa essere altro che ipnosi collettiva nell’incoscienza generale veicolata da un mondo alla rovescia. E dal fatto che nessuno (o pochissimi) lo faccia notare.
Ma andiamo con ordine, o almeno proviamo.

Prima notizia: nel Btp Day di ieri gli italiani che si sono recati in banca per acquistare dei titoli di Stato del nostro Paese, dunque per acquistare fette del nostro debito, si sono portati a casa due miliardi e settecento milioni. Di fregature.

Vediamo. Tanto per iniziare non si trattava di un’asta, ma di vendita diretta delle Banche, che per l’occasione, lanciando mediaticamente la cosa come Btp Day, hanno acconsentito a effettuare le transazioni “rinunciando” a guadagnare sulla commissione. Che buone che brave? Niente affatto: il loro guadagno è stato totale. Perché queste stesse Banche, Unicredit in primis, al momento hanno un solo obiettivo: liberarsi dei titoli di stato italiani che hanno in pancia. Il motivo? Non valgono praticamente quasi nulla, visto che nella migliore delle ipotesi si andrà fatalmente a un haircut anche per il nostro Paese (nella peggiore al default totale). Dunque queste Banche avevano la disperata necessità di trovare dei polli ai quali rivendere il “pacco” che avevano acquistato a suo tempo. E chi meglio degli italiani?
Gioco perfettamente riuscito, a quanto pare. E parliamo proprio dei singoli risparmiatori, in quanto i dati appena diramanti rilevano che si è trattato di un numero elevatissimo di transazioni. La cosa ha una unica motivazione: ad acquistare sono stati tantissimi singoli risparmiatori e pochissime società. Per un motivo molto semplice: le società hanno utilizzato il poco sale in zucca che hanno, nel cercare di limitare i danni, e si sono ben guardate dall’acquistare il pacco che invece i risparmiatori singoli, poveri fessi, si sono accaparrati senza battere ciglio.
I mercati non li vogliono e allora ce li comperiamo noi. Diabolica stupidità umana.

Seconda notizia: le “Borse hanno volato”. Incrementi del 4% per cento e oltre. E questo malgrado l’agenzia Fitch abbia dichiarato senza mezzi termini che a rischiare è l’Europa intera, con i default concatenati dei vari Paesi, possibilità praticamente dietro l’angolo. Gli speculatori sono impazziti? Niente affatto: sanno benissimo che le sole “voci” circolate sull’aiuto dell’Fmi all’Italia, anche se smentite, sono tutt’altro che voci. E sanno benissimo che in un modo o in un altro (e ora vedremo perché) al vertice europeo una soluzione per non far naufragare tutto – almeno temporaneamente – comunque ci sarà. La si “dovrà” trovare. E la si troverà. Per quale questa possa essere – BCE come prestatore di ultima istanza o altro – in ogni caso una cosa è certa: verranno prese misure tanto grandi e inaudite, ovvero al di fuori di qualsiasi logica democratica o istituzionale, o anche semplicemente intuitivamente corretta, che comunque a esse verranno abbinati, facendoli passare come necessità ineluttabili, sacrifici enormi all’Europa intera. Meglio: ai cittadini europei. Cioè a noi. E dunque i rialzisti hanno preso a scommettere.

Ma ancora: Obama, dall’altra parte dell’Oceano, in un incontro con i “vertici europei”, non ha trovato di meglio che rilasciare una dichiarazione che è la dimostrazione vivente di come l’ipocrisia possa prendere le forme di carne e ossa: “i problemi europei stanno contagiando gli Stati Uniti” e dunque noi, qui nel vecchio continente, dobbiamo “sbrigarci a intervenire”. Come se il tutto non fosse partito proprio dal focolaio principale del cancro economico e finanziario del mondo, ovvero gli Stati Unti d’America.

La giornata si è chiusa in bellezza, tanto per aumentare il rincoglionimento del popolo bue, con la notizia che Berlusconi va verso la prescrizione nell’unico processo che poteva realmente vederlo condannato – quello Mills – mentre ha dichiarato che si “batterà contro i comunisti” – arraffandosi una solita fetta di italiani pronti ad accorrere al richiamo di Arcore – e che “con la Lega è tutto a posto” mentre questa rispondeva picche: “tra noi è tutto finito”, per voce di Calderoli. Il quale ha proseguito, però, con un: “per ora”.
Ci torna in mente Flaiano: “ma la signorina è incinta!”. “Sì, ma appena appena”.

Ora è veramente difficile dare torto a chi sostiene che quello che accade in fondo ce lo meritiamo.

Valerio Lo Monaco
ilribelle.com

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