Florida: Game Over?

La Florida, nota per esser stata il teatro dello psicodramma del 2000 si avvia, forse, a incoronare Mitt Romney. Quattro anni fa la Florida fu la pietra tombale per la candidatura dell’ex governatore del Massachusetts. Quattro anni fa la Florida era l’ultimo stato prima del “Super-Tuesday” e McCain riuscì a strappare la Florida al milionario mormone staccandolo di cinque punti.


L’organizzazione e i maggiori fondi a disposizione non bastarono a Romney per aver la meglio sul senatore dell’Arizona che riuscì a sfruttare la vittoria nello stato di Miami come “trampolino di lancio” per trionfare al Super-Tuesday e guadagnare così la nomination.


Quest’anno il ruolo della Florida non sarà più quello di “trampolino” per il Super-Tuesday e quindi è forse meno sentita. Però il “Sunshine State” è comunque importantissimo, se non altro perché mette a disposizione ben 50 delegati, il quarto premio più grosso della tornata. La Florida è quindi il primo stato di grosse dimensioni a recarsi al voto ed è pure il primo con una certa diversità etnica. Iowa e New Hampshire sono stati bianchi al 95% mentre in Sud Carolina c’è una corposa minoranza afroamericana certo, ma che nelle primarie repubblicane non conta nulla essendo gli afroamericani al 90% elettori democratici.


In Florida invece le cose cambiano. In Florida c’è una forte minoranza ispanica e, in particolar modo, tra gli ispanici la parte del leone la fa la comunità cubana. I cubani, principalmente esuli del regime dei fratelli Castro, sono una delle pochissime minoranze etniche a votare regolarmente per il partito repubblicano. (E tutti i sostenitori del regime dei fratelli Castro nostrani comincino a chiedersi come mai i cubani son così di destra NDA). E proprio alla comunità cubana appartiene uno dei più quotati candidati alla vice-presidenza, il senatore Marco Rubio, la faccia pulita del TEA Party (personalmente non ho ancora capito cosa ci trovino in quel fighetto da strapazzo NDA).


Mitt Romney dopo la sberla in Sud Carolina ha tirato fuori le unghie. Romney ha attaccato a testa bassa Gingrich per le sue consulenze a Freddie Mac, il gigante dei mutui miseramente fallito nel 2008 e tra i responsabili della crisi attuale, e ha rinnovato le accuse sul passato di Gingrich chiedendo allo stesso di rendere pubblici gli atti della commissione etica del congresso che nel 1998 censurò il comportamento dell’allora presidente della camera. Romney ha fatto valere la sua superiorità strutturale e monetaria e poco sembra aver prodotto un PAC in favore di Gingrich dotato pare, di buone risorse, risorse che servono disperatamente a Newt Gingrich. Too little, too late mr. speaker. Romney mette le ali e lo stato che quattro anni fa lo condannò a una mesta sconfitta contro McCain ora potrebbe incoronarlo definitivamente a sfidante di Obama. Dopo la Florida la strada per Romney è in discesa perché nei sette stati che ancora ci separano dal Super-Tuesday lui parte favorito e in cinque di questi è favorito in maniera proibitiva per qualunque avversario. Per quanto riguarda il nostro beniamino, Ron Paul, purtroppo la Florida era un teatro proibitivo e lo stesso ha de facto investito pochissime risorse in uno stato in cui poco poteva fare. Nevada, Maine, Minnesota, Colorado e Washington saranno terreni decisamente più fertili per il nostro endorsato, anche se l’ostacolo Romney è impervio.


Quattro anni fa La Florida sancì de facto il “Game Over” per Romney, oggi lo sancirà per i suoi rivali?


Previsione Nate Silver Florida


Romney 44,7%
Gingrich 29,4%
Santorum 13,2%
Paul 11,1%


Obama contro tutti dati RCP


Obama vs. Romney Obama +2,4 Indecisi 7,4%
Obama vs. Paul Obama +5,4 Indecisi 10,0%
Obama vs. Santorum Obama +10,0 Indecisi 8,8%
Obama vs. Gingrich Obama +12,8 Indecisi 9,0%


Giovanni

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