Un’Europa per Italiani partners o sudditi?

Il declino dell’Italia è il declino di tutti gli Italiani. Di destra e di sinistra, del Nord e del Sud. Le cause e le soluzioni, su cui si può non essere d’accordo, sono comunque Italiane in toto, non di sinistra o di destra e sono in un contesto Europeo vale a dire dovevano e debbono essere incentrate sull’effettivo nostro ruolo e interesse a essere partner in un’Unione, per averne cioè dei vantaggi, e non per esserne progressivamente soffocati, soggiogati e spogliati di autorità, autonomia e democrazia. In sostanza c’è stato o no vantaggio? Abbiamo avuto più democrazia o meno? Più sviluppo o meno?
Vediamo allora di inquadrare i principali problemi e di vedere le possibili soluzioni. (Volutamente tendo a essere semplice anche a costo di ricevere critiche, privilegiando cioè la chiarezza).
 
1) Uno dei problemi centrali come si sa è il debito, ma solo perchè non si vuole affrontarlo correttamente.
Il debito è stato affrontato nella storia centinaia di volte, e fin dall’antichità, SEMPRE E SOLO ristrutturandolo, cioè tagliandolo. Non ci sono altre soluzioni quando è troppo alto. Se vi dicono che ci sono, mentono.
Ma non è detto che siano per forza soluzioni estremamente dannose per i creditori, i quali peraltro come alternativa in caso di default non è che sarebbero poi messi bene. Ci sono esempi pratici, cioè cosa è stato fatto e non più tardi di qualche anno fa, risultato poi conveniente agli stessi creditori. Una via usata, in accordo coi creditori, è quella, a fronte di un debito ad esempio pari a 100, di ritirare i titoli vecchi, emetterne di nuovi pari a 60 mettiamo, allo stesso tasso, con ciò riducendo di 40 il debito. Si aggiunge poi alle cedole normali un warrant (diritto) il quale è collegato al PIL futuro, cioè si fa beneficiare il creditore dell’eventuale crescita ottenuta in virtù delle riforme e degli investimenti permessi proprio dalla stessa riduzione del debito. (In Italia ad esempio avremmo subito 35/40 mld di risparmio interessi, da destinare a investimenti). Ma perchè i partiti qui o l’EU nemmeno avanzano delle ipotesi?

2) Il debito per l’Italia, con l’EUR, è esattamente come avere un debito in moneta estera.
3) Inoltre è’ debito almeno al 50% non residente (cioè in mano a stranieri)
4) E’ nel suo complesso in buona parte Istituzionale (cioè non di privati)
5) L’emissione della moneta in Italia è forzata all’emissione di titoli, cosa non necessaria a nessuno Stato Sovrano che conservi il potere fondamentale di emettere moneta, che all’Italia invece è stato tolto. Anzi qui è una via obbligata solo dal 1981, prima essendo coniugata con la creazione semplice di moneta. Ora invece si stampano i titoli, il mercato ti da il denaro e tu Stato poi rimborsi i titoli con il denaro delle imposte. La via alternativa è invece che tu semplicemente stampi denaro e lo ritiri poi dal circolo tramite le imposte che incassi. Se vuoi differire o drenare più denaro allora puoi anche stampare titoli, ma è una scelta. La differenza tra i due sistemi sta che non paghi interessi sul denaro stampato.
La questione inflazione è una frottola, perchè sempre denaro nei due casi hai, o perchè lo stampi direttamente o perchè ricevuto dalla vendita dei titoli, ed è questione solo di governance. Inoltre è un’altra inesattezza che + denaro = + inflazione automaticamente. Dipende da quanto va effettivamente ai consumi. Gli USA e gli UK hanno fatto QE (Quantitative Easing) molto massicci (cioè hanno stampato denaro) e non hanno provocato un’inflazione sensibile. La stessa BCE sta facendo un QE particolare ma altrettanto massiccio (alle banche, alle quali da il denaro in REPO).
6) Le ricette di austerity. L’FMI stesso dichiara inutili e controproducenti le ricette di austerity. E lo fa analizzando le SUE stesse ricette in 70 Paesi e lo fa in uno studio UFFICIALE SUO cioè dell’FMI stesso, che qui si menziona.
Ma perchè allora si adottano lo stesso queste ricette e l’EU e i partiti qui tacciono?
7) Il problema principale è la crescita. Non trovate una sola analisi competente che sia differente. L’austerity provoca una diminuzione del PIL, e quindi del gettito, che è regolarmente pari o maggiore dei saldi ottenuti da imposte e tagli, il che significa che la situazione futura è uguale o peggiore, e se continuata come ricetta produce e ha sempre prodotto una spirale, con maggiori tasse, maggiori tagli, maggiore diminuzione del PIL, provocando recessione e poi depressione.
Ma perchè allora si adottano lo stesso queste ricette e l’EU e i partiti qui tacciono?
8) La vendita (privatizzazione) di assets (come Finmeccanica, Eni ecc…e un domani i servizi, come acqua, gas ecc..) per ridurre il debito è esiziale specie in una fase in cui gli stessi assets sono a quotazioni minime. Intanto un asset produce utili e cioè gettito, quindi si hanno due poste, non una sola. Ad esempio: -100 debito +30 asset. Mettiamo un costo del debito -5%. e un gettito da utili degli asset +xy%. Se rimborsi vendendo gli assets hai -70 e 0. Finito. Il vantaggio è o infimo o nullo o addirittura uno svantaggio, se xy% > 5% su quei 30. Ma la questione principale è che gli assets oggi non quotano nemmeno immobili e macchinari, quindi vendi un patrimonio a 30 quando il suo valore medio storico è 60 70 80 o 100. Una perdita enorme per uno Stato. E un indebolimento della sua posizione finanziaria netta dato che era prima dato da -100 +30 = -70 ma solo perchè +30 era enormemente sottovalutato. Ora invece sarà -70 e 0, ed è stato reso definitivo nel momento peggiore. Bisogna tenere conto che il debito su PIL dell’Italia è un gross debt. Il net debt è appunto gross debt meno gli assets. Ad esempio Norvegia ha un gross debt negativo, ma il net debt è positivo addirittura, dato che gli assets (Fondo petrolifero per lo più) sono maggiori del debito.
Ma perchè allora L’EU e i partiti qui tacciono e incoraggiano queste svendite?
9) La via per promuovere crescita non sono tanto le liberalizzazioni e privatizzazioni, che vanno anche bene se fatte in un quadro normativo e di regole corrette, ma non hanno un effetto rilevante durante una recessione, lo hanno quando già tira l’economia, aumentando (se fatte bene) concorrenza.

10) La via per fare crescita è la liberazione di risorse da destinare a investimenti. Tipicamente la crescita è sempre stata promossa da investimenti pubblici nella storia dell’economia, perchè uno Stato ha possibilità diverse e una logica temporale (ROI, Return on Investment) differente dal privato, e inoltre il beneficio per uno Stato è non solo in termini di profitto ma in termini strategici e sociali. Quindi infrastrutture, edilizia, trasporti, ma anche educazione sono tipicamente le vie con cui si stimola economia in grande stile, coinvolgendo mille settori privati.
11) Non sarebbe poi niente di più che una diversa classificazione contabile scorporare per l’UE dal deficit (patto fiscale) la spesa per investimenti, né sarebbe difficile per l’UE promuovere un piano Europeo in questo senso.
Ma perchè allora L’EU e i partiti qui tacciono e non discutono queste alternative?
12) Un altro problema infine è stato l’entrata nell’EUR. La perdita di competitività, che si trova pari pari nel surplus Tedesco e nel deficit della bilancia di c/a accumulata dai PIGS testimonia che non è stato vantaggioso. La scelta fu di entrare nell’EUR oltrechè in Europa (cioè assoggettarsi a regole, vincoli ecc..), ma la gente deve sapere che non era strettamente necessaria, cioè si poteva entrare in Europa ma intanto mantenendo la Lira (clausola opting-out). Perchè non abbiamo non solo scelto ma nemmeno mai informato nessuno di quella via pur sapendo come era la struttura industriale Italiana?
Allora per concludere se una soluzione normale, con una ristrutturazione dei debiti, una crescita tramite un piano di investimenti, ecc….non è nemmeno ipotizzata per l’Italia, né proposta da forze politiche, ma viene attuata invece testardamente quella di austerity e svendita di assets, forse NON E’ perchè sono così ottusi e ignoranti in Europa. Noi siamo stati e siamo attualmente progressivamente colpiti come concorrenti diretti, e ridotti man mano a consumatori, altrochè i benefici dell’Europa, e resi dipendenti da Francia, Inghilterra, Germania, USA. Rimaniamo uno Stato ma senza più le stesse potenzialità e le autonomie di prima. E’ iniziato negli anni 90 questo percorso, svendendo già allora assets strategici, e smantellando interi settori (chimica, cantieristica, farmaceutica, alimentare, ricerca ecc…) e non è perciò solo odierna. Abbiamo cioè smantellato e sostituito dei gruppi Nazionali che erano dei players Internazionali che facevano però l’interesse Italiano, con delle multinazionali che hanno una logica sovranazionale, e non è detto che questa logica coincida con l’interesse Italiano. Ma altri si sono ben guardati da fare questo. E oggi noi, ma non però gli altri che ne hanno di analoghe, e lì curiosamente non c’è alcuna fretta, siamo obbligati a rinunciare immediatamente anche alla golden-share, cioè a un meccanismo di protezione Nazionale degli assets strategici. E’ un diverso trattamento, ed è in linea con l’obiettivo di indebolimento Italiano, secondo me, oppure anche per questo diverso trattamento dovete cercare voi una spiegazione migliore.
 
Topolanek

Tags: