Giuseppe Sandro Mela
La situazione in Sicilia sembrerebbe migliorare ed avviarsi alla normalizzazione.
Leggiamo i dati, per trarne poi alcune considerazioni.
Il Sole24Ore riporta: «Ancora in questi giorni, a Palermo, gli automobilisti in qualche caso non sono riusciti a trovare la super. È la conseguenza dei blocchi durati più di una settimana. Così come conseguenza dei blocchi appare il rialzo dei prezzi di alcuni beni come frutta e ortaggi e soprattutto il pesce: la Guardia di finanza è all’opera per evitare speculazioni. Tutto ciò mentre, nonostante l’incontro del governatore Raffaele Lombardo con il presidente del Consiglio Mario Monti, i Forconi e movimenti connessi tutti raggruppati in Forza d’Urto si dicono pronti a riprendere la protesta. … Certo è che il malessere permane mentre ora diventa sempre più evidente l’anima violenta e criminale di parte del movimento di protesta: a Franco Aiello, responsabile regionale Federpesca in Sicilia, è stata bruciata l’automobile per non aver manifestato piena adesione ai movimenti di protesta dei Forconi.»
Non solo, ma sempre il Sole24Ore segnala che: «Per il terzo giorno consecutivo si ferma l’attivitá produttiva negli stabilimenti Fiat di Melfi, Cassino, Pomigliano, Sevel e Mirafiori a causa dello sciopero degli autotrasportatori che impedisce il rifornimento di componenti».
Dal Corriere della Sera: «Per la gran parte appartengono a quattro nazionalità (rumeni e bulgari, serbi e russi) … uomini che conducono una vita agra e interamente low cost, lontano dalle famiglie e dal loro Paese, sempre alla ricerca di un ingaggio per poter guadagnare cento euro in più. … i Tir dell’Est hanno cominciato a battere le nostre strade. … Ora saranno un migliaio le imprese che operano con continuità nel Belpaese. … Se un camionista arriva a Treviso o a Brescia con il suo carico non se ne ritorna vuoto il giorno dopo. Preferisce star qui anche venti giorni ad aspettare un altro carico. E nel frattempo che fa? … Le piazzuole vicino alle dogane sono il loro piccolo villaggio. Vivono lì, dormono sui Tir, a sera aprono le scatole di ferro che conservano sotto il camion vicino al serbatoio e tirano fuori il fornello a gas e i piatti. … Le notizie sulle risse nelle piazzuole circolano poco ma chi le frequenta saltuariamente parla di un clima di tensione perenne. È gente che lotta per la vita, i vecchi diffidano dei nuovi arrivati, la concorrenza è spietata anche se tutti comunque stanno attenti che non succedano incidenti per strada. Sarebbe la loro squalifica. … Diciamo che in un giorno normale come oggi ce ne saranno all’incirca 2 mila, se il calcolo lo facciamo su base annua, seppur a rotazione, si può dire che passino da noi dai 10 ai 13 mila conducenti di Tir provenienti dall’Europa dell’Est. … Gli italiani non li amano. Giosualdo Quaini, responsabile regionale del Friuli Venezia Giulia della Fita-Cna denuncia da tempo il fenomeno di quelli che chiama «cottimisti». Quaini sostiene che i nostri padroncini hanno la cultura del camion e magari la passione delle quattro ruote l’hanno mutuata dal padre, «i low cost invece fanno quel lavoro perché non ne saprebbero iniziare un altro». Per i camionisti stranieri non esistono diritti, «welfare è una parola che non hanno mai sentito nemmeno nominare» e se rompi un fanale rischi che il padrone la volta successiva ti lasci a casa. … Un autista italiano che lavora 160 ore in un mese porta a casa un po’ più di 2 mila euro e ha anche diritto a tredicesima e quattordicesima. Un serbo prende, invece, uno stipendio fisso di 300 euro più il 10% del valore del viaggio. Mal contati altri 100 euro. … Se un carico da Milano a Udine una ditta italiana lo fa pagare all’incirca 700 euro, serbi e rumeni si accontentano di 300 e i lavori li trovano grazie al passaparola. Del resto l’autotrasporto è un business fatto da mille intermediari: broker, spedizionieri, agenzie, chiunque è riuscito a trovare il modo per stare sul mercato e per ricavarsi la sua nicchia di guadagno. …Autisti bulgari, serbi o rumeni che non fanno storie è quasi un modello di business.»
Adesso potremmo essere in grado di fare alcune considerazioni.
1. Un blocco del tutto parziale e frammentario dell’autotrasporto, durato meno di un settimana, ha determinato il caos in molte Regioni italiane.
2. E’ emerso un quadro drammatico: le nostre aziende non costituiscono né mantengono scorte di magazzino. Basta che per qualche giorno l’approvvigionamento non sia possibile ed interi stabilimenti chiudono con ricorso alla CIG, ossia con un pesante onere sociale. Se poi a dover chiudere sono gli stabilimenti di una delle principali aziende manifatturiere italiane, la dimensione del problema appare nella sua interezza. Ci si domanda quindi cosa sarebbe successo se fosse stato generalizzato e totale: un blocco generalizzato della produzione.
3. Non è qui luogo di parlare delle cause di questo sciopero (serrata) né di chi abbia torto o ragione. Il problema che emerge è di gran lunga più severo. Gli addetti ad un settore obiettivamente in crisi sono stati immediatamente rimpiazzati da altri che, pur di lavorare, si accontentano di ricavi e situazioni lavorative nettamente inferiori.
Sembrano quindi lecite alcune domande.
1. Cosa sarebbe successo se il blocco fosse stato generalizzato e totale?
2. E’ socialmente tollerabile che l’azione di poche migliaia di persone determini un blocco generalizzato della produzione?
3. Son forse severo peso fiscale e tributario, nonché normativo troppo rigido, concause dello stato di sofferenza dei trasporti su gomma?
4. Quando gli italiani si saranno impoveriti a livello degli slavi e faranno loro concorrenza, considereremo questo lavoro nero l’unico mezzo di sopravvivenza oppure accetteremo riduzioni di salari e deregolamentazione del normativo?
5. Visto che la maggioranza degli italiani non si è fatto il benché minimo scrupolo ad essere rifornito tramite un lavoro nero, che tra l’altro sottrae risorse al Fisco, ha senso continuare a demonizzarlo?
6. E’ preferibile che per poter vivere questi slavi lavorino in nero oppure é preferibile che si diano a delinquere?
7. Se invece che slavi fossero stati italiani, ci sarebbe stata differenza di giudizio?
Post precedente.
Articoli che integrano il testo.
– 2012-01-25. Corriere della Sera. Quei 2.000 Tir dell’Est che dimezzano i prezzi.
– 2012-01-25. Corriere della Sera. Protesta dei pescatori, scontri a Roma.
– 2012-01-25. Corriere della Sera. Protesta dei pescatori, scontri a Roma. Fotografie.
– 2012-01-25. Corriere della Sera. Ogni giorno buttate 50 tonnellate di merci.
– 2012-01-25. Corriere della Sera. Ma l’illegalità è intollerabile.
– 2012-01-25. Corriere della Sera. Gdf, mille dipendenti con doppio lavoro
– 2012-01-25. Corriere della Sera. Il reddito delle famiglie italiane? Sotto il livello degli anni ’90.
– 2012-01-25. Corriere della Sera. Forconi, prete di Avola racconta come nacquero: rivolta per la sopravvivenza
– 2012-01-25. Corriere della Sera. Tir, manca benzina: Cassino ferma scuolabus. E il prefetto di Roma vieta i blocchi ai caselli.
– 2012-01-25. Corriere della Sera. Blocco dei tir: intervengono i prefetti. Autista ucciso, arrestata collega tedesca.
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