Caro professor Monti,
mi permetto di scriverle in nome della nostra vecchia colleganza universitaria, per essere stati entrambi assistenti alla Bocconi, lei del professor Innocenzo Gasparini e io del Rettore dell’università, professor Giordano Dell’Amore e avere vinto la cattedra nello stesso anno, il 1975.
Lei considera l’Agenzia delle Entrate come un’istituzione amica,  poiché impegnata a far pagare le tasse agli italiani e recuperare 10/15  miliardi di euro di evasione fiscale. La considera amica poiché lei è  impegnato nello sforzo di ridurre o eliminare al più presto il deficit  pubblico annuale e per questa via ridurre la consistenza del debito  pubblico. In realtà le cose vanno diversamente. L’Agenzia delle Entrate,  è vero, cerca di far pagare più tasse agli italiani anche se il  rapporto fra le entrate tributarie (o pressione fiscale) e il Pil è il  più alto del mondo, per cui i soldi ottenuti per questa via dovrebbero  bastare. Ma invece di fare una campagna martellante sulla necessità che  il denaro pubblico sia considerato sacro e le decine o centinaia di  migliaia di sperperatori vengano perseguite, si fa una campagna ancora  più martellante e invasiva solo sulle colpe degli evasori. 
Lungi dal giustificarli o dal sostenerne le  ragioni. Però l’ Agenzia delle Entrate sta facendo qualcosa di diverso  che aumentare il gettito tributario di quei 10/15 miliardi di euro. Sta  terrorizzando gli italiani con il risultato di spingerli a ridurre in  ogni modo i consumi. Il vecchio redditometro è uno strumento grezzo e  impreciso: eppure l’evasione viene calcolata sulla differenza fra  l’accertato presuntivamente e il dichiarato, con una protervia da Santa  Inquisizione. L’ Agenzia delle Entrate si muove sulla base di misure  amministrative strampalate, che paiono più il frutto della fantasia  malata di qualche burocrate paranoico che del senso comune. Io non  posseggo nessuna automobile di lusso, ma il fatto di sapere che  l’infrazione stradale commessa da un Suv sia sanzionata non solo con la  multa prevista dal codice della strada, ma anche con l’automatica  segnalazione all’Agenzia delle Entrate dello status fiscale  dell’automobilista, mi mette i brividi. Ma non è questo il punto. Il  fatto è che con il vecchio redditometro e ancor più con il centinaio di  voci del nuovo redditometro gli effetti sui consumi degli italiani sono e  saranno sempre più disastrosi. Chi acquisterà più un’automobile, una  lavatrice, un televisore, un computer, un frigorifero, dei mobili, o  altro? Chi farà viaggi per turismo, si iscriverà ad un club sportivo o  farà visitare il proprio cane dal veterinario sapendo che la somma spesa  verrà moltiplicata per n volte per ottenere il reddito presunto? Già si  parla di un crollo delle vendite di automobili dalle 2.300.000 unità di  due anni fa alle 700.000 previste per quest’anno, con effetti  disastrosi sul settore e su tutto l’indotto, che è grandissimo.
I consumi in Italia rappresentano circa il 70% del Pil e si può fare una proiezione, che io ritengo certa, di un meno 5% del Pil medesimo per il 2012. A quel punto l’Agenzia delle Entrate, da sua amica, diventerà la sua peggior nemica. Perché con un debito cresciuto di poco e un denominatore ridotto di molto, il rapporto debito/Pil dell’Italia alla fine di quest’anno salirà dal 120% al 130%. È noto che l’Italia è disallineata rispetto a paesi comparabili come la Germania, la Francia e la Spagna, che veleggiano intorno all’80-85% del rapporto in parola. La nostra difesa è che stiamo migliorando. Ma come prenderanno i mercati finanziari il fatto che invece di migliorare peggioriamo tale rapporto di 10 punti? La risposta è ovvia: con un aumento impressionante dello spread e con il rischio che imbocchiamo la via della Grecia.
Caro professor Monti, mentre lei si sta occupando di salvare l’Italia  da una parte, l’apparato burocratico, dall’altra, le sta scavando la  fossa sotto i piedi. Ha creato le condizioni perché l’Italia sia  ingessata e quando si è ingessati non solo non si cresce, ma si riduce  il peso corporeo a causa dell’atrofia muscolare
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Prof. Francesco Arcucci




