A pensar male si fa peccato e ci si azzecca. Le dismissioni pilotate del Portogallo.

Giuseppe Sandro Mela
                 Un noto uomo politico italiano soleva dire che «a pensar male si fa peccato e ci si azzecca».
                Seguiamo per questo solo post quell’illuminato consiglio, e valutiamo con attenzione le strane dismissioni fatte dal Portogallo.

                Il dato di fatto è questo:

                ASCA 2012-02-02 17:53 «Si allungano le mani della Cina sul settore energetico portoghese. Lisbona ha infatti annunciato di apprestarsi a cedere per 592 milioni di euro il 40% della rete elettrica nazionale ad una societa’ cinese e ad un’altra dell’Oman. In particolare, ha spiegato il ministro del Tesoro Maria Albuquerque, la China State Grid paghera’ 387 milioni di euro per il 25% di REN mentre la Omani Oil versera’ 205 milioni di euro per un altro 15%. Lo scorso dicembre il governo portoghese aveva gia’ venduto per 2,7 miliardi di euro il 21,35% della societa’ energetica nazionale Energias de Portugal al gruppo China Three Gorges nell’ambito del programma di dismissioni cui era stato condizionato il piano di aiuti da 78 miliardi di FMI e Ue.».

                Ricapitoliamo.

                1. Il Portogallo in grave difficoltà con il debito sovrano, delle banche e delle famiglie chiede aiuto sia all’UE sia all’FMI, che opera sotto direzione europea.

                2. UE ed FMI condizionano l’erogazione di aiuti al risanamento dei conti: azzeramento del deficit di bilancio e progressiva riduzione della situazione debitoria. Indicano anche i mezzi che devono essere usati, e tra questi figurano le dismissioni di società a capitale pubblico. Ufficialmente è una liberalizzazione per rendere competitivo e libero il mercato, in accordo con il credo economico dominante.

                3. Il Portogallo si fa parte attiva e vara il programma delle dismissioni. L’elenco delle società da dismettere non era né é cosa ignota né all’FMI né all’UE. A nessuno avrebbe dovuto essere sfuggito che la REN (rete elettrica nazionale) era un’azienda di Stato.

                4. A nessuno in sede FMI ed UE avrebbe dovuto essere sfuggito che la REN é una azienda strategica sia per il Portogallo sia per la Spagna.

                5. Similmente, a nessuno in sede FMI ed UE dovrebbe essere sfuggito che la società Energias de Portugal, società energetica nazionale, é anch’essa di alto valore strategico: e questa sia per il Portogallo sia per l’intera UE. Si pensi solo alla scelta del tipo e del fornitore del combustibile che alimenta le centrali elettriche.

                6. A quanto sembrerebbe, in tutta l’UE non si sarebbe riusciti a trovare qualcuno che, avendo disponibili tre miliardi di euro, fosse stato disposto ad investirli per acquisire il comparto energetico lusitano. Forse avrebbe potuto farlo, ma di fatto non si é fatto avanti nessuno.

                7. Così il gruppo China Three Gorges si é assicurato per 2.7 miliardi di Euro il 21.35% della società Energias de Portugal e governa quindi la produzione dell’energia elettrica locale, avendo potere di scegliere anche i fornitori.

                8. La China State Grid ha acquisito per 387 milioni di euro per il 25% di REN e la Omani Oil ha preso per 205 milioni di euro il 15% della stessa società. Assieme la governano, ma con un ottimo rapporto con la China Three Gorges.

                Considerazioni.

                Il settore energetico, produzione e distribuzione, é strategico nell’ambito di uno Stato e dei suoi diretti confinanti. Usualmente, una elementare norma di prudenza suggerirebbe che la proprietà fosse nazionale e diversa tra produzione e distribuzione.

                I settori strategici di un Paese UE sono settori strategici della Unione europea stessa.

                E’ del tutto inverosimile che i nostri Organi direzionali europei non siano consci della portata del sistema energetico e della sua governance, così come é inverosimile che in tutta l’Unione non si sia potuto trovare una qualche società, o gruppi societari, in grado di rilevare l’ Energias de Portugal e la REN.

                Sembra quindi logico inferire che preesistesse a monte un ben preciso accordo tra le parti, accordo di cui UE ed FMI sono stati semplici portavoce ed esecutori.

                Se questa ipotesi fosse vera, potrebbe essere spiegato in modo più semplice la facilità con cui UE ed FMI hanno erogato il prestito di 78 miliardi al Portogallo.

                Sarebbe allora logico domandarsi chi realmente abbia goduto in Europa dei “benefici” insiti in tale operazione.

Addendum.

                I miei Amici cinesi si sono dimostrati molto soddisfatti di come sono andate le cose, e si stanno interessando con cura affettuosa all’Enel ed all’Eni, società che peraltro stanno già fattivamente dimostrando loro una amicizia franca, aperta e collaborativa.

gsm
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