Tra le tre (dis)grazie della finanza globale c’è finora un grande assente sull’Italia. Mentre la scure di S&P s’è abbattuta sul rating italiano, e Moody’s mette sotto osservazione il nostro paese e alcune delle sue principali aziende da Fitch, terza agenzia di rating mondiale, finora arriva solo silenzio. Il silenzio di Fitch ribalta quelli che sono i ruoli tra le tre Gorgoni del rating. Di solito Fitch, che controlla il 16% del mercato globale del rating, funge da ago della bilancia in caso di giudizi discordanti tra S&P e Moody’s, che controllano il 40% a testa del mercato globale del rating. Stavolta però è diverso, è Fitch a non concordare con le altre due. Per darci una possibile risposta al quesito dobbiamo farci una domanda e darci una risposta.
Perché Fitch non concorda sull’Italia?
Chi controlla Fitch?
Il 60% di Fitch è controllato Fimalac. Fimalac è la holding personale del finanziere francese Marc de Lacharriére, 13° uomo più ricco di Francia. Il restante 40% è invece controllato dalla Hearst corporation.
Ora, facciamo alcune considerazioni sparse
-La Francia detiene 500 miliardi di debito pubblico italiano, cifra che corrisponde ad oltre il 20% del PIL francese
-La Francia ha investito molto in aziende italiane, acquisendo in rapida successione: Parmalat, Bulgari, Rinascente e Gucci
-Il maggior azionista dell’unica fra le tre Parche dell’alta finanza a non aver mazziato l’Italia (finora) è un francese
A voi la conclusione
Giovanni